Ennesima teoria “complottista” sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, di cui francamente non avevamo alcun bisogno. In un momento in cui sarebbe necessario togliere elementi per giungere finalmente alla verità, non si fa altro che aggiungere carne sul fuoco senza motivo, se non per fini strettamente personali. È ‘notizia’ di oggi, pubblicata sul Corriere della Sera a firma di Fabrizio Peronaci, la possibilità di un collegamento tra la sparizione di Emanuela, l’uccisione di Katy Skerl e il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro. Tre dei grandi casi di cronaca italiani, secondo quanto scrive il giornalista del Corriere, avrebbero un filo conduttore tra loro. Niente di meno che la nonna paterna della Skerl: “La diciassettenne strangolata il 21 gennaio 1984 in una vigna di Grottaferrata, era la nipote di una testimone oculare del rapimento di Aldo Moro. Poco prima delle 9 del 16 marzo 1978, affacciata al suo appartamento di via Stresa 96, all'angolo con via Fani (zona Trionfale), c'era la nonna paterna Eleonora Skerl, all'epoca cinquantottenne”. Ma facciamo un passo indietro. Perché Emanuela Orlandi anni fa è stata accostata a Katy Skerl? Tutto si riduce alla figura di Marco Accetti, professione fotografo più volte classificato come mitomane, che nel 2015 si autoaccusò del rapimento della quindicenne cittadina vaticana, invitando gli inquirenti ad aprire la tomba della diciassettenne per verificare l’attendibilità dei suoi racconti: “La bara della Skerl è stata rubata per far sparire una prova del collegamento con Emanuela Orlandi. Controllate e poi mi direte se sono un mitomane”.
La verifica è stata poi compiuta nel luglio 2022: la bara con la salma era stata trafugata dal Verano, cimitero monumentale di Roma. Ciò nonostante, nessun collegamento con la scomparsa di Emanuela è stato mai dimostrato, e le altre rivelazioni fatte da Accetti a proposito di Emanuela si sono rivelate infondate, come quando consegnò un flauto che diceva essere quello appartenuto ad Emanuela, oggetto che la ragazza aveva con sé al momento della scomparsa. Pietro Orlandi non ha mancato di commentare questo nuovo “articolo rivelazione” firmato da Peronaci: “Sinceramente, capisco che si fanno i salti mortali per riportare a tutti i costi Accetti in pista, ma collegare il caso Moro ad Emanuela perché la nonna della Skerl nel 1978 stava affacciata alla finestra e ha rilasciato un’intervista? Mi sembra veramente troppo”. Invitando poi Peronaci, cordialmente, ad abbandonare la scomparsa di Emanuela come argomento dei suoi articoli: “Per favore, non usare Emanuela per qualunque cosa tu voglia scrivere. Vuoi scrivere della nonna della Skerl, del caso Moro, fallo. Ma non usare sempre Emanuela per un articolo quando lei non c’entra né con Moro né con la nonna della Skerl”. Sono quarant’anni che la famiglia Orlandi cerca Emanuela, quarant’anni in cui ha dimostrato una grandissima pazienza e dignità difronte a titoloni di giornale come questo, che dalla verità possono solo che allontanare.