Giustizia per la memoria di Gina Lollobrigida è fatta? Così sembra, almeno in primo grado. Ieri Andrea Piazzolla è stato condannato dal Tribunale di Roma per il reato di circonvenzione d’incapace proprio in danno dell’attrice. Degli anni chiesti dalla Procura, sette anni e sei mesi di reclusione, ne sono stati riconosciuti però solamente tre. L’accusa è pesantissima: la sottrazione di dieci milioni di euro alla compianta Bersagliera. Il giudice di piazzale Clodio lo ha anche condannato ad una multa di mille euro, alla corresponsione di una provvisionale di mezzo milione di euro alle parti civili, figlio e nipote, e ha disposto il sequestro di tutti i suoi beni mobili e immobili. Ma chi è davvero Andrea Piazzolla? Ancora forse bisogna capirlo. Una figura con un ruolo controverso, anche se quel che è certo è che è entrato in punta di piedi nella vita di Gina Lollobrigida. Lo ha fatto a partire dal 2009 e progressivamente si è reso indispensabile per la bersagliera. Indispensabile dal punto da spingerla con modalità più o meno dichiarate, e più o meno note, ad allontanarsi dagli altri membri della sua stessa famiglia, in particolare dal figlio Andrea Milko Skofic e dal nipote Dimitri Skofic. Un atteggiamento che fa ritenere verosimile l'ipotesi che nel corso degli anni Piazzolla abbia accuratamente analizzato non solo gli aspetti legati al patrimonio di Gina Lollobrigida, ma anche quelli riguardanti le persone a lei vicine e legate da un vincolo di affettività. L’uomo era persino riuscito a farsi nominare come amministratore della società Vissi d’Arte, preposta alla gestione dell’intero patrimonio della star. Oltreché a trasferirsi già a partire dal 2015 nella sua villa.
Torniamo al comportamento del factotum, per usare il nome con cui era stato ribattezzato. Il primo personaggio da lui neutralizzato, se così possiamo dire, è stato Javier Rigau, il finto, o ex marito, dell’attrice. È stato infatti il giovane Piazzolla, classe 1987, ad accorgersi che i due si erano sposati per procura speciale a Barcellona. Spingendo così Gina a chiedere alla Sacra Rota la dichiarazione di nullità per inesistenza. Andrea Piazzolla era visto dalla donna come unico affidabile, insostituibile e degno delle sue considerazioni. Quando, anche alla luce del primo grado, altro non si è rivelato che un soggetto in grado di far leva sulle sue debolezze, di circuirla e di spingerla a compiere investimenti quanto meno discutibili. Gina, infatti, era stata riconosciuta come affetta da deficienza psichica nel 2018. Uno stato che ne avrebbe provocato, secondo quanto cristallizzato in perizia dallo psichiatra Di Genio, da una conseguente ridotta modifica della capacità di critica. Pur non essendo colpita da una infermità di mente. Che, però, non è richiesta perché possa dirsi integrato il reato di circonvenzione di incapace. La condanna per circonvenzione di incapace dunque non mi stupisce, se non in considerazione agli anni di reclusione. Troppo pochi. Ciò perché del patrimonio milionario, ad oggi, sappiamo che è rimasta solamente la villa sulla Appia Antica. Tutto, infatti, è stato depauperato, secondo quanto statuito in primo grado, da Piazzolla, che tra vendite all’asta ed investimenti in auto di lusso, sembra proprio non aver conservato niente. Eppure, fino all’ultimo, l’amata Bersagliera lo ha difeso e protetto. Alimentando anche la diatriba con Javier Rigau. Già, l’ex presunto marito. Tutti a questo punto si chiedono, ed è lecito farlo, se l’imprenditore spagnolo abbia qualche diritto sull’eredità. O almeno, di quel che è rimasto laddove la condanna dell’ex factotum diventasse definitiva.
Tecnicamente, e giuridicamente, Rigau potrebbe impugnare il testamento con il quale la Lollobrigida ha lasciato tutto a Piazzolla eccezion fatta per la legittima? La risposta è negativa. Perché, contrariamente a quanto tutti pensano, il matrimonio tra Gina e Javier non è mai esistito. Ed il perché è tutto in punta di diritto. Anzitutto, le coppie che scelgono una cerimonia religiosa sono vincolate solo davanti a Dio e non acquistano alcun diritto civile. Proprio perché il vincolo è solo canonico e dunque non valgono le regole in tema di successione familiare e patrimoniale. Affinché quel matrimonio fosse valido doveva avvenire la trascrizione nei registri di stato civile italiani. Una trascrizione mai intervenuta. Ma anche laddove ci fosse stata la trascrizione, quest’ultima sarebbe stata vana dopo che Papa Francesco in persona ha dichiarato la nullità per inesistenza del matrimonio tra i due nel 2019. Attestando che, sostanzialmente, Gina non aveva mai prestato un valido consenso al contratto stipulato con procura speciale davanti ad un notaio di Barcellona. E proprio perché concluso nella città spagnola con regime di separazione dei beni, in assenza di figli in comune, la legge catalana nega i diritti patrimoniali e successori in vita e dopo la morte. “Quei soldi li ho spesi come voleva Gina”; “Gina mi faceva regali costosi perché avrei dovuto rifiutarli”. Queste le parole di Piazzolla. Peccato che, stando alle stime del notaio, del patrimonio dell’attrice, come già sottolineato, non sarebbe rimasto molto oltre alla villa sull’Appia. Capite perché non ci sono più di tanti dubbi sulla fondatezza della condanna? Le operazioni finanziare compiute dalla Lollobrigida nell’era Piazzolla hanno avuto conseguenze devastanti per i suoi averi e le sue ricchezze. Quindi, il 643 del Codice penale, che prevede appunto io reato circonvenzione di incapace, risulterebbe essere integrato. Almeno per il primo grado, quindi l’ex factotum, si è approfittato delle vulnerabilità di Gina, per trarre profitti personali.