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Non solo Stasi e Sempio: se di Garlasco si vuol parlare, anche di un altro Sempio si deve dire, e della sua storia molto particolare

  • di Gianmarco Serino Gianmarco Serino

  • Foto: Ansa

27 novembre 2025

Non solo Stasi e Sempio: se di Garlasco si vuol parlare, anche di un altro Sempio si deve dire, e della sua storia molto particolare
A Garlasco e nei dintorni c'è un altro Sempio di cui nessuno vi parla e questa è la sua storia. Una storia molto particolare che vale la pena di essere conosciuta

Foto: Ansa

di Gianmarco Serino Gianmarco Serino

A Garlasco e nei dintorni c’è una grande tradizione imprenditoriale che ogni giorno ci rende orgogliosi di essere italiani e di consumare abitualmente prodotti agro-alimentari di altissima qualità. Tra questi vi sono i re del riso italiano, forse i maggiori produttori d’Europa, Francesco Sempio e suo figlio Bruno, a capo di Euricom, che fatturano circa due miliardi di euro annui, e poi Angelo Scotti. Sì, proprio quello della Riso Scotti che tutti noi conosciamo grazie al faccione di zio Gerry nel noto reclame televisivo. Sempio e Scotti sono due virtuosi del mercato cerealicolo. Hanno consolidato negli anni la loro posizione a livello globale con una ramificazione multi-continentale delle loro attività produttive. Sono due storie, quelle di Sempio e Scotti, che partono da vicino, seguono due strade parallele e poi ad un certo punto s’intrecciano. Due competitor che, però, condividono le stesse radici e che si rispettano profondamente l’un l’altro. Francesco Sempio, quello meno noto a livello mediatico, a metà anni ottanta acquista la Europa Riso da una proprietà tedesco-americana (la Euriza). Socio nell’affare è la Olii e Risi posseduta dal gruppo Ferruzzi. Lo stesso gruppo Ferruzzi che verrà “ereditato” da Raul Gardini in seguito alla morte di Serafino Ferruzzi, in un incidente aereo. La società viene battezzata con il nome di Eurico e dimostra di essere un rifornitore affidabile anche all’estero, continuando a crescere sul mercato. Nel frattempo prende le redini del gruppo Ferruzzi Raul Gardini, che dà il via alla scalata della Montedison. In questo frangente temporale tenta di appropriarsi totalmente anche di Eurico, ma Sempio si sfila e nel 1988 fonda la Euricom, trasformandosi, nel giro di pochi anni, nell’unica potenza in grado di rivaleggiare con il gruppo Ferruzzi. Questo accade proprio quando Gardini dà vita alla joint venture tra Eni e Montedison, la Enimont. L’imprenditore nato a Ravenna è all’apice del suo delirio d’onnipotenza ed è sua la frase di flaubertiana memoria “la chimica sono io”. Passerà poco tempo prima che Gardini finisca sotto la lente di Mani Pulite.

Raul Gardini Ansa
Raul Gardini Foto Ansa

I primi atti acquisiti dai Pm risalgono al maggio 1992, e poco più di un anno dopo il ceo di Ferruzzi viene trovato morto a Palazzo Belgioioso, la sua residenza milanese. Sono anni parecchio torbidi quelli di Mani Pulite. Gardini non è l’unico dramma, ve ne sono tanti altri, e scoppiano scandali su scandali. Vengono messi in mezzo addirittura Craxi e l’ex sindaco di Milano Pilliteri nell’inchiesta sulla Cooperazione italiana. Vengono messi in mezzo ad un filone d’indagine relativo a un pasticciaccio riguardante la Camera di commercio italo-somala, da Pilliteri allora presieduta. In sostanza Alì Hashidorre, il rappresentante del generale somalo Aidid in Europa, aveva promosso una causa civile di risarcimento contro i due milanesi per inadempimento contrattuale, ma senza ottenere ragione di fronte al Tribunale. In sostanza il generale somalo rivendicava che i due politici italiani non avessero rispettato un accordo del 1978 in cui era previsto, nei suoi confronti, il versamento di metà delle tangenti pagate dalle imprese italiane per fare affari in Somalia. Il tutto con i finanziamenti della Cooperazione internazionale, branca operativa del ministero degli Esteri. Nonostante la causa civile si fosse infine risolta in un nulla di fatto, le carte, però, una volta passate alla Procura di Milano possono dare l’impulso a fine 1991, per ulteriori chiarimenti sui rapporti tra Somalia ed imprese italiane. Francesco Sempio, però, essendosi sfilato dal gruppo Ferruzzi a tempo debito ha scelto la strada giusta, quella del solista. Con la sua Euricom consolida una tale credibilità sui mercati internazionali da riuscire a strappare al colosso svizzero Nestlé la Curti Riso, riportando a fine aprile 1994 l’impresa cerealicola sotto l’egida nazionale per la modica cifra di 10 miliardi di lire. Da circa un anno ha aperto la sua prima riseria in Portogallo e al tempo stesso mantiene un forte radicamento sul territorio d’origine, acquistando la “Pasta Combattenti” e i “Molini della Certosa di Pavia”, ma non solo. Sceglie di distribuire un certo pacchetto di azioni della Curti riso agli imprenditori locali per incentivarli a produrre di più in un momento in cui i dazi verso l’esterno iniziavano ad abbassarsi, dati gli accordi stipulati con il Gatt, e la riduzione degli incentivi da parte della Comunità Economica Europea.

