Mentana, Meloni e Barbenheimer
Giorgia Meloni ed Enrico Mentana, viviamo nell’epoca della superficie, per cui vorrei commentare l’intervista andata in onda ieri su La7, in maniera “superficiale”, ricordando però che è nella “superficie” che abitano le metafore. Così la “skin care”, la cura della pelle, vale sia per le interviste televisive che in caso di esplosione di ordigno nucleare: danni alla pelle diretti e danni alla pelle derivanti dal fall out. Tutto molto Barbienheimer. Ma comunque, l’intervista di Mentana alla Meloni era smunta. Forse Mentana era così contento di avere fatto la doppia (Schlein e Meloni) che avrà pensato che il risultato lo aveva portato a casa e bòn, non si è impegnato più di tanto.
Giorgia, dal canto suo, sembrava un po’ stanca, ma forse è il colore appastellato che sparava o forse, come tutti, è un po’ esaurita perché sta andando in giro per comprare i regali di Natale, oppure ancora era un effetto voluto tipo “sono Giorgia, sono una donna, sono cristiana e devo pure venire da Mentana con tutte le faccende che ho da fare a casa”, trasmettendo così il messaggio, che funziona, “ma guarda te cosa mi tocca fare”, e se non si è messa particolarmente in tiro è perché era già andata alla prima del documentario di Tornatore su Brunello Cucinelli, quello che vende le sciarpe a più di 500 euro (e poi ci credo che parla di azienda felice, sai le risate che si fanno) e sono pochissimi quelli tra gli elettori che, risparmiando sulla spesa alla Lidl, se la potranno permettere per queste feste: insomma sembra una scelta azzeccata quella dell’immagine del premier (al maschile) quanto il più vicino possibile a quella dell’elettore (in questi giorni abbiamo tutti un po’ quella faccia come a dire: “Ci mancavi solo tu”).
Però i commenti in rete, dato l’affetto che in tanti provano per Giorgia, erano tutti del tipo: “Uh come è sbattuta”, mentre i più maligni sfruttavano l’effetto Tartaro-Giuli per fare commenti poco eleganti sulla tenuta dello smalto del suo sorriso. Alessandro Giuli, infatti, durante la fiera Più Libri Più Liberi ha rilasciato un’intervista su non si sa cosa perché tutti sono rimasti ipnotizzati dal colore dei denti, una sorta di buco nero della cultura. Probabilmente l’effetto era voluto: Alessandro Giuli, come ogni buon italiano, fuma il sigaro Toscano e — non lo so esattamente il perché — i fumatori di Toscano, a farsi la pulizia dei denti, non ci vogliono andare; probabilmente il dente fumé è, tipo, uno status symbol patriottico, non saprei.
Comunque Giuli è maschio, l’omo ha da puzza’, porta gli stivaloni ed è anche giusto che sappia di cuoio, tabacco e sudore di cavallo (una volta era di questo che doveva sapere il vero gentiluomo).
Ma Giorgia non fuma italico. Come abbiamo scritto il (al maschile) premier fuma le Vogue e quindi non si può fare passare il colore un po’ spento del sorriso (io non l’ho visto così “spento” e macchiato, lo hanno visto gli altri che sono maliziosi) come il dente opacizzato perché che fuma l’N80 (gloriosa, ma non la producono più) o l’Esportazione senza filtro (micidiale ma col pacchettino piccino picciò), considerando che anche le MS sono state vendute alla British Tobacco.
Quattro consigli di bellezza
Per cui ecco dei consigli “care” economici, alla portata di tutte le tasche, in maniera da conservare la vicinanza con l’elettorato che non arriva a fine mese.
Viso. Ho cercato crema economica per il viso e il sito di Vogue (come le sigarette che Lei fuma) mi ha proposto la CeraVe Healing Ointment perché è economica e la usa anche la Emily Ratajkowski, ma ho visto il prezzo: siamo sui 50 euro, e con l’economia di guerra alla quale ci staremmo appropinquando, io Le consiglierei la buona, cara (nel senso di affetto, non di prezzo), vecchia Nivea, addirittura nella versione “universale” a 3,90. La vendono anche in Russia e, pare, sia la più adoperata in Siberia.
