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Cristina D’Avena alla festa della Meloni?
Vladimir Luxuria: “È un suo
diritto andare, ma canterà
la spada di Lady Oscar?"

  • di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

15 dicembre 2022

Cristina D’Avena alla festa della Meloni? Vladimir Luxuria: “È un suo diritto andare, ma canterà la spada di Lady Oscar?"
Scoppia la polemica per la decisione di Cristina D'Avena di cantare per la festa del decennale di Fratelli d'Italia, il partito di Giorgia Meloni, spesso criticato per la loro opposizione alle battaglie della comunità LGBTQ+. Ma come, Cristina D'Avena non era un'icona gay? Mentre gli attivisti insorgono, abbiamo chiesto a Vladimir Luxuria cosa ne pensa. "Vi meraviglierò" e poi fa una battuta su Lady Oscar e la sua spada...

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Cristina D’Avena canterà alla festa per il decennale di Fratelli d’Italia. Lei, da sempre invitata ai Gay Pride e in prima linea per i diritti delle persone LGBTQ+, ha fatto scoppiare la polemica per la scelta di cantare per Giorgia Meloni. Il mondo dell’attivismo è insorto. A Radio24 il leader del Partito Gay Fabrizio Marrazzo dice che non verrà più invitata ai pride. Sembra l’inizio di un processo di esclusione importante per la cantante. Ma dove ha sbagliato? Vladimir Luxuria non è un’attivista dei diritti per la comunità LGBTQ+; è un manifesto, il miglior biglietto da visita che potessero trovare. Una figura colta e pacata, gentile e con una storia che parla da sé. Prima donna transgender a essere eletta in un Parlamento di una democrazia europea, co-organizzatrice del primo Gay Pride in Italia, vanta oltre trent’anni di impegno politico, da quando entrò nel Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli (autore di un libro molto discusso e per molto tempo non pubblicato, tanto era radicale, gli Elementi di critica omosessuale). Senza contare le innumerevoli presenze in TV, in show televisivi e nei talk politici più importanti del palinsesto italiano. Non potevamo che chiedere a lei un commento sulla vicenda, con una domanda anche su alcuni nomi noti che saranno ospiti ma che ci siamo sempre immaginati all’opposizione, a partire dal numero uno de Il Fatto quotidiano.

Vladimir Luxuria
Vladimir Luxuria

Cristina D'Avena viene considerata da anni un'icona gay e una sostenitrice dei diritti LGBTQ+, ma ora canterà per Giorgia Meloni. Secondo lei perché ha accettato?

La meraviglierò dicendole che ogni artista ha il diritto di decidere dove esibirsi anche se immagino che in questo caso ci sia stato un legittimo compenso economico. Anche Fratelli d’Italia avrebbe potuto  pensare “se D’Avena è andata ai Pride allora non è una da invitare da noi”, ma non lo ha fatto. Avranno solo pensato a invitarla per le sue canzoni. Poi spetterà a ogni singolo coordinamento territoriale dei Pride se invitarla o meno e alla D’Avena se accettare o meno.

Le associazioni LGBTQ+ si stanno sollevando. Crede che Cristina d'Avena possa fare un passo indietro ed essere riabilitata agli occhi della comunità italiana LGBTQ+ o è troppo tardi?

Se ha accettato avrà già deciso di abbinare la sua immagine a quella di un partito. Preferirei che una persona accetti o meno di partecipare a eventi politici per convinzioni personali piuttosto che per paura di ritorsioni o per interessi economici.

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni

Da parte del partito di Giorgia Meloni c'è un tentativo di appropriarsi di alcuni personaggi dello star system che possano raccogliere consensi anche in aree dall'altro lato dello spettro politico?

La destra soffre da tempo di penuria di artisti di riferimento e ha bisogno di trovarne qualcuno. Il mondo della musica, del cinema, del teatro e della musica ha più simpatie per la sinistra e quindi adesso li corteggiano dopo aver spesso dichiarato che una certa cultura è “radical chic”. Mi domando piuttosto se consentiranno a Cristina di cantare “la spada di Lady Oscar” perché qualcuno potrebbe pensare che essendo ambigua l’identità sessuale di Lady Oscar la festa di Fratelli d’Italia rischi di  diventare la festa della loro tanto temuta (ma di fantasia come il cartone animato) “ideologia gender” e confondere i pargoli che accorreranno.

Tra gli altri ospiti anche Marco Travaglio e Pupi Avati, un giornalista e un artista tra i più amati in Italia. Che aria tira in Italia se figure dell'opposizione accettano di andare all'anniversario del primo partito di governo?

Su Pupi Avati non saprei dire ma per quello che riguarda Travaglio non penso proprio che andrà alla Festa per lasciarsi convincere: è stato costume anche delle Feste dell’Unita invitare personaggi opposti politicamente per confronti e dibattiti. Io stessa sono stata a congressi dell’allora Lega Nord, la Festa Tricolore dell’allora Alleanza Nazionale e da Berlusconi ad Arcore. Posso andare ovunque perché sono adulta, vaccinata e intellettualmente libera e indipendente. Non salgo sui carri dei vincitori, preferisco i carri dei Pride: sono trans, non transfuga.

Cristina D'Avena
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