Un po' di Curti ai risicoltori 8 maggio 1994 Corriere della Sera
"Un po' di Curti ai risicoltori", 8 maggio 1994 Corriere della Sera

Nel maggio del 1994, Sempio, finalmente si concede al Corriere della Sera per smentire varie accuse nei suoi confronti provenienti dai suoi avversari, sempre più numerosi dato il suo successo. A giudicare dalla sua crescita degli anni successivi, le sue parole hanno un senso. Nel 1996 Euricom acquisisce un enorme stabilimento a Valencia, lo stesso anno fonda la Eurimac in Grecia. Due anni più tardi in Francia acquisisce la Société Française des Riz de Choix, vicino a Marsiglia. Seguono ulteriori investimenti in Grecia e nel 1999 entra nel Cda dell’azienda suo figlio Bruno, fresco di laurea in scienze politiche. Ma tornando all’intervista al Corriere del 1994, qui il re del riso è costretto a smentire i pettegolezzi a proposito del fatto che la sua società fosse cresciuta in tal misura grazie ai contributi della Cee e da appoggi politici che la avrebbero aiutata ad inserirsi nel business degli aiuti alimentari del terzo mondo. Lui sminuisce il suo coinvolgimento nell’inchiesta sulla Cooperazione, dovuto principalmente agli esposti dei suoi avversari, delusi di non essersi aggiudicati le aste per certe forniture di riso a certi paesi del terzo mondo, Somalia inclusa, indette dal Fai su impulso del ministro degli Esteri di allora, Francesco Forte. Alla fine, qualche mese più tardi, tra gli arrestati per bustarelle a Milano, insieme con Girolamo Etro, lo stilista, figura anche il “re del riso” che ora ammette alla Procura - a differenza di quanto dichiarato al Corriere - di aver pagato una mazzetta da 150 milioni nel 1988 all’allora tenente delle Fiamme Gialle Manlio Berté al fine di uscire senza danni dall’inchiesta penale sulla Cooperazione. Nel 1992, peraltro, la procura di Milano aveva spedito avvisi di garanzia sia a lui che al presidente dell’Ente Nazionale Risi, ipotizzando un accordo sotterraneo per assicurare alla Euricom una sorta di monopolio delle forniture e dei sussidi. Però, tutto questo fumus persecutionis non è servito ad arrestare l’espansione di Euricom, che a distanza di pochi anni ha continuato ad espandersi sino a raggiungere niente di meno che Cuba.

Manette alla moda 29 settebre 1994 Corriere della Sera
"Manette alla moda", 29 settebre 1994 Corriere della Sera

