“Non mi sento bella”. A dirlo è la francese d'Italia Ema Stokholma, pittrice prestata alla radio che cela nel mezzo una miriade di altri talenti. Talenti in cui non si rispecchia completamente, come confida nel corso della nostra chiacchierata a cuore aperto, che prende piede dalla sua ultima fatica, Derive, podcast in sei puntate alla volta degli angoli meno conosciuti di alcune delle città più belle d'Italia (appuntamento ogni venerdì sulle principali app free) realizzato da Chora Media per Trainline (app per confrontare e prenotare treni in Italia e Europa).
Una scelta azzeccata quella di affidarle del sano girovagare, visto che la voce di Radio 2, al secolo Morwenn Moguerou, è una che si mossa molto nella vita, e di più ha identificato a lungo il viaggio nella fuga e nella salvezza. Salvezza da un'infanzia tormentata che svela senza remore nell'autobiografia “Per il mio bene”, e che le vale anche il Premio Bancarella 2021. Per questo alla voce Stokholma più che ogni altra definizione andrebbe associato il concetto di resilienza. Una condizione che traspare nonostante le sue infinite insicurezze, che non le impediscono comunque di mordere anche in pista da ballo (è nel cast del nuovo “Ballando con le Stelle”).
Condizione che rincorre anche nel nostro tête-à-tête, in cui scopre le carte su tanti aspetti di sé. A cominciare dai sentimenti, “non ho il coraggio di vivere una relazione”, confessa. Passando per le mille fisime sul suo aspetto fisico, montate anche dai commenti degli haters, ma specie dal suo passato oscuro. Un corpo che odia e ama nella stessa maniera, e che ha subito anche molestie. “Pensavo di essere colpevole”, ammette addirittura, tirando in ballo una sensazione comune alle donne vittime di violenza, intanto che sogna di parlare proprio di abusi e possibilità di riscatto nelle scuole...
È la voce di un podcast che fa conoscere gli angoli meno conosciuti di alcune città d’Italia. Un viaggio che parte da Roma…
Una scelta non casuale, Roma è la città che mi ha adottato anni fa, quando non avevo ancora un piano. Così ho cominciato a viverla, come da podcast, lasciandomi andare, perché dalla stazione in poi puoi vivere proprio un altro viaggio. Non a caso è la puntata che mi ha emozionato di più.
Roma è casa sua?
Di più, è una storia d’amore, una relazione totalizzante, per questo sono single, non posso vivere un’altra storia con la stessa intensità. Roma la odi e la ami.
Nella stessa misura?
Sì. Come si fa a non amarla? È la città più bella del mondo. Ma anche a non odiarla, perché a volte è “stupida”, come cita la canzone, e si crea da sola delle complicazioni, come per la viabilità, la cura…
È single, ha detto. A tal proposito ho letto sul suo twitter che non ha tempo di fare l’amore: è davvero così?
Ride (nda). Ma quando esci di casa alle 9 e torni alle 23, con che coraggio chiami qualcuno per uscire? Organizzare un incontro, se lavori molto, è quasi impossibile.
Non crede all’amore?
La verità? Forse non ho il coraggio di affrontare una relazione, sono un po’ fifona nei sentimenti.
Ma si sente bella?
Zero, non mi sento bella per niente, anzi ho sempre evitato di mostrare la mia parte femminile o sensuale. In più, non sono mai stata fiera nemmeno nella postura.
Un’insicurezza che deriva anche dai commenti degli haters sulla sua magrezza?
Un 10% sicuramente, ma i social valgono poco rispetto a quanto subito nell’infanzia. Vero anche che molti commenti sul corpo mi fanno sentire a disagio, anche per via dei tatuaggi, quando mi definiscono “mostro tatuato”, infatti di riflesso indosso la manica lunga.
Ha subito molestie o discriminazioni sul lavoro?
Sì, quando lavoravo a Torino al dj-set un tecnico delle luci mise un telefonino per terra per riprendermi mentre suonavo. Un filmato di un quarto d’ora… Ho scoperto poi fosse sua abitudine filmare le donne a loro insaputa. Ovviamente l’ho denunciato, ed è stato anche un atto liberatorio per me, perché era già successo altre volte, e pensavo anche di essere colpevole.
Una riflessione comune a tante donne…
Già, magari una mano di troppo la vivi come conseguenza di qualche comportamento. Anzi, in un certo periodo mi ero quasi abituata a questo, perché noi donne siamo state zitte per troppo tempo. Per fortuna oggi non è più così, vedi la reazione di Elettra Lamborghini agli insulti.
Ha raccontato di aver odiato sua madre, ma odia anche sé stessa?
Mia madre non la odio più, per fortuna gli anni di analisi mi sono serviti… Con me stessa vado a momenti, forse odio è una parola forte, ma non ho una gran stima di me.
Dopo aver reso pubblica la sua storia, le sono capitati messaggi di gente che si riconoscesse nelle sue parole?
Tantissimi, purtroppo non è una storia solamente mia, quindi dobbiamo accettare che queste cose esistano, essere meno ipocriti, e anzi cercare di migliorare la comunicazione sull’argomento. Per questo mi piacerebbe parlarne anche nelle scuole, e infondere nei ragazzi un messaggio di speranza.
Di chi si fida ciecamente?
Andrea Delogu, è come una sorella. Poi di mio fratello e Gino Castaldo (suo partner in radio nda)
Nel lavoro, e non solo, avverte l’invidia delle donne?
Devo dire di no, anzi spesso dopo il lavoro usciamo insieme. Anche quando facevo la modella era così, andavamo tutte d’accordo. Forse il rosicamento ai tempi del dj-set era più degli uomini, e ho avuto anche problemi a farmi valere.
Andiamo dritti: l’ultimo singolo di Tiziano Ferro la convince o no?
Sì mi convince, è anche molto sanremese, quindi mi entusiasma pensando anche al prossimo Festival!
Invece le critiche ai Måneskin che fanno troppe cover?
Ma come si fa a criticare il percorso che hanno fatto? È pazzesco! Le cover? Che male c'è? Le adoro!
Di rimando alla sua storia e a Derive (il podcast), il viaggio è ancora una fuga o una scoperta?
Il viaggio è stato una fuga per tanti anni, adesso questa sensazione l’ho trasformata, quindi come nel podcast prendo un treno, scopro un posto, ma poi torno a casa.
Roma, città di partenza di Derive è anche la sua città. Tra le altre scoperte, dove vivrebbe per un po': Milano, Torino, Napoli, Bologna o Firenze?
Ecco, ho già vissuto in tutte queste città, Torino è l’unica che mi manca, ma intanto cambio casa, però resto sempre a Roma eh.
Come si immagina tra 20-30 anni?
A dipingere in un atelier, con una vista bellissima su monti o mare, ma senza salutare la radio, se il mondo dei sogni lo permetterà.