"Se ci fossi stato io tutto ciò non sarebbe successo": Donald Trump, intervenendo al programma radiofonico The Clay Travis and Buck Sexton Show, oltre a definire Putin "un genio" ha anche affermato che se lui fosse stato ancora alla Casa Bianca il presidente russo ("lo conosco molto bene: io gli piacevo e lui mi piaceva") non avrebbe mai invaso l’Ucraina e non staremmo assistendo all’escalation del conflitto. È davvero così?
Sì, molto probabilmente è davvero così, ma per motivi completamente opposti rispetto a quelli che i sostenitori dell’ex presidente degli Stati Uniti vorrebbero far credere. In un video pubblicato sul suo profilo Instagram, i motivi li spiega con chiarezza Francesco Costa, vicedirettore de Il Post. "È una tesi interessante - sostiene Costa - ed è effettivamente vera. Ma perché non sarebbe successo, per il polso fermo e l'inflessibilità di Trump nei confronti della Russia? No, perché è un dato di fatto che Trump sia sempre stato docile nei confronti di Putin, arrivando a negare l’evidenza dei fatti rispetto agli attacchi informatici e alle interferenze nelle elezioni americane, ad esempio, o anche in occasione della famigerata conferenza stampa di Helsinki, un’umiliazione per gli Stati Uniti in ragione dell’atteggiamento di Trump". Rapido passo indietro: luglio 2018, il presidente statunitense e quello russo si incontrarono in Finlandia e, nella conferenza stampa conclusiva, Trump di fatto difese Putin da tutte le accuse rivolte alla Russia, comprese quelle mosse dal dipartimento di Giustizia statunitense, di fatto smentendolo e negando che ci fosse stata alcuna interferenza sul voto americano.
"Ai tempi di Trump - argoment aancora Costa - Putin non aveva bisogno di una mossa così enorme e così rischiosa per ottenere i suoi obiettivi, una mossa che rischia di avere conseguenze pesantissime sulla Russia e su Putin stesso. Ai tempi di Trump era il presidente americano stesso a demolire la Nato, a dichiararla praticamentee morta, a lasciare mano libera a Putin nelle attività di interferenza, influenza e, in certi casi, anche di oppressione economica sulle repubbliche ex sovietiche e sull’Europa". L’uomo forte degli Stati Uniti di allora, insomma, per paradosso ha rappresentato per tutta la durata del suo mandato una sorta di quinta colonna russa nello scacchiere mondiale, al punto che "allora Putin aveva qualcun altro che perseguiva la sua agenda sul piano internazionale e non aveva bisogno di un gesto così estremo. Trump non ha mai mostrato il pugno duro con Putin e, se adesso la Russia fa ciò che fa, è perché l’aria è cambiata", chiosa Costa.
In effetti la presidenza Biden si caratterizza sul piano delle relazioni internazionali come russofoba, e basta guardare ai nomi della sua amministrazione per rendersene conto. Costa, peraltro, nel video accenna anche all’Ucrainagate che portò alla richiesta di impeachment per Trump. Di cosa si tratta? Nel 2019 si scoprì che, nel corso del suo mandato, Trump telefonò al presidente ucraino Zelensky sollecitandolo a screditare Biden - attraverso un’indagine su di lui e sul figlio Hunter, membro del board di Burisma Holdings, azienda ucraina del gas coinvolta in un caso di corruzione - congelando gli aiuti militari statunitensi destinati proprio a combattere l’aggressione russa nell'Ucraina orientale.
Insomma è vero: con Trump alla Casa Bianca, Putin non avrebbe mai iniziato il conflitto. Ma non per i motivi che la propaganda trumpiana vuole veicolare.