Nel 2001, infatti Francesco Sempio ha aperto una filiale ad Habana, al tempo stesso ufficio commerciale nel paese. Sette anni più tardi è il tempo del Brasile. Nel 2011, però, Francesco Sempio, compare nell’informativa del 5 febbraio stilata dal Ros di Milano nell’inchiesta “Infinito” da parte della Dda meneghina. Non indagato, secondo l’informativa risulta presunto “facilitatore” di un progetto d’installazione di pannelli fotovoltaici in sud Italia per la quale, stando a quando scritto nell’informativa, avrebbe pagato una tangente al fine di ottenerne l’esclusiva. L’ideatore del piano sarebbe stato Antonio Chiriaco (ex direttore sanitario dell’Asl di Pavia), in ottimi rapporti con alcuni boss di ’ndrangheta e cosa nostra, il cui padrino politico sarebbe stato Giancarlo Abelli – non indagato – deputato di Forza Italia. L’inchiesta si concluse due anni più tardi con l’annullamento della sentenza di primo grado in rito abbreviato di 110 persone, da parte della Corte di Cassazione, per vizio di forma. Ma in tutta questa storia Francesco Sempio non è nemmeno indagato e nel 2013, dopo altri investimenti in Italia, Francia e Grecia, cede le redini della sua creatura commerciale al figlio Bruno che diviene presidente del cda. Nel 2011, tra l’altro, anche il collega e competitor Angelo Dario Scotti è alle prese con un’inchiesta. Il dottore del riso, in questo caso è stato condannato in primo grado nel 2016 dal Tribunale di Roma a 3 anni e 6 mesi di reclusione per corruzione. L’accusa riguardava il pagamento di tangenti per circa 115mila euro a funzionari del Gestore dei servizi Energetici al fine di evitare la restituzione di incentivi pubblici, in un contesto di irregolarità nello smaltimento di rifiuti, dato che tra il 2005 e il 2010, l'impianto del dottor Scotti avrebbe bruciato rifiuti non autorizzati, inclusi alcuni pericolosi, invece di sole biomasse come la lolla di riso. Ma anche in questo caso, Scotti è stato assolto dall'accusa di truffa specifica per l’incenerimento di rifiuti non autorizzati. Ad ogni modo, non è certo in questa triste vicenda che le storie imprenditoriali di Dario Scotti e Sempio vanno ad intersecarsi l’una con l’altra. Bisogna far passare ancora qualche anno, perché, tre anni dopo che lo yacht di Sempio va a fuoco nel porto turistico di Rapallo insieme con quello di Antonio Ligresti, nel 2017 Euricom giunge ad un accordo commerciale importante con Sharsid, uno dei più importanti produttori di riso indiani. L’anno seguente apre il suo ufficio commerciale nel Regno Unito e infine, nel 2019 si espande in Olanda, Polonia e, niente meno che Centrafrica, fondando la Euricom Cancun e acquisendo il distributore Pasta Mia. Insomma, se avete letto fin qui significa che l’ascesa di Sempio nel mercato globale del riso vi ha in qualche modo entusiasmati, essendo irresistibile e inarrestabile. Ma non è finita, perché l’ultimo atto di Sempio è, finalmente, la costituzione di una società insieme al dottor Scotti.

Gli yacht di Sempio e Ligresti in fiamme nel porto di Rapallo Ansa
Gli yacht di Sempio e Ligresti in fiamme nel porto di Rapallo Foto Ansa

Si tratta della Nextrice, che viene creata il 4 marzo del 2019 con tale suddivisione di azioni. 17% alla Società agricola dei fratelli Sempio, il 17% al signor Francesco Sempio, il 33% alla Riso Scotti e infine il 33% ad Euricom Spa. Un ottimo esempio di rispetto reciproco tra i due imprenditori del riso più importanti d’Italia e d’Europa. Ad ogni modo, l’unica azione di m&a da parte di Nextrice che risulta verificabile è l’acquisizione della riseria Europea Spa del dottor Fabio Aschei nel 18 marzo 2019, dunque poco più di un mese dopo la sua creazione. Dopodiché passano cinque anni di quiete, e nel maggio 2024, Nextrice è acquisita al 100% da Euricom. A ottobre dello stesso anno questa viene acquisita e dissolta al 100% da Curti Riso, la storica controllata di Euricom. E’ un’azione di m&a del tutto regolare, le grosse società spesso riorganizzano il loro assetto con simili manovre, ma è comunque molto interessante l’acquisizione di Europea Spa. Per quale motivo? Perché quando viene acquisita è da pochissimo fallita per bancarotta fraudolenta e, periziata a circa 60 milioni di euro, viene acquistata all’asta del Tribunale fallimentare di Pavia proprio dalla Nextrice ad appena qualche milione. Poi la Nextrice passa sotto il dominio di Sempio e sparisce. Insomma, quella degli imprenditori del riso Sempio, il cui impianto e le loro risaie sono contigue a Garlasco è una storia di grande successo imprenditoriale che valeva la pena di condividere, dato che tutti noi almeno una volta abbiamo mangiato un risotto il cui cereale proprio nella Lomellina è stato prodotto, e non si vede la ragione per cui si continui ad associare quei luoghi a fatti così terribili come l’omicidio di Chiara Poggi, quando tutti ben conosciamo la grandissima qualità del riso che lì viene prodotta e che tutti consumiamo abitualmente. Dunque, smettetela di pensare a Garlasco e ad Andrea Sempio, ma sparatevi un bel risotto prodotto da Francesco e Bruno Sempio.

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