Lo scorso 11 aprile nel tribunale di Fairfax, in Virginia, è iniziato un processo le cui udienze stanno passando davanti agli occhi del mondo intero, giorno dopo giorno. Ne stanno nascendo meme, video social dalle parti dell'emotional, pallidi scambi di vedute sul web e molti articoli con la bizzarria del giorno a diventar puntualmente virale. Sì, stiamo parlando della causa tra Johnny Depp e l'ex moglie Amber Heard. E lo stiamo facendo perché, a prescindere da come andrà a finire, ci sono alcuni punti che stanno sfuggendo alla pubblica opinione, come se non fossero fondamentali. Per esempio, se oramai il fatto che la biondissima attrice abbia defecato sul coniugal talamo è chiaro anche ai sassi, meno cristallino è che qui non è Johnny Depp a essere sotto processo, ma proprio Amber Heard. La causa in questione esiste perché lui l'ha denunciata per diffamazione e chiede 50 milioni di dollari come risarcimento.
In cosa consisterebbe la diffamazione? Semplice: dal 2018, la co-protagonista di Aquaman va scrivendo, dicendo e socializzando come Depp sia stato un marito violento, un "picchiatore di mogli". Con questa nomea sulla collottola, ancora prima che i fatti venissero accertati dalla giustizia americana (non lo sono ancora stati), l'ex idolo degli anni Novanta ha perso tutto: ruoli in franchise prestigiosi (Animali Fantastici, I Pirati dei Caraibi) e collaborazioni a campagne pubblicitarie. Oltre che, di conseguenza, centinaia di milioni di dollari (450 già solo quando Disney ha rescisso il contratto con lui bisbiandogli adieau). "La mia carriera è finita", ammette un Depp visibilmente appesantito che appare sempre più spossato e stanco di combattere contro i mulini a vento. Però non smette di farlo. E ha ragione. Considerato che, per moltissimi motivi, non dovrebbe nemmeno trovarsi in questa (grottesca) situazione.
Ricapitolando: Depp e la Heard si erano conosciuti nel 2011 sul set del film The Rum Diaries. L'anno successivo, l'interprete di Jack Sparrow molla Vanessa Paradis ponendo fine a 14 anni di relazione, esce subito allo scoperto con la nuova fidanzata Amber e nel 2015, dopo brillocco di rito, la sposa. Il matrimonio dura giusto il tempo di pubblicare l'annuncio del divorzio, qualche mese. L'anno successivo, infatti, i due non risultano più sposati ufficialmente "per inconciliabili divergenze caratteriali", precisa una nota congiunta. Insomma, una storia come tante. Soprattutto in quel di Hollywood. E invece.
E invece, durante un'udienza per la causa di divorzio, la Heard si presenta con un livido sul viso procuratogli, a suo dire, da Depp: "Mi ha lanciato il telefono in faccia prima di arrivare in tribunale", sostiene. E... non capita pressoché nulla. Il dibattito in aula prosegue e si conclude con una cifra di 7 milioni di dollari che Depp dovrà passare all'ex moglie, più un patto di non divulgazione tra i due. Ovvero: da quel giorno in poi, correva ancora l'anno 2016, entrambi non avrebbero più potuto parlare negativamente in pubblico di ciò che era stato il loro matrimonio. Questo, come sappiamo, non è successo.
Nel 2018, Heard scrive un oramai famigerato editoriale sul Washington Post vergando quanto sia dura essere una donna in generale e lei in particolare. In una riga c'è un riferimento, senza espressa citazione, all'ex marito: la donna afferma che, pur essendo stata vittima di violenza domestica da parte di "un uomo" e che la cosa fosse stata davanti agli occhi del mondo (il riferimento è sempre al famigerato livido in viso), si era ritrovata davanti sguardi sospettosi, dubbi sulla sua buona fede e aggiunge di aver temuto per la propria carriera: subodorava la possibilità che le levassero il ruolo in Aquaman.
