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Se volete capire il sistema Pavia del caso Garlasco dell'imprenditore del riso Fabio Aschei dovete sapere. Ecco la sua storia tra servizi segreti, criminalità e quei nomi che tornano sempre

  • di Gianmarco Serino Gianmarco Serino

  • Foto: Ansa

6 dicembre 2025

Se volete capire il sistema Pavia del caso Garlasco dell'imprenditore del riso Fabio Aschei dovete sapere. Ecco la sua storia tra servizi segreti, criminalità e quei nomi che tornano sempre
Un ex colosso del riso, Fabio Aschei, racconta come il “Sistema Pavia” avrebbe demolito la sua impresa: accuse di associazione mafiosa, traffico di cocaina e di elicotteri con l'Iran poi crollate, beni svenduti ai competitor e un sottobosco di dogane, curatori, servizi e intermediari mediorientali. Una storia inquietante

Foto: Ansa

di Gianmarco Serino Gianmarco Serino

Abbiamo conosciuto un imprenditore, anzi, a questo punto, ex imprenditore del riso tra i più importanti in Europa che sarebbe stato stritolato in malo modo da quello che i giornali hanno ormai battezzato come “Sistema Pavia”. Il dottor Fabio Aschei era titolare dell’impresa Europea Spa, ad oggi per altro sparita dal registro delle imprese nazionale, che in potenza stava per diventare uno degli attori nazionali più importanti nel settore risicolo. Il riso è un bene di consumo strategico per l’Italia per quanto riguarda la sua diplomazia nei confronti dei paesi del terzo mondo e del Medioriente, dove la domanda di questo cereale è altissima. Per ogni sacco di riso si sfama una famiglia. E questo già è un dato importante da tenere a mente. Aschei, ad ogni modo prima viene ostacolato dall’Agenzia delle dogane di Pavia per difformità delle merci, poi finisce in una girandola giudiziaria che dal 2008 al 2019 lo vede soggetto di più di una ventina di accuse, dall’associazione mafiosa al traffico internazionale di cocaina e di elicotteri con l’Iran. Tutte queste accuse poi sono decadute e oggi il dottor Aschei si ritrova in braghe di tela perché tutti i suoi beni, in sostanza sono stati messi all’asta dal Tribunale fallimentare di Pavia. Oltre al danno la beffa, perché, la sua azienda e il suo impianto industriale, periziati sui 60 milioni di euro, sono stati messi all’asta per pochi milioni e acquistati da una joint venture dei suoi principali competitor nel settore, Euricom di Francesco Sempio e Riso Scotti. Questo poi non vuol dire assolutamente nulla, ma è il racconto di Aschei che è davvero inquietante. Una storia abbastanza incredibile che lo stesso dominus del riso, ormai decaduto, ci ha raccontato di persona e fa emergere tutto un lato del Sistema Pavia che ancora non si era toccato a livello giornalistico, ovvero quello della presenza di personaggi ambigui riconducibili ai servizi segreti e alla criminalità organizzata. Un sistema che passa da Pavia, ma evidentemente è molto più esteso di quanto non si voglia credere.

Riso Ansa
Il riso in Medioriente e in Asia è un bene prezioso Foto Ansa

Quindi, la sua azienda, Europea Spa è svanita nel nulla. Sul sito ufficiale delle camere di commercio, registroimprese.it parrebbe non esistere

Pare di no, mi pare un buon punto di partenza.

Se io volessi richiedere una visura della sua impresa, Europea Spa, fallita e poi acquisita da Nextrice a chi dovrei chiedere?

Bisognerebbe chiedere al presidente della camera di commercio di allora, l’ex onorevole Giacomo de Ghislanzoni Cardoli. Che io avevo interpellato quando era ancora presidente della commissione agricoltura alla camera e gli avevo detto guarda, io ho qualche problema dal punto di vista industriale perché, con tutto quello che mi sta succedendo non riesco più a mandare avanti i miei affari. Lo sa che cosa mi ha risposto?

No

“Caro Fabio, la tua azienda fa gola a molti, devi trovarti un buon avvocato e un buon commercialista”. Beh grazie, questo lo sapevo anche io, che la mia azienda facesse gola molti. Sa, è proprio il sistema che ti cancella.

A quale sistema si riferisce?

Al sistema Pavia.

Di quali affari trattava con la sua azienda, Europea Spa, dottor Aschei?

