L’affaire beneficenza sui panettoni continua a far discutere, ma soprattutto prosegue l'iter giudiziario con l'iscrizione nel registro degli indagati della regina delle influencer Chiara Ferragni per truffa aggravata nell'ambito dell'indagine della Procura di Milano con al centro il caso del pandoro Pink Christmas prodotto dalla Balocco, così come Alessandra Balocco, presidente e amministratrice delegata dell'azienda piemontese. Il reato ipotizzato è truffa aggravata dalla minorata difesa dei consumatori in quanto commessa con il sistema informatico. Ma che cosa rischia concretamente Chiara Ferragni? Se c'è chi ipotizza addirittura la reclusione (“un incensurato, anche in caso di condanna, beneficerebbe della sospensione condizionale”), l'avvocato Liborio Cataliotti - colui che difese Wanna Marchi e la figlia Stefania Nobile dalla medesima accusa - ha premesso che non è il Codacons il querelante: “Perché può fare denuncia per i reati che tutelano interessi diffusi, come la frode in commercio. Se però il reato diventa contro il singolo, come la truffa, allora la querela deve essere sporta dal singolo truffato e non può più essere il Codacons”. Ma ha anche sottolineato le similitudini che esistono tra Wanna e Chiara: “L'una avrebbe venduto la fortuna, mentre l'altra avrebbe promesso, secondo l'ipotesi di reato, ai consumatori cose ben concrete e non fondate, anzi, proprio non veridiche”. Quindi? Ecco cosa ha risposto.
Avvocato, Chiara Ferragni è accusata di truffa aggravata. Che cosa comporta questo reato?
Richiede, differentemente dall'ipotesi originaria di frode in commercio, che ci siano degli artifizi o dei raggiri ad personam, quindi nei confronti del singolo potenziale utente. Per quello che la stampa ha scritto, il Pubblico ministero, il procuratore aggiunto Eugenio Fusco, sta esaminando, tramite i report della Guardia di Finanza, le e-mail che sono intercorse tra gli indagati per vedere se possano avere miratamente fatto una pubblicità ingannevole nei confronti dei singoli. Se ciò fosse provato, diventerebbe truffa. Io però, non potendo avere accesso a quel fascicolo, non ho elementi per poter dire se sia un'ipotesi concreta o meno.
Cosa rischia Chiara Ferragni qualora le accuse dovessero essere confermate?
La truffa è punita con la pena della reclusione. Poi dipende dalle aggravanti per capire la dimensione della pena ma, verosimilmente, un incensurato, anche in caso di condanna, beneficerebbe della sospensione condizionale. Attenzione, se fosse truffa, essendo questo un reato contro i singoli, ogni singolo acquirente avrebbe il diritto di chiedere il risarcimento dei danni costituendosi parte civile. Forse la ripercussione più importante sarebbe proprio quella economica in caso di un'eventuale condanna.
Però le persone dovrebbero dimostrare di aver acquistato il pandoro?
Non c'è dubbio, dovrebbero dimostrare di averlo acquistato e di essere state ingannate da quel messaggio che le avrebbe indotte a pensare che una parte di ciò che veniva versato sarebbe andato in beneficenza.
E come si fa a dimostrare di essere stati ingannati?
Non è facile, ma si può dimostrare anche solo tramite testimoni, non è richiesta la prova scritta. Basterebbero prove orali di testimonianze.
Molte persone potrebbero approfittare della vicenda solo per avere un risarcimento?
Assolutamente, è possibile. Consideriamo però che le persone deporrebbero sotto giuramento, quindi con l'obbligo di dire la verità.
Il reato di truffa aggravata non implica che ci sia già qualcuno che si costituisce parte civile?
No, la truffa implica che ci sia qualcuno che sporge querela, il che riguarda la perseguibilità del reato. La costituzione in parte civile riguarda la richiesta di risarcimento dei danni, che può essere fatta dallo stesso querelante. Colui che sporge la querela, però, potrebbe anche non fare richiesta di risarcimento dei danni.
In questo caso il querelante è il Codacons?
Per il reato di truffa non può essere il Codacons, perché il Codacons può fare denuncia per i reati che tutelano interessi diffusi, come la frode in commercio, come infatti è avvenuto. Se, però, il reato diventa contro il singolo, come la truffa, che è l'ipotesi di cui si sta parlando, allora la querela deve essere sporta dal singolo truffato e non può più essere il Codacons.
Quindi ora il Codacons che ruolo ha?
Il Codacons, rispetto a un'ipotesi di frode in commercio, è parte offesa e può costituirsi parte civile. Rispetto a un'ipotesi di truffa non può farlo, perché sono le singole parti offese che possono sia querelare che costituirsi parte civile.
Ma, allora, se nessuna delle parti offese querela o si presenta come parte civile, decade l'accusa di truffa aggravata?
Sì, lì è un grosso problema perché bisognerebbe che fosse contestata un'aggravante che rende il reato perseguibile d'ufficio. Ma se si va a vedere la seconda parte dell'articolo 640 dedicato alla truffa, ci sono alcune ipotesi di aggravanti, che possono rendere perseguibile il reato anche senza querela.
Potrebbe essere questo il caso?
Non mi sembra questo il caso.
Intanto in molti hanno accostato la vicenda che ha coinvolto CHiara Ferragni a quella di Wanna Marchi e Stefania Nobile, che lei ha difeso Quali sono i parallelismi tra i due casi?
Intanto il parallelismo più evidente è il reato che viene contestato, poi non posso dire né che fosse fondato nei confronti delle mie clienti, tantomeno posso dire se sia fondata o meno l'accusa nei confronti di Chiara Ferragni. Ciò premesso, la condotta che avrebbero tenuto Wanna Marchi e Chiara Ferragni è completamente diversa. Quello che noi chiamiamo il substrato di fatto è completamente differente: nel caso di Wanna Marchi la truffa si sarebbe congegnata nel vendere previsioni del futuro, che ovviamente non poteva fare. Nel caso di Chiara Ferragni, invece, ci sarebbe stata la speculazione sull’indotta convinzione degli acquirenti di contribuire a un'azione benefica. Stesso reato ma diversa condotta.
Quindi mi sta dicendo che Wanna Marchi ha giocato su qualcosa di intangibile, mentre Chiara Ferragni lo avrebbe fatto su qualcosa di tangibile?
Non c'è dubbio. L'una avrebbe venduto la fortuna, mentre l'altra avrebbe promesso ai consumatori, secondo l'ipotesi di reato, cose ben concrete ma non fondate, anzi, proprio non veridiche.