Prezzi della benzina alle stelle? Arriva la denuncia di alcuni automobilisti sui social che, partiti per le ferie, hanno sbarrato gli occhi di fronte ai cartelloni con il costo del carburante. C’è chi ha parlato di 2,25 euro/l. Un pieno? Anche 127 euro. A parlare è anche Furio Truzzi, il presidente di Assoutenti: “L’andamento del petrolio potrebbe influire sugli aumenti dell'ultimo periodo ma la velocità a cui crescono i listini e la concomitanza con le partenze estive, ci fa temere che ci siano altre motivazioni. Chiediamo al governo di ricorrere a Mister Prezzi (il Garante per la sorveglianza dei prezzi, ndr) e alla Commissione di allerta rapida per svelare cosa avviene durante tutta la filiera, dall'estrazione alla vendita”. Truzzi ha aggiunto: “In due mesi, da maggio ad oggi - continua Truzzi - la benzina ha registrato un rincaro medio del 4,9%, il gasolio del 5,6%”. Secondo la Federazione dei gestori carburanti il problema sarebbe nella politica delle concessioni autostradali: “I concessionari hanno messo a reddito le loro concessioni non solo con i pedaggi, ma anche con le pompe di benzina e con la ristorazione”.
La notizia dei 2,50 ha mandato in crisi moltissime famiglie in partenza nel mese di alta stagione, agosto, che si prevede sarà da bollino rosso. Ferie o no, i prezzi sono tornati ai tempi di Draghi? A smentire la notizia sarebbe stato il ministero delle Imprese e del Made in Italy: “In merito a notizie di stampa relative a casi isolati di stazioni di rifornimento lungo la rete autostradale in cui sono stati rilevati prezzi limite a 2,5 euro al litro per la benzina senza piombo in modalità servito si precisa che i prezzi medi nazionali del gasolio e della benzina sono ben al di sotto dei 2 euro al litro, come rilevato dall’elaborazione effettuata dall’Osservatorio prezzi carburanti del Mimit”. I dati riportati sarebbero inconfutabili: 1,89 euro/l per la benzina e 1,74 per il diesel. Significa che non ci siano stati rialzi? Ovviamente no. Per quanto i 2,50 siano “casi limite” (così li definisce il dicastero guidato da Adolfo Urso), comunque una “crescita del prezzo medio, di circa 0,03 euro al litro nella scorsa settimana” è innegabile. Il problema sarebbero però le quotazioni del petrolio a livello internazionale e non il governo. A questo si sarebbero aggiunti i “rischi del libero mercato”, cioè la possibile dei singoli esercenti di muoversi intorno a un prezzo che non può comunque essere imposto per legge. Rischi che comportano anche un lato positivo: per evitare di pagare così tanto, basta cambiare stazione per il rifornimento.