Ero un commerciante di riso fra i più importanti in Europa. La mia attività industriale inizia con la mia famiglia, una storia di agricoltori. All’inizio l’attività era semi artigianale e semi agricola. Poi siamo cresciuti ed insieme con mio padre siamo passati ad un’attività di tipo industriale. Il giro finanziario della mia società era intorno agli 8 miliardi di lire, ad oggi 4 milioni di euro, a fine anni ottanta. All’epoca, per i volumi sempre più importanti che la nostra industria andava a produrre, necessitavo di ampliarmi non solo nel mercato italiano, ma di accedere a quello estero, per costi di produzione e per adeguare la Europea Spa alle nuove normative sulla qualità dei prodotti offerti sul mercato e quindi sostanzialmente sono stato costretto a realizzare un nuovo impianto industriale. Realizzando il nuovo impianto industriale ho cominciato a solleticare l'interesse altrui.

Quanto fatturava Europea Spa?

Sono partito da circa 4 milioni di euro di fatturato e sono arrivato a circa 40. Nell'anno in cui io sono fallito si sfioravano i 60 milioni di euro, ma il fatto è che al tempo stesso avevo speso circa una trentina di milioni di euro per realizzare il nuovo impianto industriale, con un potenziale di trasformazione intorno ai 250-300 milioni di euro. L’Italia ha un mercato del riso da circa 700 milioni di euro, quindi lei può immaginare che solo dal punto di vista volumetrico finanziario davo fastidio.

L’ultima traccia sulla carta della sua azienda risale al 2019, quando la Nextrice – joint venture tra Euricom di Bruno Sempio e la Riso Scotti di Dario Scotti – acquisisce la sua Europea Spa a ridosso del suo fallimento.

Esatto. Con il fallimento vengono messi in vendita tutti i beni della mia società e tra cui anche l'impianto industriale dove aveva la società, quindi pure gli uffici. C'erano 1800 metri quadri di uffici e poi c'era l'impianto industriale, circa 60 ettari di terreno, quindi era una dimensione notevole. Chi ha acquistato questa la mia azienda sono i miei due competitor, dopodiché l'hanno abbandonata lì. Lei sa che non utilizzando le strutture poi si degradano, no? Adesso però ho saputo che recentemente hanno dato una ripulita al giardino. Quindici ettari di prato. Credo lo utilizzino per lo stoccaggio del riso.

Perché Europea è fallita?

La richiesta di fallimento è stata avanzata da due o tre agricoltori, da agenzia delle Dogane e avallata dai curatori fallimentari nominati dal Tribunale di Pavia. Tra questi curatori fallimentari c'era anche un certo avvocato Gian Piero Berti di Garlasco. L'agenzia delle dogane, che è la branca del ministero delle finanze, ad un certo punto comincia ad allertarsi a proposito di ogni mia operazione commerciale. Deve sapere che io ero prevalentemente un esportatore. L’80% del mio fatturato era dovuto all’esportazione estera e ad un certo punto le dogane iniziano a sequestrarmi le merci, interrompendo di fatto il mio flusso commerciale. E quindi s’interrompono anche le entrate.

Cocaina Ansa
Cocaina Foto Ansa

Perché?

Secondo l’agenzia delle dogane la merce non era norma.

Cosa c’era che non andava nella sua merce?

Lei deve sapere che la merce viene sempre analizzata, sia in entrata che in uscita. Pincopallino preleva dei campioni, li porta nel laboratorio dell’Agenzia delle Dogane, fa le dovute analisi e ti dice che la merce non è conforme, oppure no alle normative vigenti. Se non è conforme viene sequestrata. La mia merce, secondo loro, non è mai stata conforme anche con i prelievi a posteriori. Poi sono anche stato accusato di colorare il riso da parte dell'Asl di Pavia, allora presieduta da Carlo Chiriaco.

Lei era sorpreso, all’epoca, di questa cosa?

