Riprende la battaglia contro l'omofobia di Alessandro Zan, che annuncia il rilancio del Disegno di legge contro l'omotransfobia mercoledì prossimo in Senato. Proprio il 27 aprile scade, infatti, l'embargo di sei mesi previsto dopo la bocciatura a Palazzo Madama. "Sarà ripresentato lo stesso testo, perché è quello che aveva avuto il via libera alla Camera a larga maggioranza, voluto da Pd, M5S, Leu e anche da Italia Viva e da una parte di Forza Italia", fa sapere il deputato del Pd nonché firmatario della legge che porta il suo nome.
E fatalmente, come il proverbiale cacio sui maccheroni, proprio nel giorno in cui il politico dem rilancia il Ddl, dalle pagine di “Repubblica” apprendiamo che a Lucca prende il via una singolare iniziativa utile a far conoscere quanto sia gay friendly la città toscana. Il tutto avviene tramite un questionario, indirizzato alla comunità Arcobaleno, che il Comune promuove in un incontro pubblico in collaborazione con la Regione Toscana e l'Università di Pisa. Per cui, mediante il curioso test, saranno individuati gli elementi tesi a valutare la qualità della vita da parte delle persone Lgbt+ sul territorio lucchese e il grado di accoglienza da parte degli altri cittadini.
Una proposta fortemente contestata da Luca Novi, coordinatore de “Il Movimento Nazionale La Rete dei Patrioti”, da sempre ostile alla legge Zan. In questo contesto la replica di Novi sottolinea il mancato focus sui "reali problemi della città", quali carovita, crisi dell'energia, flussi migratori e quant'altro, per concentrarsi "sul bizzarro mondo degli orientamenti sessuali alternativi". Come se i reali problemi dei cittadini non riguardassero anche la tematica dell'identità di genere, ancora fonte di discriminazione a destra e a manca. Ma parliamoci chiaro, il test "quanto è gay friendly Lucca?" sembra più un questionario pescato paro paro dalle colonne del “Cioè” dei tempi belli. Ne avevamo davvero bisogno? Ai lucchesi, e non, l'ardua sentenza.