“Non è colpa mia, non le posso mandar via, sono solo un paio di tette”. Non è proprio una sorta di coming out, ma Vanessa Grey ha inciso una divertente canzone per ricordare a tutti che oltre a un seno davvero appetitoso possiede un cervello. Alcune donne se ne fanno un vanto, altre ne soffrono. Ma lo sguardo cade sempre lì sul décolleté. Lei, cantante e conduttrice radiofonica (di RTL 102,5) non ha scoperto le sue tette per pudore e, appunto intelligenza, ma si è liberata di un tormentone che la insegue fin da adolescente. Tette voluminose e piccanti. Ma anche ingombranti. Perché lo sguardo di uomini (ma anche di donne) casca sempre lì. La canzone, dunque, è una provocazione sul tema del body shaming e insieme un pezzo pop che reclama le poppe e dichiara l’orgoglio delle curve. Ma non solo, anche del cuore, del cervello e dell’anima.
La passione per la musica e il canto ti accompagnano da tutta la vita. Andavi a lezione di canto dalla madre di Mia Martini e hai debuttato con una canzone dal titolo significativo, “Mai non dire mai”.
«Da quella canzone è nata la mia carriera radiofonica, perché ho incontrato una persona che ha intuito le mie potenzialità».
L’impegno radiofonico, per una trasmissione che comincia alle 21 e termina alle 24 è impegnativa.
«Sì, ma guarda tante cose con i colleghi le pianifichiamo con whatsapp».
Ti è mai capitato di arrivare una sera in radio con l’umore di non volere lavorare?
«Certo, tante volte, per tanti motivi. Ma succede una cosa sempre. Metti le cuffie e ti passa tutto quanto. Quando termini la diretta ritorni ai tuoi pensieri e ai tuoi problemi, però quelle in trasmissione sono ore magiche, imperdibili».
Che cosa ti piace di più del tuo mestiere?
«Conoscere le persone e fare da tramite ai racconti delle loro storie. La radio è dare e ricevere. E poi è un mestiere ricco di stimoli, per approfondire i temi più variegati».
Una notazione frivola, ma che permette un parallelismo tra te e il film Barbie. Nel film la bambola a un certo punto si ritrova per un incidente impossibilitata a indossare scarpe con i tacchi, persino a piedi nudi cammina come se avesse i tacchi. Anche a te è successa una cosa del genere.
«Sì, cavolo. Io nell’armadio avevo solo scarpe con i tacchi. Poi mi sono rotta il crociato e potevo indossare solo scarpe basse. Oggi ho anche delle scarpe da tennis e delle ciabattine, ma prima non esistevano nel mio armadio. Comunque sono una persona che si mette sempre in gioco. Se i tacchi non ci sono, mi arrangio».
Be’, sei sopravvissuta. Da piccola giocavi con le bambole e in particolare con la Barbie? Che modello avevi di fisico femminile?
«Giocavo poco con le Barbie. E mentre mia sorella ea longilinea io ero formosa. Lei va ancora oggi in palestra, io pratico invece poco sport. Studiavo il pianoforte e il canto».
Che musica ascoltavi da adolescente?
«Quando mia madre mi accompagnava in auto a lezione di canto ascoltavamo sempre la cassetta di Laura Pausini. Conosco tutte le sue canzoni a memoria».
La tua intervista più bella?
«A Jovanotti. Mi sembrava il mio migliore amico. Si ricordava anche di un mio video girato con la moglie di Claudio Cecchetto ed era entusiasta. E poi è una persona di grande spessore ed energia».
Nel tuo video c’è tanto rosa, come nel film Barbie.
«È assolutamente un caso. Ho concepito anche il merchandising con le magliette rosa con su scritto tette. Ma di Barbie non sapevo nulla. Tra l’altro il film è uscito il 20 luglio e io con la canzone e il video il 21 luglio. Una coincidenza perfetta».
E poi nel video siete delle anti-Barbie. Con tette notevoli, ma condividete la passione per i tacchi.
«Ma oggi anche Barbie è inclusiva e ognuno deve accettare la propria fisicità».
Un tuo hobby?
«Amo viaggiare e condividere esperienze con amici e amiche. Insomma, vivere qualche cosa che mi arricchisce e c’è sempre un libro nella mia valigia».
Vini, che preferenze hai? La mia è una domanda da deformazione professionale, perché mi occupo soprattutto di queste cose.
«Amo il vino. Valpolicella Ripasso e Gewurtztraminer. E ogni tanto un buon Gin Tonic».