Un ex funzionario dell'Agenzia delle Dogane, adesso in pensione, mi confidò di essere stupito di quello che mi stava succedendo e mi disse che sostanzialmente tutte le analisi, tutti i certificati di analisi dei laboratori dimostravano che la merce era conforme. La mia parola oggi può valere zero, ma io le riporto quanto mi è stato riferito da questa persona. Le racconto solo un fatto. Il dottor Gambadoro era il funzionario dell’Agenzia delle Dogane di Pavia preposto al controllo dell'attività industriale in loco, cioè nella mia azienda era stato accusato di fornire al sottoscritto informazioni riguardanti le disposizioni del Ministero delle Finanze a proposito della mia società, la Europea Spa. Era stato accusato e avevano chiesto la condanna, non so a quanti anni. Lui, allora, mi ha chiamato come testimone al suo processo. Il suo processo era indetto dal dottor Mazza, il procuratore coinvolto nell’inchiesta Clean sul Sistema Pavia. Il giudice mi disse, sapendo delle mie problematiche, mi disse che sarei anche potuto rifiutarmi di rispondere. Io però non mi sono rifiutato perché, come dissi, non capivo a cosa si riferisse. Dissi che il dottor Gambadoro non poteva darmi quei documenti perché io avevo già un ufficio di spedizione a Genova con il quale operavo direttamente, quindi le informazioni che io avevo li avevo attraverso il mio ufficio di spedizioni di Genova. Con quella dichiarazione lì, mi pare che il dottor Gambadoro sia stato assolto.

In che anni siamo?

Siamo verso la fine del 2008. La agenzia delle dogane, dunque, mi accusa di contrabbando e si avvia la procedura per il fallimento. Io vengo estromesso dalla mia società e inizia ad occuparsene il curatore fallimentare Giampiero Berti. Da lì non ho più accesso alla documentazione. Addirittura, tutte le memorie dei personal della mia società sono state cancellate.

E poi che succede? Come è uscito da questa situazione?

A questo punto tento di eseguire l'unico contratto ancora possibile. Una fornitura riso alla Siria – con cui commerciavo da tempo – da 32 milioni di euro, poi cerco di costituire anche altre società ad hoc, ma sistematicamente questa attività che mi viene bloccata. Capisce? Per bloccare un’attività commerciale simile o ci sono i servizi segreti di mezzo, le istituzioni, oppure non si va da nessuna parte. Tra l’altro si parla della Siria prima della guerra. Non era la prima volta che commerciavo con la Siria. Avevo già trattato qualche affare da qualche milione di euro tramite dei broker libanesi e siriani.

Elicotteri Dual Use Ansa
Elicotteri Agusta Bell Dual Use Foto Ansa

In che senso i servizi segreti?

Consideri che in questa situazione, un mio conoscente, dicendo di volermi aiutare, mi conduce allo studio De Vittori di Lugano, che ai tempi aveva fatto fare la scalata della Montedison a Gardini. Lo stesso studio che Gianmario Roveraro aveva chiamato ripetutamente una decina di volte il giorno in cui è stato trovato ucciso. In questo studio mi viene presentata una certa Annamaria Fontana, che poi nel 2017 è stata arrestata insieme al marito Mario Jafar Di Leva per traffico internazionale di elicotteri dual-use con Libia e Iran in violazione degli embarghi. All’epoca io non potevo sapere ed ero, diciamo, vittima degli eventi. Questa Fontana mi viene presentata come una persona molto introdotta negli ambienti istituzionali del Medioriente. In Medioriente come sai, c’è altissima domanda di riso. Così insieme a lei inizio un pellegrinaggio in Libano, Siria e Iran e a tessere le sue trame per “aiutarmi” a risolvere i problemi del mio contratto siriano con i suoi contatti istituzionali. A sua detta poteva arrivare alle strutture governative che avrebbero girato le lettere di credito ad una nuova società che io avrei dovuto costituire. Una truffa insomma. Mentre mi tengono in ballo con la questione siriana, mi dice che si possono fare anche delle forniture all’Iran. L'affare viene impostato e una volta tornato in Itali mi gira una vecchia lettera di credito, mi dice di modificarla con le specifiche relative al nostro affare. Io la compilo e gliela mando. Il giorno mi arrivano quelli delle dogane a perquisire la mia abitazione. Sei funzionari dell’agenzia delle dogane che cercavano, non so, credo dei soldi e cercavano qualche cosa. Non le so dire che cosa, ma sta di fatto che trovano quel draft che mi aveva inviato la Fontana. Il problema qual è? In quel draft si parlava di elicotteri Agusta Bell EP412 dual-use.

Scusi ma lei quando compilava questo draft non se ne è accorto che si trattava di elicotteri da guerra?

L’ho letto, certo, però questa signora mi ha detto “tu cancella le parti che non coincidono” e mi sono fidato, anche perché non avevo alternative. Questa è una trafficante di armi, ma non lo sapevo. Lo dico col senno di poi, perché dopo ho fatto una quantità di esposti alle varie procure della Repubblica che non ti dico. Uno dei primi è stato raccolto da Milena Gabanelli di Report, che grazie alle mie informazioni ha realizzato il servizio “Finché c’è guerra c’è speranza”.