Tutto questo sempre per quel livido mostrato in aula due anni prima, unica "prova" di "violenza fisica" da parte dell'attore ai danni della donna. E sufficiente a farlo descrivere da lì in poi come un "picchiatore di donne". Almeno dal 2016 a oggi quando, la casa di make up che Heard avrebbe dichiarato in aula di aver utilizzato per coprire l'escoriazione al viso nella vita di tutti i giorni, nel 2016 non fosse sul mercato. Ci sarebbe arrivata solo l'anno successivo. Ah.
Ma queste sono quisquilie, lo sono davvero. Soprattutto perché durante questi primi giorni di processo, stanno uscendo dettagli grottesco direttamente dai diretti interessati riguardo alle dinamiche relazionali tra i due ai tempi del matrimonio flash: liti furibonde, feci nel letto e continue aggressione fisiche. Sarebbe stata lei, invece, a picchiare frequentemente lui, sostiene oggi l'attore a cui la donna sarebbe perfino arrivata a trinciare via di netto la falange di un dito. Come riportato dai referti medici che l'attore, lui sì, sta portando in aula.
Grande spazio, anche, alla registrazioni e all'esposizione delle chat private tra i due. I legali di lei hanno scelto di leggere in aula tutto, ogni cosa: da "Amore, abbiamo finito il latte" alle sessioni di sexting - c'è da dire, sempre molto compite e per questo molto spesso al limite del ridicolo. Oltre che dell'umiliazione, se ci si immedesima anche solo per un attimo nei panni di entrambe le parti in causa.
Di bizzarria in bizzarria, c'è una frase, però, che risale ai tempi del matrimonio e che è stata portata in aula dai legali di Depp in questi giorni, in cui la Heard, parlando con Depp gli espone un concetto tanto semplice quanto raggelante: l'attrice gli paventa che nessuno crederà mai a lui. Come mai? Perché è un uomo. Ecco la citazione completa: "Dillo pure al mondo, Johnny. Dillo: 'Io, Johnny Depp, un uomo bianco, sono vittima di violenza domestica' e vedi chi ti crede, vedi quante persone staranno dalla tua parte". E sapete qual è la cosa più terribile di questa "profezia"? Il fatto che si sia, almeno finora, avverata.
In buona sostanza, per via di quel livido in volto e delle sue parole, Heard è considerata, dal 2016 una paladina femminista. Inoltre ha continuato a lavorare anche più di prima al cinema e come speaker a vari convegni internazionali contro la violenza sulle donne. Mentre Depp, fin da subito ha risposto alle accuse dicendo che fosse lei quella violenta tra i due, rimando inascoltato, lei ha proliferato, è stata considerata un'icona di coraggio e battaglia sociale contro la mascolinità tossica.
Intanto, il divo ha perso ruoli, collaborazioni e dignità, dovendo lottare ogni giorno contro una reputazione da "picchiatore di mogli". Così l'ha definito un magazine spagnolo che si è visto prontamente fare causa da Depp. L'attore l'ha persa. La sua nomea era (ed è) oramai talmente compromessa da viziare pure il giudizio della giustizia.
Questo nonostante il fatto che le ex di Depp, da Winona Rider a Vanessa Paradis si fossero pure espresse pubblicamente per dire che Johnny, di indole, non farebbe del male a una mosca. Dichiarazioni coraggiose da fare da parte di donne celebri a cui, di conseguenza, mai converrebbe, anche "solo" lavorativamente, schierarsi dalla parte di quello che per tutto il mondo (femminista e no) è "il cattivo". Eppure, nonostante i rischi, loro hanno dato pieno sostegno all'ex fidanzato. Del resto, "L'unica persona di cui io abbia mai abusato nel corso della mia vita sono io", dichiara oggi l'attore in aula.
Mentre, dopo sei lunghi anni, forse l'affaire Heard si sta sgonfiando in una bolla d'aria fritta (ci sono esperti pronti a dichiarare sotto giuramento come la donna sia affetta da disturbo bipolare e/o borderline di personalità), "la mia carriera è finita, questa nomea di uomo violento contro le donne, a prescindere da come andrà il processo, mi rimarrà addosso per tutta la vita", ammette l'attore durante una commossa ma pragmatica deposizione. E, con ogni probabilità, è davvero così: difficile immaginarlo scritturato in un prossimo blockbuster che non sia un docu-film su questa terribile vicenda giudiziaria.
