Più di 100mila like su Instagram in meno di 24 ore, una vagonata di commenti e un numero di visualizzazioni difficilmente calcolabile fra i siti web che l’hanno riportata: la foto di Cristina D’Avena in décolleté è uno di quei cortocircuiti che solo i social riescono a generare. La regina delle sigle dei cartoni animati, già icona gay per la sua partecipazione in passato a una serata al Muccassassina, ha dimostrato di essere molto di più nell’immaginario degli italiani. Lo è diventata strada facendo, anche grazie a una forma fisica invidiabile (a 56 anni), ma soprattutto a uno spirito che la mantiene una eterna ragazza.
La cantante bolognese, in vacanza a Montecarlo, ha postato uno scatto hot a mezzo busto – coperta solo da un bikini nero – e tanto è bastato a far impazzire tutti, non solo i fan. "Esplosiva, ti amavo da bambino e anche adesso" oppure "Ma hai fatto il patto con il diavolo?" sono alcuni dei commenti che si possono riportare. Dal canto suo, la cantante che abbiamo raggiunto tra una pausa e l’altra del lavoro, si è detta stupita ma fiera “perché sono una donna che ama essere femmina”. Che significa? Basta parlare un po’ per accorgersene. Sempre sorridente, dopo qualche minuto sembra di conoscerla da anni. E in effetti è così, visto che tutti siamo cresciuti con la sua voce e grazie a lei abbiamo stampati in testa i ritornelli dei nostri cartoons preferiti. Ma Cristina è anche una donna passionale: “Sono cancro, nelle relazioni mi faccio prendere e sono gelosissima”. Che nonostante la fama – mentre parliamo la fermano per scattare un selfie – va ai concerti tra il pubblico con gli amici “perché non mi è mai piaciuto fare la vip” o che se balla in un locale le può ancora capitare di innamorarsi di un ragazzo: “L’ultima volta era sia bello che intelligente, peccato vivesse all’estero” e che ammette candidamente: “Chi non usa qualche filtro per le foto?”. E se dal punto di vista professionale non avrebbe niente di più da chiedere (“ma non escludo che col pezzo giusto non pubblichi una canzone impegnata”), forse l’unico rimpianto è quello di un figlio: “Però ho ancora un po' di tempo".
La foto in déshabillé a Montecarlo ha spaccato social e il web. Te lo aspettavi?
Sinceramente non mi aspettavo tutto questo clamore, anche se mi fa piacere come donna che ama essere femmina. Mi lusinga. Poi quando leggo qualche commento un po’ spinto ci faccio una risata o mi arrabbio, ma fa parte del gioco.
In tanti si sono chiesti se la foto fosse ritoccata.
Diciamoci la verità: chi non usa filtri o un pochino di Photoshop? Non amo la chirurgia plastica ma perché ho paura. Sono completamente al naturale. È una questione genetica, anche mia mamma non ha rughe sul viso o la pelle rovinata. Sono fortunata. Per ora non ho mai fatto il botulino. Quando incontro alcuni amici che mi dicono “ma dai Crì, alziamo un po’ qua, leviamo un po’ là” gli dico sempre che finché la natura tiene va bene così. Quando inizierà a scendere qualcosa ci farò un pensierino. È ovvio che in una foto ci può stare il piccolissimo ritocco, ma chi è che non lo fa? Non è per diventare un’altra e chi mi conosce lo sa. Magari gli altri non lo dicono, ma i filtri li usano tutti.
Che ne pensi, invece, di chi come Arisa si espone anche con i suoi difetti?
La apprezzo moltissimo. Ammiro le persone che non vogliono sembrare qualcun altro e si mettono a nudo. Io stessa sono così. Fondamentalmente quando fai la televisione o le dirette sui social non puoi trasformarti. Per questo cerco di essere sempre me stessa. Arisa spesso e volentieri si mette a nudo, anche con le sue fragilità. Come quando si era tagliata i capelli, ha avuto tanto coraggio. Non so se io lo avrei fatto. Lei è ammirevole.
Fra te, Pamela Prati, Sabrina Salerno e Alba Parietti, su Instagram c’è una vera e propria riscossa delle donne mature. C’è chi lo definisce un orgoglio milf.