Che fine fanno questi esposti?

Diciamo che cadono tutti nel nulla, però, alla fine la mia accusa di traffico di elicotteri viene fatta cadere in prescrizione.

Chi si occupava delle indagini?

Agenzia delle dogane e Tribunale di Pavia. E il mio fallimento viene dichiarato nel 2010.

Lei, però, da quanto si apprende dalle cronache, è anche stato accusato di traffico internazionale di stupefacenti, intestazione fittizia e associazione mafiosa, il tutto nella nota Operazione Lex condotta dalla Dda di Reggio Calabria. Mi può spiegare come si arriva a questo?

Come le ho detto io sono uno stronzo no? E allora quando hanno dichiarato il fallimento non mi sono arreso. Capendo che c’era qualcosa che non andava e che evidentemente qualcuno ce l’aveva con me, ho cercato di capire perché. Dunque mi avvicino ad un certo giro calabrese molto presente nel pavese. Un giro di malavitosi, che magari, potevano saperne qualcosa in più di me. Poi credo che basti parlare chiaro fin dall’inizio. Questi tre qui sono tre calabresi di Laureana di Borrello del circuito della piana di Gioia Tauro. Ecco, a questo punto, dalle intercettazioni telefoniche la Dda di Reggio Calabria deduce che io facevo affari con questi signori per mascherare la cocaina nel riso. Secondo l’accusa questa cocaina sarebbe stata fornita, appunto, da questa ‘ndrina calabrese e miscelata da me nel riso.

Ma scusi e questi lei come è che li trova?

Sono di Voghera, e nel pavese questo tipo di mafia è molto presente. Secondo la Dda di Reggio si trattava della ‘ndrina Chindamo-Ferrentino. Io però ho fatto anche degli esposti cercando di spiegare che l’ndrina Chindamo-Ferrentino, però non esiste, ne esiste un’altra, però, che ha un altro nome. Perché il nome di quell’altra famiglia è stato modificato?

Non ne ho idea, mi sembra una storia assurda

Perché, secondo me, quella famiglia è presente a Pavia e non si può toccare.

La cosa meno inquietante di tutte le accuse che le sono state mosse è quella di ricettazione dei suoi stessi quadri…

Sì, perché, specifico, l'avvocato Berti, che era il capo della curatela fallimentare, da parte del tribunale fallimentare di Pavia, della mia Europea Spa, mi ha accusato di aver rubato i quadri della mia azienda e di averli portati a casa mia. Ma quei quadri erano già miei, capisce? Solo che li tenevo in azienda. Non le pare assurdo?

Senta, le accuse nei suoi confronti erano circa una ventina, quindi non possiamo trattarle tutte, però per gran parte delle accuse lei è stato assolto

Assoluzione per mettermi a tacere. Prima ti massacrano di botte e poi ti mandano in infermeria e pronto soccorso. Ti depredano di tutti i tuoi averi e ti lasciano in braghe di tela.

Lei è pure stato in carcere quaranta giorni e poi è finito ai domiciliari. E’ una storia abbastanza torbida in un ambiente molto noto per le inchieste Clean I, II e III. Lei dunque è una vittima eccellente del Sistema Pavia?

Esatto, è il sistema Pavia. Tenga conto del fatto che i miei legali hanno dovuto chiedere la mia scarcerazione perché non erano rispettati i termini di detenzione, pensi un po’. E ad ogni modo, io credo che il Sistema Pavia, in realtà si sia sviluppato davvero in tutta Italia. Adesso a Pavia stanno indagando anche quelli dell'antimafia, quindi non è soltanto più corruzione. E’ qualcosa di molto più pesante. Ci sono anche i Gico. Questi quando si muovono fanno male, e non si muovono certo per delle sciocchezze.

Dice che la sua storia tornerà a galla a questo punto?

Allora, diciamo che per la ferocia con cui si sono abbattuti su di me, credo di essere stato abbastanza una cavia. Però, sa, anche altri imprenditori hanno avuto dei problemi seri. Lei sa degli imprenditori di Cuneo legati al caso della centrale BiOlevano, no? Credo ne abbia letto. Questi signori hanno denunciato il Pm Mazza. E Olevano è ad un tiro di schioppo dalla mia vecchia riseria, la ormai svanita, Europea Spa.

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