“Quando io raconto che mi dicono che la sera Wojtyla se ne usciva con due suoi amici monisgnori polacchi, ogni tanto se ne usciva in macchina, mi dicono sicuramente perché aveva bisogno di respirare una boccata d’aria perché il pontificato era pesante… qualche dubbio mi viene. Qualcuno mi dice non andava certo a benedire le case, cioè queste cose…” (DiMartedì, La7, 14 aprile 2023)
“Non ho mai detto che Giovanni Paolo II è un pedofilo, non l’ho mai detto. Però ho detto che è giusto indagare a 360 gradi”. (DiMartedì, La7, 14 aprile 2023)
“Fino a quando Wojtyła non si è presentato a casa nostra il caso continuava ad andare avanti. Poi è cambiato tutto”. (Fanpage, 23 gennaio 2025)
“Io sono convinto che Papa Francesco è a conoscenza di quello che èp successo. Papa Ratzinger era a conoscenza. Giovanni Paolo II era a conoscenza di quello che è successo. Ne sono sicuro al 100%. È una mia convinzione. Sai, le prove è difficile trovare le prove in Vaticano.” (FarWest, 6 dicembre 2024)
Queste tre dichiarazioni sono di Pietro Orlandi. A cui se ne aggiunge un’altra, di queste ore, legata alla notizia che suo zio, Mario Meneguzzi, è finito in un atto giudiziario come “ipotesi investigativa”, come scrive Repubblica, e come conferma a Massimo Giletti il figlio di Meneguzzi, Giorgio.
“Non so come avremmo fatto senza di loro. Sono stanco di commentare questo ennesimo depistaggio, molto più chiaro oggi rispetto al passato. Posso solo dire a chi pensa che sia vera questa pista, che così mette anche in dubbio le parole di Papa Giovanni Paolo II quando venne a casa nostra e ci disse che Emanuela era vittima del terrorismo internazionale. Era anche lui un depistatore?”
Ma quindi per Pietro Orlandi papa Giovanni Paolo II era coinvolto, ha nascosto la verità (“Fino a quando Wojtyla non si è presentato a casa nostra il caso continuava ad andare avanti. Poi è cambiato tutto”) o la verità la disse già nel 1983 (“… quando venne a casa nostra e ci disse che Emanuela era vittima del terrorismo internazionale, era anche lui un depistatore?”)?
Alcune di queste dichiarazioni si riferiscono allo stesso evento, l’incontro tra Wojtyla e la famiglia Orlandi dopo la scomparsa: in una di queste Pietro Orlandi sostiene che dopo l’incontro con il Papa cambiò tutto. Da quel momento in poi seguirono decenni di silenzio da parte del Vaticano. Però, nella frase di queste ore, Pietro Orlandi sfida chi segue la pista dello zio a mettere in dubbio le parola di un pontefice: “Anche lui era un depistatore?” Ma se Pietro crede che Giovanni Paolo II abbia nascosto la verità per così tanto tempo, perché è così convinto che non l’abbia depistato quarantacinque anni fa dicendogli della pista del terrorismo internazionale?
Nel giro degli ultimi due anni ha anche chiesto di indagare a 360 gradi sulle alte sfere del Vaticano, papa compreso. Quindi lui è il primo a non fidarsi dei papi, Giovanni Paolo II compreso. Allora perché rispondere alle accuse verso lo zio “appellandosi all’autorità” del papa che gli parlò della pista del terrorismo internazionale? Insomma, è il buono o il cattivo in questa storia? Delle due l’una.