Attenti ai “De Luchis”. Con il commissariamento del Pd campano, involontariamente, Elly Schlein, sta liberando il potenziale nazionale del governatore campano, battutista fulminante dall’immagine istituzionale e rassicurante, come fosse un Beppe Grillo più estremo nelle battute e col senso dello Stato: una bomba! Intanto, la neosegretaria del Pd, venduta e vendutasi come volto nuovo al grido di “liberté, egalité, schwazité” (converrete con me che “fraternité” è insopportabilmente maschilista e patriarcale), pare comportarsi alla vecchissima maniera (è una vecchissima maniera senza distinzioni di posizioni politiche, è una vecchissima maniera che riguarda il potere); pare volere, per così dire, “epurare” colui che al Sud gli ha dato più problemi appoggiando Bonaccini, De Luca appunto. Un cane abbastanza sciolto (e ringhioso all’occorrenza) la cui fama a livello nazionale va ben oltre il suo ruolo regionale, che ha subito replicato: “Il Pd? Arte Povera” e “Pronto a candidarmi senza il Pd”, ed è su quest’ultima affermazione che si apre la riflessione.
Candidarsi dove? A cosa? Se per adesso il terzo mandato non è consentito e si dovrebbe votare una legge apposita? Perché in questo momento di “polarizzazione”, Vincenzo De Luca, sarebbe perfetto per un centro che tutti (da sempre) vogliono ricostruire, e davanti a De Luca ci sono sia Letizia Moratti (che ha fatto un incontro a San Patrignano cercando di coalizzare intorno a sé le forze non polarizzate) che è debolissima al Sud, c’è Forza Italia oramai quasi scomparsa (la vendita de “Il Giornale” sembra chiudere la partita), ma c’è anche un terzo elemento: l’altro De Luca, Cateno. Che in Sicilia si sta muovendo (ci sono le amministrative a maggio in importanti città) benissimo. Più che i Gattopardi, i Sopranos. Siete pronti per i “De Luchis” e il nuovo Regno delle Due Sicilie?