Che cosa sta succedendo in Italia? Se in questi giorni un marziano dovesse atterrare nel nostro Paese con la sua navicella spaziale, e leggere titoli, articoli e commenti presenti su alcuni quotidiani presenti in edicola, potrebbe pensare di essere finito in una nazione in odore di colpo di Stato. Più un Venezuela o un Congo qualunque, che non – fino a prova contraria – la libera e democratica Italia. Certo, potremmo discutere ore con il nostro amico alieno in merito al contenuto di questi due concetti, libertà e democrazia, evocando tutte le nefandezze politiche avvenute nel corso degli ultimi anni e le tante, troppe brutte storie politiche che hanno contraddistinto Palazzo Chigi. Dovremmo però spiegargli che, forse, una buona parte della stampa progressista italiana sta esagerando nell'apparente tentativo di spacciare il governo (di centrodestra) guidato da Giorgia Meloni come una combriccola di piccoli despoti desiderosi di tappare la bocca ai giornalisti e silenziare i quotidiani scomodi, nonché di sostenere che gli amici “del regime” possano scorrazzare nelle tv controllate dal potere per vendere agli instupiditi telespettatori propaganda un tanto al chilo. Qualunque cosa si possa pensare sull'esecutivo Meloni, questo è forse oggettivamente il metodo politico meno intelligente e utile per sminuire l'immagine della premier.
Più che altro per due motivi. Il primo riguarda l'ipocrisia delle bocche di fuoco che stanno attaccando Meloni, ed è stato spiegato alla perfezione da Daniele Capezzone, direttore editoriale del quotidiano Libero. Nella sua rassegna mattutina, Capezzone ha acceso i riflettori su un paio di aspetti che dovrebbero farci riflettere. “L'Italia era il paradiso della libertà di stampa finché c'era il Pd (al governo ndr), lo era quando quelli che governavano lo facevano senza aver vinto le elezioni e quando venivano fatti lockdown, green pass e Dpcm. Poi è arrivata Meloni è scatta il putiferio”, ha spiegato il giornalista. C'è però un altro aspetto curioso attenzionato da Capezzone: perché i leader dei principali partiti d'opposizione stanno cavalcando l'onda della “democrazia italiana a rischio” quando, soltanto pochi giorni fa, erano in campo, ad abbracciarsi, ridere e scherzare con i loro nemici politici in occasione della partita del cuore? “Se c'è questo fascismo che incombe, allora perché dieci giorni fa è andata in scena la Partita del Cuore e Schlein sorrideva con Ignazio La Russa? Se c'è un regime si va in montagna a combattere. Anzi: sconsigliamo di partire per le località di vacanza. La democrazia è in pericolo. Auspichiamo allora che i dirigenti del Pd vadano in montagna per fare la resistenza e non - immaginiamo - a Cortina”, ha aggiunto Capezzone.
C'è poi un secondo punto da evidenziare. In un Paese dove la libertà di espressione è a rischio, a regola, non dovrebbero esserci giornali e giornalisti in grado di attaccare – legittimamente, e ci mancherebbe altro – un governo in carica. Eppure, dicevamo, basta leggere la stampa odierna per ottenere un quadro emblematico. Da un lato ci sono i giornali dell'area di centrodestra, dall'altra ecco il polo progressista caricare a testa bassa la premier e parlare di ipotetiche "prove di regime contro la stampa". Le vacanze, in ogni caso, incombono per tutti. I guardiani della democrazia si prenderanno una pausa per godersi un po' di relax al mare o in montagna, oppure, se davvero sentono l'incombere del fascismo, resteranno in prima fila a proteggerci dalle ombre oscure? Lo scopriremo molto presto...