Sono 168 titoli scelti dai collaboratori che negli ultimi 25 anni hanno lavorato per La Lettura, l’inserto culturale del Corriere della Sera. Che ogni classifica in sé faccia discutere è una banalità che possono ripetere solo gli alfieri della media cultura che si compiacciono di non saper fare ordine tra i diversi giudizi di gusto che danno alle opere che leggono. La verità è che la classifiche sono divertenti, soprattutto perché fanno arrabbiare. E quella sui libri migliori di questo primo quarto di secolo stilata dagli amici della Lettura del Corsera non può che seguire questa saporitissima tradizione. Per comodità ci limiteremo a considerare i primi dieci titoli. Vince Joan Didion con L’anno del pensiero magico, un romanzo molto apprezzato, quando uscì, da un giovanissimo Bret Easton Ellis, come ricorda lui stesso ne Le Schegge. Al secondo posto c’è Austerlitz di Sebald, poi La strada di Cormac McCarthy, Le correzioni di Jonathan Franzen arriva quarto, il quinto ce lo teniamo per dopo. Al sesto posto c’è Patria di Fernando Aramburu, poi ancora McCarthy con Il passeggero, Vita e destino di Vasilij Grossman, Gli anni di Annie Ernaux e infine Stoner di John Williams.
Ci sarebbe da discutere. Tanto. Di libri usciti in Italia in questi venticinque anni ce ne sono molti, alcuni dei quali sono stati persino scritti in questi venticinque anni, incredibile eh!, a differenza di quelli che campeggiano nella classifica de La Lettura. Per fare qualche esempio: Il libro dei numeri e I Netanyahu di Joshua Cohen, pubblicati in Italia da Codice edizioni, tutti e due usciti nel XXI secolo (rispettivamente nel 2015 e nel 2021, in Italia nel 2019 e nel 2022). Le schegge di Bret Easton Ellis, uscito nel 2025, in America e in Italia. Sottomissione e Annientare di Michel Houellebecq, anch’essi usciti nel 2015 e nel 2022. La trilogia di Hilary Mantel che inizia con Wolf Hall, i cui primi due libri hanno anche vinto il Booker Prize (caso più unico che raro). Poi c’è qualcosa di Jonathan Lethem e Richard Powers, e poi Mille lune di Sebastian Barry (ma anche il Il segreto). Potremmo andare avanti. Nulla da togliere ai titoli scelti, nonostante non siano né i migliori degli autori selezionati né probabilmente i migliori usciti in Italia negli ultimi 25 anni. Se dovessimo pescare tra i morti riscoperti solo ora, quindi nel rinculo novecentesco ai giorni nostri, come non citare I due stendardi di Lucien Rebatet, ripubblicato dalle edizioni Medhelan? Semplice, perché i collaboratori de La Lettura probabilmente non lo hanno letto. Eppure è un romanzo straordinario, tra i migliori del XX secolo e tra le migliori uscite recenti, anche per la mole di lavoro che ha richiesto (sono 1560 pagine in due tomi).
Le scelte lasciano il tempo che trovano, ma ogni classifica è diversa eccetera eccetera, inutile dilungarsi sul valore in sé di questa lista di fine anno. Ma abbiamo lasciato in sospeso il quinto posto, ricordate? Quel quinto posto per un romanzo migliore di Stoner, Vita e destino o Il passeggero. Quel quinto posto che hanno dato a Roberto Saviano e al suo Gomorra. Gomorra migliore di Stoner (che non è il migliore di Williams tra l’altro). Gomorra migliore di Vita e destino. Ed evidentemente Gomorra migliore di tutti i libri che ho citato e non sono finiti nella top ten del Corriere. E migliore anche dei tanti libri italiani usciti in questi ultimi venticinque anni, che comunque non arrivano alle vette internazionali degli altri già citati (ah, tanto per gradire, dal 2000 a oggi sono usciti anche svariati romanzi di Philip Roth, tra cui La macchia umana e Il complotto contro l’America; sono usciti svariati libri di Martin Amis, tra cui La storia da dentro; è uscito Espiazione di Ian McEwan, evidentemente inferiore a Gomorra). Gomorra sarebbe migliore de La scuola cattolica di Albinati o di Persecuzione di Alessandro Piperno. O della quadrilogia sulle stagioni di Luca Ricci (Gli autunnali, Gli estivi, Gli invernali, I primaverili). O di Works di Vitalino Trevisan.
Ripetiamolo, le classifiche sono divertenti perché ci fanno arrabbiare. Ma così è troppo facile.