Fred Vasseur lo aveva detto, al suo ingresso al GeS di Maranello sul finire del 2022: "Servirà tempo, la squadra deve restare unita". Ma tra i tanti addii di ingegneri e tecnici arrivati dopo il licenziamento di Mattia Binotto, gli evidenti problemi di competitività di una monoposto che non ha rispettato le aspettative, e i dubbi sul rinnovo dei contratti dei due piloti della scuderia, le critiche non hanno mai smesso di abbattersi contro le mura della Gestione Sportiva del team italiano.
Tra i più critici, soprattutto nel corso delle ultime settimane, ci sono sicuramente i media spagnoli che hanno più volte attaccato la Ferrari sul piano della gestione piloti, accusando il team di preferire "il principe Leclerc" com'è stato definito da Marca, trattandolo come un pilota "vincitore di molti mondiali", e aver quindi relegato Carlos Sainz al ruolo di seconda guida, una posizione che secondo gli spagnoli non meriterebbe.
L'ultimo motivo di attacco è arrivato in seguito al Gran Premio di Ungheria dove, sempre secondo la versione Sainz-centrica di Marca, la Ferrari avrebbe puntato sul risultato di Leclerc in gara, fermandolo prima rispetto allo spagnolo durante il secondo cambio gomme e quindi favorendole il risultato finale. Una scelta che Vasseur spiega alla stampa nel post GP di domenica, chiarendo la necessità di prendere decisioni che possano proteggere il team al netto dei risultati dei piloti o dei singoli eventi della gara: "Fermare Leclerc era il modo migliore per proteggere il risultato del team. Considerando che Carlos è dovuto partire sulle soft e guardando all’usura delle gomme Charles aveva senza dubbio il potenziale per finire almeno venti secondi davanti sul finale della gara. Vuol dire che la decisione era giusta. Prima della chiamata però nessuno può prevedere se ci sarà un problema con la pistola o una penalità. È sempre facile riguardare la gara dopo la bandiera a scacchi".
Quello che però secondo Vasseur avrebbe davvero condizionato la gara della Ferrari, e in particolare quella di Sainz, non riguarda la gestione delle strategie ma la posizione di partenza ottenuta nelle qualifiche di sabato: "Il weekend è stato fortemente condizionato dal sesto e undicesimo posto in qualifica. Scattando undicesimi ci siamo dovuti prendere dei rischi al via, partendo con le soft. È stata una buona scelta, ma sapevamo anche che dopo avremmo dovuto montare due set di dure ed è stato difficile".