Denti. Certo, l’igienista dentale di uno studio medico dentistico resta la scelta migliore. Ma anche questa opzione sembra un po’ cara rispetto alle economie familiari che, ci dicono molti studi di settore, stanno sempre più rinunciando alle spese mediche se vogliono fare mangiare i figli. Per sbiancare i denti a casa si consiglia un lavaggio con spazzolino, bicarbonato di sodio (0,99 centesimi alla scatola) e succo di limone: ne basta mezzo, circa 5 centesimi a limone all’origine (li pagano poco, i produttori, rispetto alle vendite al dettaglio, forse è un problema che andrebbe affrontato, più che dell’origine dei vari frutti e ortaggi se patriottici o meno). Per il tartaro, invece (glielo hanno notato, i maliziosi, tra i denti inferiori), lavaggi con bicarbonato e sale grosso.
Capelli. Tanto successo ha avuto il suo “half up hair” (capelli metà raccolti e metà sciolti), che sono il corrispettivo tricologico della cosiddetta "guerra ibrida" durante le sue trasferte americane, dove probabilmente e giustamente Ella era influenzata dalla moda del Potere Americano che non ammette eccezioni: “Io sono di Potere e sono Figo e Tu No”, società americana nella quale sono i poveri cristi degli elettori a dovere assomigliare ai potenti e non il contrario. Potrebbe anche riprenderlo: un elastico, alla fine, è alla portata di tutte le tasche. Al posto dello shampoo può usare l’aceto di mele, anche se alla Lidl e all’Eurospin si trovano shampoo a pochi centesimi.
Labbra. I maliziosi le hanno notate un po’ secche e screpolate. A me non pareva proprio. Ma comunque. Ovviamente io lascerei perdere rossetti appanterati, trattamenti labbra rinvigorenti e filleranti. Creme che promettono gommoni sui quali solcare il mediterraneo nella speranza di una vita migliore. Io, se Ella permette, mi butterei sul classico e intramontabile burro di cacao Labello, costo poco più di due euro. Sì, non è italiano ma tedesco e c’è il rischio che Zerocalcare non vada in farmacia perché la Labello fu fondata nel 1909. Però Massimo Cacciari ha detto che tu, un burro di cacao, per combatterlo, devi prima provarlo.
Il Grande Boh
Sa, io sono tra quelli del Grande Boh. Non ho capito come sia possibile che all’improvviso sembra che siamo lì lì per assistere alla Terza Guerra Mondiale e non ne abbiamo assolutamente capito il perché. Gli enunciati di principio, teorici e astratti, non ci soddisfano. Non per criticarla, ma sinceramente perché, data la situazione, vorremmo almeno capire.
Così come quando Lei ha sostenuto che occorre un’azione “deterrente” europea, e non “appaltata” agli americani, per evitare brutte sorprese in futuro. Mi chiedo: che deterrenza possiamo mettere in atto noi europei contro la Russia se non quella atomica? E mettere in piedi una deterrenza europea nei confronti della Russia non vuol dire passare dall’“appalto” americano a quello “francese”, unica nazione, la Francia, a possedere arsenale nucleare? Perché se non ci armiamo nuclearmente, finisce che facciamo la deterrenza ai russi coi soldatini di piombo.
Lo sa che per attuare una vera deterrenza dovremmo incominciare anche noi italiani un piano per dotarci di bombe nucleari, con la responsabilità che ne deriva di nuclearizzare ed essere nuclearizzati? Vuole cominciare un piano atomico per l’Italia o l’atomica deve essere sempre “appaltata”? Mi sembra che tali questioni non siano state affrontate da Mentana.
In ogni caso, meglio farci trovare belli, così almeno, quando ci si squaglierà la faccia, potremmo dire: ma che peccato!