Fabio Salamida, giornalista e scrittore, nel 2021 ha pubblicato un saggio ironico dal titolo ‘Post Politica’ e recentemente un romanzo politico dal titolo ‘L’ultimo tram, storiche tragicomiche di un’Italia al capolinea’. Sulla sua bio si legge ‘un socialista che piace alle donne’. Gli chiediamo cosa pensa di questa netta vittoria del centrodestra guidato da Giorgia Meloni e cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi e nei prossimi anni.
“L’Italia è un Paese immobile, che cambia poco e molto lentamente. È un Paese che ha imparato ad adattarsi molto bene ai cambi di Governo, ma è anche un Paese che tende a scaricare sempre più velocemente questo o quel leader. Una vasta parte dell’elettorato, quella che chiamo ‘popolino sovranello’, va a votare con la stessa mentalità con cui compra le magliette da Zara: cioè sapendo che dopo pochi mesi dovrà buttare la maglietta perché inizierà a puzzare di sudore anche dopo un lavaggio a novanta gradi con candeggio. Appena quattro anni fa, l’astro nascente della politica italiana e leader di un partito che aveva sbancato raccogliendo il 33% alle elezioni, era ‘Giggino, quello che voleva fare il premier’: ora Luigi Di Maio dovrà chiedere il reddito di cittadinanza o magari proporsi come cameriere della storica trattoria ‘da Nennella’ a Napoli, nei quartieri. In realtà sarebbe meglio spendere un po’ di più per comprare magliette che durano anni. A conti fatti sarebbe un risparmio per chi le indossa e un bene per il pianeta: ma l’offerta politica in Italia ricorda più uno scaffale di Zara che quello della Rinascente, perché rispetta perfettamente l’elettorato”.
Salamida, non è un discorso un po’ classista?
Forse sì, ma negare l’esistenza delle classi sociali o pensare che gli elettori siano le vittime e non gli artefici dei loro stessi guai è un errore grossolano. Recentemente ho presentato ‘L’ultimo tram’ in una periferia romana e una donna un po’ avanti con gli anni, forse risentita per qualche battuta su Giorgia Meloni e Matteo Salvini, ha detto che avrebbe votato per la leader dell’estrema destra perché gli altri l’avevano resa più povera. Le ho chiesto cosa avesse votato nelle elezioni precedenti e mi ha messo in fila Berlusconi, Renzi e Di Maio… le ho detto di prepararsi all’ennesimo pentimento. Una volta c’erano i partiti di massa che con tutti i loro limiti indottrinavano le persone, anche quelle che magari non avevano gli strumenti per elaborare ragionamenti complessi, verso delle idee di Paese e di mondo: oggi vendono tutti magliette a 9 euro e 99 centesimi.
L’ultimo partito di massa rimasto è il Partito Democratico, ma ha incassato una sonora sconfitta…
Partito di massa? Non scherziamo. Il Partito Democratico è un aborto. Lo dico con rammarico perché sono stato tra quelli che ci aveva creduto. Avrebbe dovuto mettere insieme il meglio di due grandi tradizioni politiche, ma è stato sin da subito una somma aritmetica di apparati e di correnti senza idee. Ora cambieranno per l’ennesima volta segretario pensando che il problema sia di leadership: in realtà è un contenitore vuoto e senza idee. Il Pd dovrebbe sciogliersi e quello spazio politico andrebbe occupato da una forza di sinistra di ispirazione socialista. Qualcuno risponderà che in Italia la sinistra è minoritaria: verissimo, ma meglio avere in Parlamento una forza minoritaria che porti avanti delle istanze ben definite e che poi vada a dialogare con altri ed eventualmente al Governo in coalizione, che una scatola con dentro tutto e niente, una scatola ugualmente minoritaria, che sta lì ad eleggere quattro capi bastone senza un voto e che campano sulla rendita elettorale di partiti che non ci sono più da decenni. Certo, è un percorso in salita, ma ricordo che nel 2018 Giorgia Meloni guidava un partitino al 4,4%, ora è al 26%.
Molti temono un ritorno del fascismo, pensi che sia una paura fondata?
