Sembrava sbucato dal nulla, ma in Italia funziona così: se non vai in TV sei nessuno. Ecco perché Domenico Aiello abbiamo imparato a conoscerlo solo di recente, quando, da avvocato dell’ex pm Mario Venditti, ha cominciato a farsi vedere nei salotti televisivi che da mesi riempiono i palinsesti con approfondimenti sul delitto di Garlasco e la nuova inchiesta aperta a Pavia dal procuratore Fabio Napoleone. A chi conosce un po’ il panorama dell’avvocatura nazionale e le cronache giudiziarie, però, quel nome, Aiello, è tutt’altro che nuovo, visto che sono anni, ormai, che occupa le primissime posizioni (per dirla con improponibile terminologia sportiva) nella classifica dei penalisti italiani. E’ da anni, infatti, una figura sempre più presente nei grandi dossier giudiziari (e ora anche mediatici) e il “delitto di Garlasco”, così come le contestazioni che hanno recentemente travolto personaggi dello spettacolo, sono solo gli ultimi pezzi di una carriera lunga. E pure un po’ chiacchierata.
Ma partiamo dalla fine: Aiello è noto oggi per aver assunto la difesa dell’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura di Brescia per “corruzione in atti giudiziari e peculato”, collegata all’archiviazione della posizione di Andrea Sempio nel 2017 dopo la prima riapertura dell’indagine sull’omicidio di Chiara Poggi. Nel filone parallelo denominato “Clean 2”, coordinato dai magistrati bresciani, l’ipotesi accusatoria sostiene che Venditti avrebbe ricevuto denaro proprio in cambio della richiesta di archiviazione nel 2017 del procedimento su Sempio.Oggi che quell’archiviazione è stata messa in discussione, con una nuova apertura delle indagini, Aiello ha definito l’inchiesta un “surreale attacco alla dignità di un magistrato”, denunciando quella che, anche con toni decisamente alzati in TV, ha chiamato “spettacolarizzazione mediatica del processo” e vincendo, contestualmente, la battaglia davanti al Tribunale del Riesame per la restituzione dei dispositivi elettronici (tranne uno) sequestrati al suo assistito.
S’è limitato a questo? No. Anzi: una delle linee difensive più forti sostenute da Aiello è che la competenza per le indagini —compresa quella su Sempio — debba essere unificata sotto la Procura di Brescia, secondo la normativa sulla competenza territoriale quando è coinvolto un magistrato. Sfidando apertamente, quindi, il procuratore Fabio Napoleone sul piano, oltre che della giurisprudenza, anche della filosofia del diritto, visto che la nuova indagine su Andrea Sempio cozza, almeno formalmente, con la sentenza definitiva di condanna che la Cassazione ha pronunciato nei confronti di Alberto Stasi. Il ruolo di Aiello nel caso Garlasco, quindi, non si è limitato agli aspetti processuali.
La nuova notorietà di Aiello, però, si è ampliata in questi giorni oltre il fronte giudiziario tradizionale anche grazie al suo coinvolgimento nel clamore generato dal cosiddetto “sistema Signorini”. E’ infatti uno degli avvocati che assistono Alfonso Signorini nelle controversie legali e mediatiche con Fabrizio Corona, relative alle accuse di presunte pressioni e favori sessuali nel mondo dei reality show e dei casting televisivi. Aiello, nello specifico, sarebbe stato chiamato a gestire la difesa reputazionale di Signorini, cercando di contenere l’impatto giudiziario e di immagine rispetto all’incredibile e clamoroso interesse dei media.
La carriera professionale di Aiello, però, si intreccia da tempo anche con la politica, in particolare con la Lega. In passato è stato uno dei legali di riferimento del partito, soprattutto al fianco di esponenti di rilievo come Roberto Maroni, assistendoli in vicende giudiziarie e di contenzioso istituzionale. Proprio negli anni delle vicende che hanno travolto Maroni, la stampa lo definiva “un avvocato del potere”. Anche perché, oltre la politica, nella storia di Aiello non mancano rapporti con il mondo bancario: negli anni scorsi la Banca Sparkasse di Bolzano (come racconta un articolo de Il Fatto Quotidiano del 2021) gli aveva concesso un fido da oltre un milione di euro per l’acquisto di un immobile in Val Badia, mentre Aiello stesso presiedeva l’organismo di vigilanza interno della banca. Un ruolo che – secondo la relazione di un perito della Procura di Bolzano – avrebbe potuto configurare potenziali conflitti d’interesse d’interesse tra professionisti legali e istituti finanziari, soprattutto in relazione alla governance delle banche locali e alla trasparenza degli accordi fiduciari.. Aiello in passato è stato anche socio di uno studio legale con Gerhard Brandstätter, presidente della stessa Sparkasse, rafforzando ulteriormente i legami tra la sua attività professionale e gli ambienti finanziari.