C’è stato un tempo, non credo di essere più in grado di stabilire quanto lontano, nel quale le notizie che uscivano erano verificate. Lo dico forte del fatto di non essere un giornalista, di non dare quindi notizie e di non avere obblighi deontologici dovuti all’appartenere a un Albo, nel caso qualcuno si stesse chiedendo il perché di questo mio scrivere. Quello quindi che si andava a leggere era stato verificato, e la parola fake news non era stata ancora coniata, figuriamoci se era una costante della nostra quotidianità. Poi è arrivata la rete, e lo dice uno che in rete ci lavora, quindi figuriamoci se è un prenderne le distanze. No, amo la rete, ma è evidente che il fatto di permettere prima a tutti di dire la propria, poi di ridurre giorno dopo giorno il valore di quel che ci si trova di fronte, sorte che le notizie scritte condividono con la musica, lì gratis, ha reso meno certosino il lavoro di chi, nei fatti, neanche potrebbe definirsi lavoratore, perché per lavorare toccherebbe anche poi essere pagati. Di qui le fake news, create a dovere per generare traffico, leggi alla voce click, ma a volte anche generate erroneamente per mancanza di tempo e di modo di verificarle da giovani, quasi sempre, pagati poco e un tot al chilo, di qui anche le foto pubblicate per sbaglio, gli sfrondoni, le tante imprecisioni. Metteteci anche che pur volendo, certe notizie non sono proprio notizie, quindi verificarle sarebbe quasi impossibile, e spesso darle per assodate è una via di comodo per poterle pubblicare, della serie “vorrei e ora posso, quindi lo faccio”, del resto sono spesso notizie relative a argomenti poco rilevanti, più curiosità o gossip, ma quasi sempre senza andare a intaccare le vite di persone conosciute, quindi non eccessivamente dannose.
Per questo, leggendo la notizia del tipo che è stato beccato dalla wedding planner poco prima del suo matrimonio mentre, chiuso nei bagni delle signore, si stava facendo allattare dalla madre, non sono stato lì a chiedermi se fosse o meno una notizia vera o verificata, ho semplicemente sussultato, perché nel suo essere mestamente credibile, subito sono corso a pensare a come avrei potuto usarla per allestirci su una qualche metafora della nostra contemporaneità. Come, cioè, l’immagine di un adulto, a pochi minuti del proprio matrimonio, attaccato al seno materno, non metaforicamente ma fisicamente, i denti a stringere un capezzolo immagino abbastanza usurato, dopo, che so?, oltre trent’anni di utilizzo, colto in flagrante da una wedding planner, anche questo non è un dettaglio irrilevante, altro segno del qui e ora, sia materia per un racconto atto a fermare su carta, carta digitale, per altro, l’oggi, e preso atto che sì, è materia per un racconto atto a fermare su carta, carta digitale, per altro, l’oggi, come riuscire a farlo. La notizia, notizia parte della notizia complessiva, che il tutto non abbia portato a una rottura tra i due fidanzati sul punto di sposarsi, cioè che lo stare attaccato al seno materno, trattandosi, a occhi, di seno di donna matura, chiamarla MILF genererebbe tutto un sottobosco di ambiguità morbose e incestuose decisamente distraenti, seppur nello specifico più che di MILF, letteralmente Mother I Like to Fuck, madre che vorrei scoparmi, si dovrebbe dire MILS, Mother I Like to Suck, madre che vorrei succhiare, e essere stato colto nel farlo non abbia poi portato la futura sposa, informata dei fatti dalla wedding planner, immagino vagamente sconvolta dalla scoperta, a lasciare il suo futuro sposo, e quindi che la futura sposa e il futuro sposo siano poi diventati, appunto, sposo e sposa, quindi sposi, a dare al tutto un senso di surreale, quasi cristallizzazione di uno stato di spaesamento e al tempo stesso di rassegnazione a dar per buono quello che il destino di ci pone di fronte, poco importa che nello specifico artefice del destino fosse appunto il futuro sposo, poi sposo e basta, lì a suggere non saprei bene cosa dal seno materno, non stiamo qui a chiederci se l’officiante avrà recitato la formula “lo sposo può baciare la sposa”, né se prima di farlo abbia fatto ablazioni con collutorio.
A lato, ma giusto per rendere il tutto ancora più stridente, la notazione che spesso ci si sente fare, specie da chi si muove in area vegana, di come l’uomo, in questo caso inteso non come essere umano di sesso maschile, anche se lo sposo succhiante seno materno questo è, ma in quanto essere umano e basta, retaggio il mio di un patriarcato duro da evaporare, a rendere quindi il tutto ancora più stridente la notazione che spesso ci si sente fare, specie da chi si muove in area vegana, di come l’uomo sia il solo essere vivente, tra i mammiferi, questo è dettaglio indubbio superfluo, visto il tema trattato, ma tirare in ballo le mammelle rende il tutto sufficientemente fastidioso e disagevole a beneficio di chi scrive, che poi sarei io, a rendere quindi il tutto ancora più stridente la notazione che spesso ci si sente fare, specie da chi si muove in area vegana, di come l’uomo sia il solo essere vivente, tra i mammiferi che continua a bere il latte anche dopo lo svezzamento, seppur, fatta eccezione per lo sposo colto a suggere il seno materno prima del matrimonio di cui si parla, e probabilmente del figlio di Paola Maugeri, l’ex vj di MTV a suo tempo raccontò di come lo allattasse anche oltre i quattro anni di vita, tendenzialmente il latte che l’uomo beve è latte vaccino, non certo di donna. Sull’attrazione che il seno esercita sull’uomo, quello sì inteso come uomo del genere umano, seppur oggi andrebbe specificato uomo etero, non sia mai che chi etero non è si senta vessato da questo mio dire, ho già spiegato altrove di come sia un retaggio ancestrale di quando ancora ci muovevamo non in maniera eretta, riproduzione, i seni, delle protuberanze delle natiche, invito alla riproduzione di quando il sesso veniva praticato doggy style, vedi tu come parto da una notiziola divertente e finisco a parlare di evoluzione del genere umano, sempre circumnavigando un paio di tette. Ora, analizziamo gli ingredienti sul tavolo.
C’è un uomo adulto che evidentemente non vuole crescere. C’è una madre, fossimo in Italia saremmo autorizzati a parlare di mammonismo, ma non è una faccenda italiana, questa. C’è una wedding planner, Dio mio. C’è una donna che riceve una ferale notizia e finge che nulla sia successo. C’è la questione delle MILF, appena accennata, l’ageismo, quindi, l’eros nella terza età, il complesso di Edipo, certo, il parlare a suocera perché nuora intenda, tutta quella roba lì. C’è il latte, che fa bene alle ossa, ma evidentemente nuoce alla crescita mentale, Peter Pan era un orfanello, certo, ma qui forse sconfiniamo nel paradosso. C’è una generazione, non è dato sapere l’età degli sposi, ma a occhio non meno di venti e non più di quaranta, non fosse altro perché altrimenti scivoleremmo oltre il genere MILF, passando al granny, con ben altre implicazioni, che è passata dal non voler abbandonare il tetto materno (non stiamo qui a fare stupide battutine giocando su tetto e tetta, vi prego) all’abbandonarlo nonostante tutto in un rassegnato lasciarsi vivere, neanche una wedding planner che arriva urlando “ho visto il tuo fidanzato attaccato al seno materno in bagno” a fermare la corsa. C’è infine una fake news, volendo allargare lo sguardo, che però ci fa sorridere. E comunque, diciamolo, MILS è un gran bell’acronimo, spero PornHub ci faccia su una categoria e mi mandi i diritti d’autore.