Gli alpini e le accuse di molestie a Rimini, con relative segnalazioni e denunce (almeno inizialmente solo una alle forze dell’ordine). L’assessore alle pari opportunità della Regione Veneto, Elena Donazzan, che ha difeso le “Penne nere” sostenendo: “Se mi fischiano sono contenta”. Achille Lauro e una certa queerizzazione del mondo degli spettacoli. Fino alla sentenza della Corte di Cassazione che permette il doppio cognome ai figli e diminuisce il divario di genere tra uomo e donna. Sono tutti temi affrontati nell’ultima puntata di BlackList per MOW con Davide Bombini, che ha una lunga storia di attivismo nell’Arcigay, nonostante la giovane età, e che oggi prosegue le sue battaglie al di fuori delle sigle ufficiali ma con l’immancabile combattività. Una intervista a tutto tondo da parte di Domenico Arruzzolo a chi questi temi li vive quotidianamente sulla sua pelle.
Davide, tiene ancora banco la polemica relativa all’adunata degli alpini a Rimini con relative segnalazioni di molestie e le denunce, per ora solo una alle forze dell’ordine. Che idea ti sei fatto?
Fenomeni simili si sono registrati a tutte le adunate. Comportamenti machisti che non so se siano tipici di un corpo militare, ma che di certo non professano gentilezza e dolcezza. Non mi sorprendono. Questi eventi attirano anche una platea di persone che vogliono il luogo franco per poter fare quello che gli pare. Quindi passa la ragazzina e gli toccano il culo.
Non tutti, però. Come in tutti gli eventi di aggregazioni c’è chi si lascia andare a comportamenti deprecabili.
Guarda caso non succede ovunque.
Non dirmi che al Pride, che tra l’altro si terrà il 2 luglio, non sono mai accaduti?
Se dovesse succedere una cosa del genere al Pride è una molestia comunque. La differenza è che il Pride non è un luogo dove le persone vengono molestate, non c’è quella cultura. Anzi, se una persona fa quelle cose viene espulsa. Lo so per esperienza diretta perché sono tantissimi anni che lo frequento. La persona viene allontanata o viene “rieducata”.
Ma perché segnalare a "Non una di meno" e non denunciare alle forze dell’ordine?
È molto semplice nella sua complessità: chi subisce un sopruso fa una denuncia pubblica, poi non è detto che se la senta di denunciare all’autorità giudiziaria. Ci sono tante donne che non denunciano perché ti devi accollare un iter molto lungo e non sempre hai la forza di farlo.
Non ti sembra che così siano un po’ svalutate come denunce?
Proviamo a immedesimarci nelle donne che sono da tutta la vita oggetto di molestia. Dopo tutto questo percorso vieni molestata, denunci pubblicamente, e ti dicono anche “però non lo fai alla polizia”. Insomma, non va mai bene.
Cosa ne pensi dell’assessore alle pari opportunità della Regione Veneto, Elena Donazzan, che ha difeso le “Penne nere” dicendo: “Se mi fischiano sono contenta”?
Da donna se lo poteva risparmiare, ma non rappresenta tutte le donne. Se lo dici tra amici va bene, ma se hai un ruolo sociale, come quello politico, non puoi usarlo come arma per svalutare le lotte femministe che denunciano questo genere di fenomeni.
Senti, è appena stato eliminato dall’Eurovision ma Achille Lauro fa ancora discutere. Non ti sembra che lui, come altri, stia un po’ abusando degli stereotipi dell’omosessualità per mettersi in mostra?
È quello che sostiene di solito la destra. È un punto di vista viziato, omofobo. Usiamo il termine queerizzazione, allora è una discussione che si può fare. Per me ben venga che si distrugga il machismo, come è accaduto al rap con la trap e ora con il suo ritorno nella drill. Per esempio Blanco e Mahmood non hanno mai dichiarato la loro omosessualità. È una operazione interessante sotto il profilo artistico che scardina una visione omocentrica. Achille Lauro è stato al centro di polemiche anche negli ambienti Lgbt perché il rischio è di buttarsi in un certo filone. Ma in fondo per lui ho pensato “sticazzi”: non lo legherei all’orientamento, quanto al genere. Il tema non è con chi vai a letto, ma è l’espressione di genere che mette sempre meno al centro l’uomo.
Hai esultato per la sentenza della Corte di Cassazione che permette il doppio cognome ai figli?
Sarebbe meglio dare la possibilità alle persone di decidere. Ma è una battaglia positiva.
C’è chi l’ha definita una “stronzata”, con tutti i problemi che ci sono…
È un piccolo scostamento dalla centralità patriarcale. Ci sono una infinità di Paesi latinoamericani dove da sempre il cognome è doppio.