E la vicenda giudiziaria è già "terribile" perché in primo luogo, stando ai fatti emersi finora - e in sei anni, ce ne fossero stati altri, avrebbero ben avuto modo di uscire - la vita di un uomo è stata stravolta, compromessa irrimediabilmente, falcidiata dalle sole parole di una donna, mentre quelle di lui, fino a questo momento almeno, non erano mai state prese in considerazione. Chi crederebbe a un uomo che denuncia di essere stato vittima di violenza domestica, del resto? Questa provocazione di Heard riecheggia nell'aula di tribunale e da lì al resto del mondo provocando più di un brivido lungo la colonna vertebrale.
Depp è violento perché su Whatsapp con gli amici, raccontando una feroce discussione di coppia, le ha dato della "bitch"? È vero, nell'ambito di quel contesto, ha anche scritto che "ci sarebbe solo da darle fuoco" e perifrasi sul tema. Ma questo significa che la volesse morta "davvero"? È una prova sufficiente a stabilire che Depp abbia una personalità potenzialmente pericolosa? Non scherziamo: chiunque di noi (maschi, femmine o triceratopi) almeno una volta nella vita, se non tutti i giorni, reduce da una accesa discussione, si è lasciato andare a invettive coloratissime contro il "nemico" di turno. Il capo, la capa, il padre, la madre, il fratello, la sorella, l'anonimo sciagurato o l'anonima sciagurata che ti supera sulla destra in macchina e quella professionista di sua madre.
Nella lingua italiana, come in quella americana, esistono delle armi meravigliose: le figure retoriche. Tra queste, citiamo l'iperbole, grande alleata di ogni litigio degno di questo nome. Perché, altrimenti, se davvero dovessimo prendere alla lettera le parole che vengono fuori all'apice dell'ira, corriamo ad ingabbiare tutte le mamme che "Come ti ho fatto, ti disfo", tanto per cominciare. Ma poi, secondo l'illuminante parere dei legali americani, una coppia come dovrebbe mai litigare? Senza arrivare al classico "lancio dei piatti" (che è talmente fuori da ogni concezione possibile da aver avuto modo di diventar addirittura cliché), bisognerebbe discurere bisbigliando in modo gentile?
Immaginate la scena: lei scopre un tradimento di lui (o viceversa), all'improvviso. Cosa dovrebbe dire? "Spero che non ti venga mai la sifilide e che tu possa godere di una lunga e felice vita ricca di soddisfazioni, amore mio?". E, riferendo il fatto agli amici, quali epiteti sono legalmente accettabili per definire il traditore (o la traditrice) nell'ambito di conversazioni che, ricordiamolo, sono private (e tali dovrebbero rimanere)?
Non ci soffermeremo neanche su quanto sia avvilente vedere una situazione così problematica, delicata e complessa come quella della violenza sulle donne diventare un circo mediatico. Non diremo quanto sia altrettanto svilente avere la consapevolezza che tale teatrino, oltre a portare meravigliosi meme, non sposterà di un millimetro la sensibilità della pubblica opinione: Giovanna di Imola o chi per lei, qualunque donna realmente abusata continuerà a dover impiegare mesi o forse anni prima di far sentire la propria voce e ancora più tempo per essere creduta.
Ma poco male: intanto la paladina Amber Heard continua a recitare al cinema, Johnny Depp no e esiste un canale Youtube che raccoglie tutte le udienze del processo, giorno per giorno, comprese le deposizioni sui fatti più bizzarri che riguardano la ex vita di coppia di queste due celebrità. Solo che tutto questo non è un film. Depp non dovrebbe nemmeno trovarsi in quella situazione e se davvero basta così poco per finirci, arrestateci tutti. Prima i maschi bianchi etero privilegiati, naturalmente. Poi, le signore.