Il 13 agosto 2007, Andrea Sempio, amico di Marco Poggi, fratello di Chiara, sembrava e credeva di avere un alibi solido e di ferro: dichiarava di trovarsi a Vigevano, alla ricerca di un libro alla libreria Feltrinelli. Ma un’analisi del traffico telefonico, oggi a 18 anni dall'omicidio, ha svelato una realtà ben diversa: il suo cellulare agganciava la cella di Garlasco, non quella di Vigevano. In altre parole, Sempio si trovava a pochi passi dalla casa di Chiara, proprio mentre la giovane veniva brutalmente uccisa. Il caso di Chiara Poggi, che fino ad oggi aveva visto Alberto Stasi come unico imputato, torna a riaprirsi. Stasi, al tempo fidanzato della vittima, è stato condannato a nove anni di carcere, nonostante abbia sempre proclamato la propria innocenza. Su di lui pesano non solo le tracce di Dna trovate sotto le unghie di Chiara, ma anche il suo alibi che, seppur solido, rimane sospetto. A differenza di Stasi, che può dimostrare di essere stato a casa a lavorare alla tesi di laurea grazie ai registri del suo computer, Sempio non può dare una spiegazione altrettanto convincente su dove si trovasse quella mattina fatale.


Sempio, infatti, racconta di aver lasciato casa sua verso le 10, preso l'auto della madre per dirigersi verso Vigevano. Nonostante la libreria fosse chiusa (come ogni lunedì mattina), ha conservato uno scontrino del parcheggio, che avrebbe dovuto provare la sua presenza a Vigevano alle 10.18. Peccato che Chiara fosse già stata uccisa tra le 9.12 e le 10, prima che Sempio avesse fatto il suo “giro” in città. Inoltre, lo scontrino non riporta la targa del veicolo, rendendo impossibile verificarne l’autenticità. Ma non è tutto. Il telefono di Sempio rivela uno strano e inquietante flusso di comunicazioni tra lui e due amici di vecchia data, Roberto Freddi e Mattia Capra. La mattina del 13 agosto, i tre si scambiano una serie di chiamate e messaggi, in un lasso di tempo che coincide con le fasi cruciali dell’omicidio. La difesa di Stasi ha scoperto che anche i cellulari degli amici di Sempio non si trovano a Garlasco, nonostante avessero dichiarato di esserci tutto il giorno. Questo solleva dubbi su chi abbia realmente passato la mattina insieme a Sempio e su cosa stessero facendo. Nel frattempo, le indagini, che erano state concentrate su Stasi, oggi riportano l’attenzione sugli amici più stretti della vittima. I dati del traffico telefonico sono chiari: chi si trovava a Garlasco quella mattina ha attivato la cella di via Santa Lucia. E Sempio non ha alcuna giustificazione per non esserci stato. Oltre al comportamento sospetto, Sempio emerge come una figura dalle inclinazioni particolari, con una passione per armi, coltelli e gruppi che esaltano la figura dell'uomo dominante. Cosa nasconde davvero questo ex ragazzo, oggi adulto, che lavora in un negozio di telefonia? Il mistero si infittisce mentre su Giallo vengono pubblicate le foto di Sempio al tempo dell’omicidio di Chiara, quasi irriconoscibile con i capelli lunghi. “La Procura vada pure a controllare non c'è nessun contatto tra me e Chiara, di nessun tipo. Non c'è nessun collegamento tra me e lei in quegli anni. Il Dna? Io frequntavo la casa quindi tracce mie in giro è molto probabile che ci siano. Solo poi la casa è diventata una scena del crimine. Credo si tratti però di un dna da contatti con oggetti e non da contatto diretto. Un cuscino, una sedia, qualcosa che potesse essere stato messo a disposizione di un ospite".

