In occasione della giornata mondiale contro omofobia, bifobia e transfobia – che cade oggi, 17 maggio – ecco un’intervista sul tema a Vladimir Luxuria, realizzata per BlackList x MOW da Domenico Arruzzolo.
“Io – le parole di Luxuria – parto sempre dal positivo, io sono un’ottimista: oggi è meglio di ieri, perché io sono vissuta in un periodo in cui non esisteva neanche la parola omofobia, come non esisteva neanche la parola bullismo, perché era considerato normale offendere, denigrare, sputare, picchiare qualcuno, anche perché magari era più effemminato, o perché magari si capiva che era gay, o si sospettava che fosse gay, con anche spesso l’indifferenza da parte di tutti, professori compresi. Oggi c’è una maggiore sensibilità su questi temi, prima neanche si denunciava, perché si temeva che denunciando un caso di aggressione subita si potesse venire a sapere della propria omosessualità nel paese e nella città, quindi spesso i violenti rimanevano anche impuniti perché non si andava a denunciare”.
“Qualcuno – aggiunge – mi deve spiegare per quale motivo si deve sentire incazzato nero se vede due uomini che vanno mano nella mano”.
Sull’omofobia: “Io penso che esiste una omofobia di strada, che è quella diciamo un po’ più volgare, cioè del ragazzo che aggredisce o che insulta. Però c’è anche quell’omofobia in giacca e cravatta, quell’omofobia un po’ di palazzo, da colletto bianco, che sono quelli che dicono “io non ho nulla contro, però questa legge non si può fare perché sennò non si possono esprimere liberamente le proprie idee”. Cioè se io vedo uno per strado e gli dico “a buco!” oppure gli dico “frocio!”, quella cos’è, una libera espressione di idee? Io vorrei invitare chi pensa che sia una libera espressione di idee dire frocio ad andare al bar sotto casa, prendere un caffè e dire al barista “a frocio, mi dai un caffè?”. Voglio vedere cosa gli risponde il barista. Si trovano delle scuse per evitare che una legge di civilità che c’è in tutti i Paesi europei venga approvata anche in Italia. Si può discutere questa legge, possono essere fatte delle modifiche, per carità, cioè non è che qualcuno abbia scritto la Bibbia, si parla di leggi. Gli stessi che dicevano che erano contro Zan erano quelli che dicevano “adesso la presentiamo noi una legge”. Io me lo ricordo Salvini che diceva “noi presentiamo una legge”. Dove sta questa legge che hanno presentato? Cioè. Dov’è?”
Su iniziative come quella intrapresa da Lucca (città in cui Luxuria ha parlato, dicendo tra le altre cose “Per la mia diversità sessuale io ho preso le botte, ho rischiato addirittura la vita”), dove si è deciso di mappare la qualità della vita degli omosessuali: “Avere una misura del grado di civiltà è importante. Misurare una città accogliente per tutti, senza barriere architettoniche e senza barriere mentali, secondo me può essere utile anche dal punto di vista turistico (come con il progetto Friendly Versilia)”.
E sui generi. Quanti sono? Per Adinolfi (e in verità moltissimi per altri…) sono due, uomo e donna. Per altri sono addirittura 58… Per Luxuria “ci sono miliardi di sfaccetature per quanti esseri umani vivono in questo mondo. La sessualità è qualcosa di dinamico ed è qualcosa di assolutamente personale. Anche io rispetto a una trans non siamo esattamente uguali. Ognuno di noi ha i suoi gusti, che possono anche cambiare, quindi la libertà di potersi autodefinire e di poter essere quello che sentiamo di essere”.
Qui sotto l’intervista completa.