Sono passati ormai quasi dieci anni dal tragico incidente che, sulle nevi francesi di Meribel, ha cambiato per sempre la vita del sette volte campione del mondo di Formula 1 Michael Schumacher e di tutta la sua famiglia. Un incidente di cui non sono mai state rese note nei dettagli le dinamiche così come, per volontà della stessa famiglia, da molti anni si conserva un silenzio intorno alle condizioni di salute dello stesso ex pilota, scomparso dalla scena pubblica dopo il drammatico incidente.
Ora però, a poche settimane dal decimo anniversario del tragico evento, è stata pubblicata un'inchiesta del giornalista tedesco Jens Gideon che - in una serie podcast dall’emittente tedesca Ard - ha intervistato uno dei maestri di sci che stava lavorando nella zona il giorno dell'incidente e che ha soccorso Schumacher tra i primi dopo la caduta. Per proteggerne l'identità il maestro viene chiamato "Andre" e nel corso del podcast evidenzia due "gravi errori" commessi quel giorno a Meribel, due dettagli che si sono poi rivelati decisivi nella gravità del quadro completo.
Il primo riguarda la scelta di Schumacher di sciare quel giorno: secondo quanto riportato dal maestro infatti non c'erano le condizioni ideali per sciare neanche in pista, vista la poca neve, e l'idea di Michael di effettuare un breve fuori pista - con manto bianco troppo sottile e da molte rocce esposte - lo ha posto in una condizione di grande pericolo: secondo le ricostruzioni è stata proprio la caduta contro una di queste rocce a provocargli la grave ferita al cranio nonostante indossasse un casco.
Il secondo errore, il più grave, riguarda i soccorsi immediatamente successivi all'incidente, i più importanti in una condizione di trauma cranico come nel caso di Schumacher: in questa inchiesta infatti viene evidenziato come ci sia stato un grave errore di valutazione dei soccorritori che, vedendo Schumacher inizialmente cosciente dopo l'incidente, decisero di trasportarlo in elicottero nella clinica di Moutiers, non sufficientemente attrezzato. Lungo il tragitto Michael perse conoscenza, aggravandosi, e per questo venne presa la decisione di cambiare rotta e andare direttamente a Grenoble, in un centro più attrezzato. Un errore di calcolo che si è rivelato poi decisivo nella cura del sette volte campione del mondo secondo la testimonianza del maestro di sci.