Credo che l’età non conti. È solo anagrafica sulla carta d’identità. Ognuno di noi ha uno spirito e una energia che va oltre l’età. Ci sono donne che a 60 anni ne dimostrano 40 e senza ritocchi, con uno spirito che trasmettono attraverso il volto. Secondo me, più che una rivalsa, è il voler dimostrare di non abbattersi superati i 50 anni. Non siamo da buttare via. Siamo donne che vivono una seconda giovinezza e abbiamo voglia di metterci in gioco. La femminilità, il carisma, il fascino, vanno oltre l’età. Se hai le rughe ma sei affascinante sarai sempre bellissima. Non è la pelle levigata che ti fa diventare più bella. È quello che trasmetti attraverso l’anima, la pelle, il sorriso, lo sguardo che contano. Certo, noi donne vediamo la ruga e cerchiamo di sistemarcela, però dobbiamo far vedere che siamo anche donne a tutte le età e viviamo il nostro tempo, arricchito con l’esperienza, il fascino e il carisma. Quindi ben vengano le Alba Parietti, le Pamela Prati e le Sabrina Salerno che mostrano la loro femminilità.
E invece in un uomo cosa ti fa impazzire?
Il sorriso! Sono io stessa una donna che ama sorridere e credo sia la prima forma di comunicazione. Quando ti presenti, per lavoro, amicizia o altro, il sorriso è la prima forma di apertura verso gli altri. Poi guardo anche il resto, però è sempre molto soggettivo. Il bello bello per forza alla fine non sempre può piacere. E aggiungo gli occhi. È anche vero che se ha un bel sorriso, un bello sguardo, un bel portamento e però non ha nulla da dire, il resto decade. Anzi, è terribile. Io devo provare una scossa elettrica. E la percepisco guardandolo e parlandoci, sia di cose serie che di cose futili.
Quando ti è successo?
Una volta mi sono innamorata di un ragazzo a una festa mentre ballavo. Aveva un modo di fare, di guardare, di interagire con il mio sguardo che era fortissimo. E io mi dicevo: speriamo sia lo stesso anche mentalmente. Fortunatamente era così. Peccato solo che viveva all’estero. Io sono una persona che si fa coinvolgere molto, sono del segno del cancro e oltre a prendermi tantissimo, sono gelosa. Non potrei sopportare di stare con uno che abita in America. Mi sono anche capitate scene imbarazzanti, soprattutto in discoteca con certi marpioni. Mi facevano ridere, perché o lo sanno fare, oppure quando esagerano sono semplicemente buffi.
Perché tu vai ai concerti o in discoteca normalmente, con gli amici di sempre.
Sì, certo. Concerti o serate in mezzo al pubblico. Non amo fare la vip. Mi piace vivere semplicemente. Pago il biglietto con i miei amici e mi butto in pista.
Sai che ci sono certi critici che non riconoscono il valore delle tue canzoni? Le considerano solo “canzoncine” per i cartoni animati.
Mi batto molto sul fatto che pensano siano canzoni di serie B e quindi non si debba prendermi in considerazione. Ho dimostrato di aver cantato con 36 artisti in 'Duets - Tutti cantano Cristina' e le mie canzoni le hanno cantate tutti, da J-Ax a Baby K, da Loredana Bertè a Patty Pravo, da Nek e Ermal Meta. Ho raggiunto un disco di platino e due dischi d’oro. È stata una bella soddisfazione. Ho voluto dimostrare che cantanti pop o impegnati sono fan della mia musica.
Ma ci hai mai pensato a provare una strada più “impegnata”??
Ogni tanto mi chiedono di cantare qualche altro brano e non ti nego che mi piacerebbe. Se trovo il pezzo giusto, perché no? Se mi diverto ci faccio anche un album. Non è che sia limitata, è che non ho mai voluto farlo. Nel mio mondo ci sto benissimo, il pubblico mi ama e non ho mai sentito l’esigenza. Ultimamente me lo chiedono in tanti. Ci sto pensando, potrebbe anche succedere.
La tua carriera è lunghissima e ricca di successi, parte da quando a soli tre anni cantavi Il valzer del moscerino allo Zecchino d'Oro. Ma c’è qualche rimpianto?
A livello professionale no. Forse l’unico, laterale, riguarda il cinema. In particolare, mi sarebbe piaciuto essere presente in qualche altra fiction. Mi piace moltissimo recitare e mi è spiaciuto che si sia bloccato tutto senza aver avuto l’opportunità di fare altro. Nessuno si è ricordato che c’ero anch’io, nonostante abbiano fatto migliaia di fiction. Potevano anche chiamarmi, ma vabbe', fa niente. A dir la verità non mi sono neanche proposta più di tanto. Nella vita, in questo momento forse un bambino potrebbe essere un rimpianto. Non saprei dirlo con certezza. Non ho avuto figli perché mi sono dedicata alla mia carriera. Per gli uomini è diverso, mentre noi donne abbiamo questo benedetto orologio biologico che ci dice “ué ciccia, cosa vuoi fare?”. Si pensa sempre di avere tempo, ma poi passa un anno, poi due e vai avanti con altre scelte. Per ora mi sento una ventenne e non ci penso. Gianna Nannini insegna, avendo una bambina a 57 anni, per cui ho ancora un po’ di tempo.