Il governo Meloni sta continuando a valutare misure per provare a tenere sotto controllo i prezzi della benzina e del gasolio, minacciati anche dall’embargo al petrolio russo da parte dell’Unione Europea. Misure in verità non particolarmente concrete, e che anche per questo non stanno raccogliendo molti favori al di là della maggioranza (in verità nemmeno compatta su questo).
Al momento l’esecutivo nei confronti dei distributori non cede sul contestato obbligo di esporre un cartello per indicare la media dei prezzi di riferimento accanto a quelli praticati. Tuttavia, ci sono anche altre opzioni in discussione, come un’app e l'utilizzo di un QR code al posto del cartello. L’opzione del codice che rimandi al sito del ministero delle imprese e del made in Italy però al momento parrebbe non essere contenuta nell’emendamento governativo al Dl trasparenza. Prevista invece appunto la creazione di una nuova app che affiancherebbe il cartello, ma non lo sostituirebbe.
Le recenti misure sui prezzi del carburante hanno generato critiche da parte delle associazioni dei consumatori e dell'Antitrust. Antitrust che ha sottolineato che l'obbligo di pubblicizzare il prezzo medio non aiuterà gli automobilisti, ma potrebbe anzi spingere i gestori ad aumentare le tariffe. Ciononostante, almeno per ora il Governo sul cartello dritta dritto. Per quanto riguarda la futura app (aggiuntiva e non sostitutiva), sarà finanziata con 500.000 euro nel 2023 e 100.000 euro annuali a partire dal 2024 per supportare i costi di gestione. Per ora dunque si parla di stanziamento di soldi pubblici, ma forse non per quello che si attenderebbero gli utenti della strada, ossia per diminuire il prezzo di benzina e gasolio. C’è chi fa notare, poi, che di app del genere ne esistono già…