Leo Turrini, opinionista di Sky e firma di Qn, è una delle principali memorie storiche della Formula 1. E proprio di Formula 1 ha parlato, non risparmiandosi e picchiando duro sulla Ferrari: “La SF-23 – ha detto intervistato da Libero – è chiaramente un progetto non azzeccato. Dovrebbe cavarsela meglio, o meno peggio, su circuiti senza curve veloci. Invece a Budapest lo spettacolo è stato tra i più deprimenti”.
Su Charles Leclerc: “Chiunque abbia guidato la Ferrari, negli ultimi dieci anni, non ha avuto a disposizione una macchina per lottare. Leclerc ha vinto cinque Gran Premi in cinque anni. Da ragazzino, nei kart, se la giocava con Verstappen. Hanno lo stesso talento. La frustrazione di Carletto è dovuta anche al fatto che non possa giocarsela con Max. Per me, sta aspettando una risposta dalla pista, da qui a fine anno. Se tutto resta così, il rinnovo non lo firma”.
Su John Elkann: “Quando era vicepresidente della Fiat, John Elkann venne a una presentazione della Ferrari, era il periodo di Raikkonen e Massa. In diretta tv, molto candidamente disse: «I tecnici mi hanno appena spiegato cos’è un alettone». Non è dileggio. È per dire che non ha empatia con la materia. Credo valga lo stesso per Benedetto Vigna. Anche Gianni Agnelli non amava le corse, eppure ci teneva. E ripeteva che non bisognava smettere di lottare. Mi auguro che anche il nipote possa acquisire questa consapevolezza. Per farsi ricordare come il presidente che ha vinto il Mondiale con la Rossa. Il rischio da scongiurare è che la Ferrari diventi una nota a margine, come la Williams”.
E su Frédéric Vasseur: “Eredita una vettura totalmente progettata da Binotto. Potremo giudicarlo tra un anno. Ciò che possiamo chiedergli adesso è: «Stai cambiando delle cose? Hai la percezione che gli sviluppi possano funzionare?». In Ferrari sono rimasti indietro sulle competenze, sul fronte delle conoscenze tecnologiche. Tant’è che il curato di campagna, come lo chiamo io, ha chiarito da subito che bisognava investire sulle risorse umane, andandole a cercarle anche altrove. Ora più che mai, credo sia la via più logica e auspicabile”.