Ieri, per evitare il pippottone termonucleare globale di Roberto Saviano, ho deciso di guardare il festival di Sanremo con l’audio di Radio2, dove i conduttori sono Gino Castaldo e Ema Stokholma (mettevo l’audio originale solo per la stratosferica Drusilia Foer, Gianluca Gori è il nostro Eddie Izzard, se non sapete chi è cercatelo!). E insomma un po’ mi è parso di ascoltare Sanremo come lo si ascoltava un tempo: alla radio; dove non c’erano look, o performance, o bideuzzi alla testa (solo i pazzi possono scambiare un bidet alla testa con un battesimo), o scapezzolamenti, scosciamenti, sadomasochisticamenti e roba del genere, e dove, parlando le canzoni un po’ tutte della stessa cosa (ammore per lo più) l’orecchio era teso alla voce. Mina, Clauio Villa, Nilla Pizzi, Al Bano e via cantando. Così ho scoperto che la voce più bella di questo festival di Sanremo è quella di Ema Stokholma, che è dunque la vera vincitrice di questa edizione.
A casa di Franco Battiato, che mi ha onorato di lunga amicizia, si organizzava ogni anno il gruppo di ascolto per Sanremo, e durante una di queste serate espose la sua opinione sulle voci pop: “Considero le voci pop migliori di quelle liriche, eccetto alcuni straordinari casi ovviamente. La voce lirica è tecnica, la voce pop è anima. Il DO di petto ha qualcosa di fascismo, di balcone, mentre una DO sussurrato è fatto di vibrazione, ogni essere umano ha una sua vibrazione, la voce pop o ce l’hai o non ce l’hai, non puoi impararla”. Credo che quella di Ema Stokholma sia una delle voci pop per eccellenza. Ripensando alle parole di Franco, suppongo che la voce pop sia una specie di grattino, quel grattino che gli amplificatori a valvole regalavano alle chitarre e ai bassi elettrici e che passava dalle valvole allo sterno (e sì, anche più giù). Ema Stokholma grattina che è una meraviglia.
Conoscendo la mia cultura scientifica sui piedi delle donne (ho inventato una “successione di Cappellani” che è una “successione di Fibonacci” applicata ai piedi delle donne – curva del mignolo, fratto per la differenza della lunghezza con il quarto dito, moltiplicato per la differenza, maggiore o minore, dell’alluce rispetto al secondo dito, diviso per la lunghezza del terzo) un amico mi ha fatto notare che Ema Stokholma ha anche i piedi bellissimi.
Ne ero certo, ma ho voluto controllare. E’ vero. Per questo bisognerebbe sempre cantare scalzi, la voce dipende dalla forma dei piedi, sono i piedi che rimbalzando la vibrazione a terra e rimandandola verso l’alto danno il cosiddetto “timbro”: i piedi sono i pick-up della voce elettrica. La Voce Elettrica di questo Sanremo è la sua.