È guerra in Europa, l'invasione russa in Ucraina è realtà. Vladimir Putin ha annunciato in tv l'autorizzazione a operazioni militari del Donbass e ha lanciato un appello ai soldati ucraini affinché depongano le armi. Il capo del Cremlino ha altresì minacciato i Paesi stranieri di non interferire, intimando conseguenze mai viste nella storia. Mentre si contano già a decine le vittime in Ucraina, e la Nato condanna con forza l'attacco, chiedendo a Mosca di fermare immediatamente la sua azione militare, abbiamo raggiunto telefonicamente Antonio Caprarica, corrispondente storico della Rai a Londra e prima ancora in Russia e Medio Oriente, per farci raccontare il suo punto di vista sullo sviluppo di un conflitto che tiene il mondo intero col fiato sospeso.
Alla fine Putin ha invaso l'Ucraina. Era inevitabile?
No, non era inevitabile, semmai è la decisione sciagurata di un uomo divorato dall'ansia di potere. Questa guerra si poteva tranquillamente aggirare con un negoziato, se ci fosse stata la volontà di affrontarlo, ma la Russia non ha mai avuto questa intenzione. Le stesse richieste iniziali di un documento firmato in cui l'Ucraina doveva impegnarsi a non entrare nella Nato e la Nato garantire che non sarebbe mai uscita da uno stato di neutralità imposta significava trasformare l'Ucraina in un Paese vassallo e privo di qualsiasi sovranità. Di più, le parole pronunciate da Putin nel discorso di domenica erano insinuazioni che già lasciavano intendere verso quale esito si sarebbe andati. Nell'immediato avevo già commentato il fatto: un leader che dichiara che un Paese confinante non ha alcun diritto storico di esistere è un leader che ragiona come un imperatore russo del '700. Questo è il problema con Putin, che già aveva rivelato Angela Merkel nel 2014. Di fatto Putin è un leader che applica criteri dell'800 nel XXI secolo, e questo non può che produrre conflitti spaventosi. C'è soltanto da sperare che in Russia qualche voce si alzi, nel tentativo di fermarlo. Sono in contatto con molte persone lì, persone convinte che la guerra non ci sarebbe mai stata, perché conoscono il costo che questa guerra avrà per la Russia stessa. Purtroppo sono persone ininfluenti, ormai il regime di Putin non è neanche più un regime, è un uomo solo al comando.
Emblematico, a tal proposito, il botta e risposta tra il leader del Cremlino e il capo dei servizi d'intelligence esterni Sergei Naryshkin, durante un incontro del Consiglio di Sicurezza russo andato in scena lunedì scorso (prima che Putin riconoscesse in diretta tv l'indipendenza delle autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Lugansk in Ucraina).
Una sceneggiata, concorda? Il modo in cui ha trattato il capo dei servizi segreti esteri la dice tutta sul grado di isolamento in cui ormai si è rinchiuso. Decide tutto da solo.
Le reazioni di Putin non sono da imputare anche agli americani che hanno allargato i "confini" della Nato?
No, non condivido affatto questa linea di pensiero, non possiamo accettare l'idea che una potenza nucleare decida quali devono essere le scelte di un Paese sovrano. La Nato non ha invaso l'Ucraina né le ha imposto di entrare. Anzi gli americani, per cui non ho particolare tenerezza, hanno persino detto che l'ingresso dell'Ucraina nella Nato non era all'ordine del giorno, ma questo non bastava a Putin, che voleva un impegno scritto in cui certificare che l'Ucraina non sarebbe mai entrata nella Nato né nell'Unione Europea. In sostanza doveva diventare una colonia russa. Che c'entrano gli americani? Se poi vogliamo ricostruire le responsabilità storiche degli ultimi 30 anni, allora siamo d'accordo. La verità invece è che gli americani sono stati fin troppo timidi nello spingere ad est i confini della Nato.
Questa guerra avrà inevitabilmente ripercussioni anche per energia e gas. Cosa ci aspetta?
Noi europei, quelli nati dopo gli anni '50, siamo falsamente convinti che la guerra in Europa sia impossibile, ma non è affatto così, è stato dimostrato che un regime autocratico, senza alcun bilanciamento di potere, può scatenare eccome un conflitto. Preoccupiamoci quindi sicuramente delle conseguenze economiche, rinviando inevitabilmente una ripresa post - pandemia, ma impensieriamoci prima di tutto per qualcosa di molto più serio, ossia di un signore che ha scatenato la guerra e dispone di armi nucleari, minacciando che se qualcuno prova a fermare la Russia è pronto a scatenare una guerra che non si è mai vista nella storia dell'uomo. Quindi sì, anche io sono in apprensione per gas, energia, le borse... ho qualche risparmio e sto piangendo come milioni di risparmiatori, ma in gioco c'è molto di più, c'è il nostro futuro, la nostra convivenza. Possiamo arrenderci e fare il gioco di Putin o resistere senza sapere quello che accadrà. Le ricadute economiche ci saranno e anche pesanti, questo non è un incidente da niente, insomma dimentichiamoci i nostri programmi per Pasqua, perché è chiaro che Putin si è messo su un sentiero su cui non si fermerà facilmente. E per fermarlo pagheremo dei prezzi altissimi, sperando che siano soltanto economici.