Non vedremo le squadracce in giro per le strade e Giorgia Meloni non di affaccerà a Piazza Venezia a fare comizi, quel fascismo non lo vedremo mai più per fortuna; l’estrema destra di oggi rievoca slogan e parole d’ordine di quel tempo ma ha saputo aggiornarsi per contestualizzare quelle idee rendendole compatibili con l’oggi: da questo punto di vista è stata molto meno conservatrice di certa sinistra. Quello che vedremo è un’Italietta molto più chiusa, dove ci sarà tanta gente che si sentirà legittimata a trattare omosessuali, lesbiche e trans come dei malati mentali, dove una donna sarà colpevolizzata e ostacolata se deciderà di abortire, dove i giovani saranno trattati da manovalanza e sottopagati. Un’Italietta a misura di anziano, ovvero a misura della stragrande maggioranza dell’elettorato attivo, che è poi l’unica cosa che interessa un po’ a tutti i partiti, da destra a sinistra. Un’Italietta molto più simile all’Ungheria e alla Polonia che alle grandi democrazie occidentali. Con il trio Meloni, Berlusconi, Salvini al Governo del Paese, saremo meno europei, almeno nei modi. Quanto all’economia, per fortuna le possibilità di manovra dei singoli Stati è sempre più limitata, quindi non ci ritroveremo la ‘finanza creativa’ dei Governi Berlusconi che trascinarono l’Italia sull’orlo del default. Anche quel disastro è stato velocemente dimenticato. L’estrema destra governerà e farà l’estrema destra, ma i danni che farà saranno più morali che materiali. E poi c’è un dato numerico che passa sotto traccia: Forza Italia ha incredibilmente tenuto, quindi il partito di Berlusconi sarà indispensabile per formare qualsiasi Governo e ne condizionerà la linea politica e il posizionamento internazionale; non sono casuali le continue prese di posizione filo-Nato della leader di Fratelli d’Italia e futura premier. Anche l’eventuale ‘ruota di scorta’ della Giorgia nazionale, il partitino salva-poltrone del figlio di Cristina Comencini e dell’amico di Mohammad bin Salman, è su posizioni atlantiste. Qualcuno temeva che potessero avere i numeri per cambiare la Costituzione a colpi di maggioranza, ma alla fine non li avranno. Per quanto avessero il vento in poppa, era molto difficile per loro raggiungere la maggioranza dei due terzi in entrambi i rami del Parlamento e questo malgrado la peggiore legge elettorale della storia dell’umanità e il taglio dei parlamentari voluto dai grillini. Proveranno a portare a casa il presidenzialismo, ma per forza di cose dovranno dialogare con tutti e proporre una riforma potabile con tutte le sensibilità del Paese. Insomma, dovranno riformare una parte della Costituzione nel rispetto della Costituzione. E non è poca cosa.
A proposito di grillini, ti aspettavi questo successo del partito di Giuseppe Conte?
Di successo non parlerei visto che comunque sono usciti dimezzati rispetto a quattro anni fa. Certo è che non si sono estinti come qualcuno aveva erroneamente pronosticato. Onore a Rocco Casalino del Grande Fratello che è riuscito a ricostruire la ‘verginità’ di Giuseppe Conte, ovviamente sul piano politico. Un ex premier che ha governato praticamente con tutti, tranne che con la futura premier, è apparso come una specie di alieno atterrato sulla Terra il 15 agosto. Un capolavoro di comunicazione certo, ma non è solo una questione di immagine: il Movimento 5 Stelle, il partito del Reddito di Cittadinanza, ha saputo incarnare una serie di istanze reali, pur esasperandole con proclami populisti. Sono istanze che albergavano a sinistra, ma che in assenza di un partito di sinistra, si rifugiano lì. In politica lo spazio non si crea e non si distrugge: si occupa.
A proposito di comunicazione, che campagna elettorale è stata?
Oltre a quella di Conte, la campagna più efficace è stata quella di Giorgia Meloni, che non ha sbagliato nulla. È stata anche brava a sfruttare possibili incidenti di percorso come quella contestazione dell’attivista LGBT: “Hai già le unioni civili” è una risposta agghiacciante, ma è quello che pensa il popolino sovranello dopo anni di propaganda violenta da parte di chi ha contrapposto i problemi economici delle persone alla richiesta di diritti da parte di chi non ne ha, come se le due cose fossero in contrasto, come un omosessuale o un immigrato non paghino le bollette del gas come tutti gli altri. Sulla campagna del Pd calerei un velo pietoso: se continui ad affidarti a una società che non ne azzecca una dalle primarie del 2010 in Puglia, ti meriti meme e sfottò. Ho trovato agghiacciante la corsa a TikTok dei politici, un’ennesima dimostrazione di arroganza da parte di gente che vive fuori dal mondo con i giovani trattati come poveri ebeti da catechizzare. Forse gli unici che hanno saputo interpretare il social (non loro, ma chi per loro…) sono stati Giuseppe Conte e Silvio Berlusconi: il primo si è messo a fare divulgazione, il secondo ha recitato bene la parte nonnetto allupato, quello delle cene eleganti con Ruby Mubarak: insomma, hanno saputo fare intrattenimento.
Hai trovato qualche polemica particolarmente stucchevole?
Non ho capito la polemica sulla fidanzata di Silvio Berlusconi eletta in Sicilia senza essere mai andata in Sicilia a fare campagna elettorale. Ha spiegato che la regione la conosce benissimo perché ci andava in vacanza da bambina. Non sarà mica così rimbambita da non ricordarsi luoghi visitati pochi anni fa!Anche Maria Elena Boschi, quattro anni fa, fu imposta nel collegio di Bolzano dove qualche volta era andata a sciare…