“Perché avete avvisato Mario Meneguzzi che lo stavate pedinando. Voi dei servizi lo avete avvisato che era pedinato, mi vuole spiegare perché?” Questa è la domanda che ha fatto Massimo Giletti, in strada, a un ex agente dei servizi segreti coinvolto nelle indagini nell’83 sulla scomparsa di Emanuela Orlandi.
Ma il giornalista e conduttore de Lo Stato delle cose è stato aggredito in mezzo alla strada mentre faceva il suo lavoro. Mentre faceva una domanda centrale: perché lo zio di Emanuela Orlandi è stato avvertito da un agente del Sisde del pedinamento? E questa domanda ne nasconde un’altra, più importante: qual era il rapporto tra Mario Meneguzzi, che lavorava al bar della Camera, e i servizi segreti italiani?
Come riportato durante la puntata de Lo Stato delle cose, Meneguzzi venne probabilmente avvertito da Giulio Gangi, ora deceduto, che si interessò fin da subito al caso Orlandi insieme a un suo collega, l’uomo che ha aggredito Giletti in mezzo alla strada.
Per ora, nonostante l’anticipazione del video a Fanpage, il nome dell’ex agente del Sisde non è stato fatto. Tuttavia, il riferimento all’audizione in Commissione di inchiesta del 4 dicembre 2025 fa ipotizzare che quel nome possa essere Claudio Martufi, che nell’83 andò a casa degli Orlandi insieme a Gangi.
L’audizione in Commissione è stata, per volontà di Martufi stesso, completamente secretata, per cui non si sa nulla di ciò che ha raccontato. Giletti potrebbe averlo intercettato proprio dopo l’incontro per porre questa domanda centrale: perché Meneguzzi, che gestiva il bar della Camera dei Deputati, venne avvertito dal Sisde sul pedinamento?
In un profilo dell’Arma dei Carabinieri del 30 agosto 1983, Meneguzzi, oltre a essere indicato come archivista e “responsabile del buffet” della Camera, si dice: “È ritenuto uomo di fiducia di Peruzy Mario […] consigliere capo servizio amministrativo dei patrimoni della Camera dei Deputati”.
Un’altra strana questione è il tenore di vita di Mario Meneguzzi, che gestiva la buvette (il bar) della Camera dei Deputati, ma possedeva, come riportato da Spazio 70, quattro abitazioni, due a Roma, una a Santa Marinella e un’altra a Borgorose di Torano, e tre auto.
Infine una nota: Massimo Giletti ha alle spalle una carriera tale che lo si ricorda ormai solo come conduttore di programmi televisivi, e cioè come “guida” e in un certo senso regista dei servizi che altri seguono in modo più specifico per lui. E invece, in questo caso, ha scelto di tornare in strada, a confrontarsi direttamente con uno dei personaggi che girano intorno a questa storia. Segno che no, non sta comodamente infangando una famiglia dal suo studio, ma sta cercando di tirare fuori dei fatti alle persone coinvolte.