“Quella per le due ruote, con o senza motore, è una tradizione di famiglia”: una storia di speranza che arriva direttamente dal San Raffaele di Milano. Paolo Baldassini, emiliano doc (di Ceparana), amante delle moto e motociclista per passione, nel 2020 rimane vittima di un tragico incidente. “Andavo a 40-50 all’ora al massimo. Dai rilievi poi effettuati sembra sia stato abbandonato un mobile o qualcosa del genere”, ha raccontato in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera post operazione. Salvato da un ragazzino che passa di lì con la propria mountain bike e che chiama subito i soccorsi. Paolo così viene trasportato con l'elicottero all’ospedale Cisanello di Pisa, dove subisce due interventi: uno alla colonna, e l’altro di ricostruzione della gamba. La diagnosi non lascia scampo: midollo lesionato, non potrà più camminare. Al quotidiano milanese Paolo ha raccontato anche il suo difficile rientro a casa (in carrozzina) dopo i ricoveri durano quasi sette mesi. “Ho avuto la fortuna di avere vicini la mia ex fidanzata, mio fratello Sandro e mio cugino Michele ma è stata durissima. Non accettavo l’incidente, la paraplegia, la carrozzina. Poi mi sono detto: o mi lascio andare e finisce tutto oppure devo reagire. Così mi sono iscritto in palestra, ho cominciato a fare una vita più o meno normale nel limite delle mie possibilità”. E un giorno, proprio di ritorno dalla palestra, ecco la speranza. Alla televisione Paolo assiste a un servizio del Tg che mostra del primo paziente italiano (una giovane donna vittima di un incidente sportivo) che ha ottenuto il neurostimolatore midollare proprio all’Irccs San Raffale di Milano. Un intervento realizzato dal professor Pietro Mortini (primario di Neurochirurgia e ordinario presso l’Università Vita - Salute San Raffaele), che Paolo si appresta a chiamare per prendere appuntamento.
“Il 23 giugno sono andato alla visita e mi hanno selezionato - ha raccontato Baldassini -. Non ci credevo, sembrava tutto un sogno. Al professor Mortini ho solo chiesto perché avessero scelto me e se sarei potuto peggiorare. Le sue risposte mi hanno convinto”. Così il 10 luglio entra in sala operatoria. L'intervento dura circa otto ore, poi la riabilitazione, e solamente otto giorni dopo comincia il percorso. Paolo inizia a muovere i primi passi, prima imbragato in un’apparecchiatura, e poi con il sostegno di un deambulatore. Alla domanda "che cosa si sente?", Paolo risponde: “Corrente, come quella degli elettrostimolatori esterni ma dentro il tuo corpo". "Oggi – continua Paolo - arrivo a fare circa 300 metri, non tutti di seguito ma quasi, anche se con una persona a fianco. Quindi funziona. Entro fine anno mi auguro di riuscirci in autonomia”. L'obiettivo è quello di ritornare a correre in pista, che a quanto pare è tanto più sicura della strada, visto che “in 25 anni di pista mi sono rotto una clavicola e un malleolo. Invece con un incidente come questo mi sono praticamente sbriciolato”. E dunque ora il sogno per Paolo Baldassini, non è più così irrealizzabile...