Mentre in UK il primo ministro Rishi Sunak si dice “dalla parte degli automobilisti” e propone una revisione del progetto dei cosiddetti “quartieri a basso traffico” (ma si dice che stia pensando anche a un dietrofront sul piano per lo stop alle auto endotermiche entro il 2030), l’UE continua sulla sua strada green. Ma si sa, a volte la strada per l’inferno è lastricata di ecologiste. Non lo capiscono i politici, lo capisce il mercato. I prezzi delle bev sono altissimi e molti non possono permettersele. Che siano effettivamente meno inquinati è oggetto di discussione, basti pensare ai “buoni motivi” elencati dal divulgatore scientifico Matt Ridley per comprare un’auto a benzina prima dell’annus horribilis della svolta ambientalista. Un dato abbastanza certo, invece, è quanto emerge dalle vendite di auto ecosostenibili a batteria. È interessante notare come prima di qualunque legge quasi-globale il trend fosse nettamente positivo. Il mercato di auto elettriche è cresciuto negli scorsi anni, passando da 1 milione di vendite nel 2017 a 10 milioni nel 2022 secondo IEA. Tuttavia il 2023 registra una flessione negativa.
Cosa vuol dire? Meno domanda. Non solo per i prezzi, comunque troppo alti, ma perché le auto elettriche non convincono pienamente. Sicurezza, possibilità di ricarica, autonomia e molto altro. Così, le grandi marche di auto decidono di dare un pizzicotto a mamma Europa, chiedendo scadenza più in là nel tempo. La Volkswagen è stata la prima a scegliere di tagliare per il momento la produzione di bev in Bassa Sassonia, nella fabbrica di Emden, dopo aver constatato che la domanda era più bassa del 30% rispetto alle stime. Si aggiunge poi la Renault che tramite il ceo Luca De Meo si rivolge direttamente ai governi: “L’UE ci ripensi, lo stop alle auto a benzina slitti al 2040. Dopo un anno di inflazione, immagino un periodo deflattivo su energia, logistica e materie prime. Situazione che si può gestire in due modi: o si abbassano i costi e i prezzi o si abbassano i costi e si tengono i prezzi stabili. E credo che noi, ma anche molti dei nostri competitor, opteremo per questa seconda starda. C’è stato un aumento strutturale dei prezzi ed è difficile che ora si possa tornare indietro”.