Amber Heard è una frigida. Dico sul serio. Sono stati pubblicati alcuni documenti del processo Depp v. Heard e tra questi c’è l’accusa di frigidità, Amber non gode, è rigida, impermeabile a qualsiasi tentativo di eccitarla. In più l’ansia, che secondo gli avvocati di Depp avrebbe inquinato il loro rapporto. “Ma quale cultura maschilista e patriarcale può farti pensare di avere il diritto di divulgare una cosa così personale? Il corpo è della donna, il sesso è una cosa privata”. Indignati, ve’? Non preoccupatevi, scherzavo. Non è uscito nulla del genere. Anzi, è successo proprio il contrario. O meglio, di Heard si parla nei documenti desegretati considerati inammissibili dal Tribunale della Virginia: in particolare di qualche foto nuda del periodo in cui Heard lavorava come “ballerina esotica”. Ma niente a che vedere con l’accusa fatta ai danni di Depp su una presunta disfunzione erettile. La mozione dei legali dell’ex moglie risale al 28 marzo. Come? Non sento bene? Ah, nessuno è indignato? Alla fine di un uomo presunto violentatore si può dire tutto. Mi ricorda un po’ l’abitudine di voler sapere, del criminale, pure dove vadano a scuola i figli, non sia mai ci venisse in mente qualche ritorsione fantasiosa ai danni dei suoi affetti, perché tanto se lo merita, è uno schifoso, deve bruciare all’inferno con tutta la sua famiglia. Vi vedo con i cartelli LGBTQ+ appoggiati all’angolo di una stanza, appena tornati da una manifestazione, che vi aprite una Mole-Cola (la versione torinese della Coca-Cola, che è troppo liberista e americana per i nostri gusti), accendete il computer e iniziate a cercare la prossima vittima o presunta tale. Scrollate la vostra home e vi compare una news di Skytg24 o Rainews: “Amber Heard v. Johnny Depp: nuova rivelazioni …” e iniziate a sbavare. Speriamo ci sia qualcosa che ci dia il permesso di scagliarci contro l’ennesimo uomo bianco di successo.
Inciso (perché lo so che a questo punto ce n’è bisogno): in Occidente c’è un problema di patriarcato e di maschilismo, nessuno lo nega (molestie sul posto di lavoro, gender pay gap, sottorappresentazione di LGBTQ+ e donne nelle università e così via). Ieri ricorreva l’anniversario della morte di Carla Lonzi, l’eroina (in tutti sensi) femminista delle femministe più incaponite d’Italia. Aveva scritto uno Sputiamo su Hegel che varrebbe la pena di rileggere (anche perché scritto con raffinato gusto letterario). Ma la denuncia senza un po’ di logica è come una recensione a un libro fatta da qualcuno che non sa leggere. Bisogna anche avere in testa un minimo di misura, un certo senso della ragionevolezza. Per esempio, venendo proprio al caso di Depp. I legali di Heard dicono: “Sebbene il signor Depp preferirebbe non rivelare la sua condizione di disfunzione erettile, tale condizione è assolutamente rilevante per la violenza sessuale, inclusa la rabbia del signor Depp e l’uso di una bottiglia per violentare Amber Heard”. A parte che suona un po’ come “non vorrei dirlo, ma lo dico”. Ma cerchiamo di capirci qualcosa di più. Certo qualcosa si trova sulla correlazione “disfunzione sessuale – stupro”. Per esempio uno studio del 2010 mostrava come circa l’8% degli stupratori soffrisse di un qualche tipo di disfunzione sessuale e che questo portasse a una maggiore incidenza di violenza intra-stupro e di lesioni non genitali. Ma proviamo a ragionare. Secondo alcune statistiche entro il 2025 avremo circa 322milioni di casi di disfunzione erettile nel mondo. Avremo per caso 322milioni di stupratori? Appunto. Basta un po’ di senso comune per capire che la disfunzione erettile non dimostra che chi ne soffre sia stato uno stupratore. Non solo non tutti gli stupratori soffrono di disfunzione erettile, ma non tutti coloro che soffrono di disfunzione erettile di placcano ai bordi della strada e ti violentano. Si capisce perché la Corte abbia considerato insignificante quest’accusa (come, giustamente, ha considerato insignificante il tentativo di far passare Heard da escort). Se non tanto per la mancanza di prove, per la mancanza di senso.