Nessuno può mettere le influencer in un angolo. Neanche le loro frasi insulse sulla resistenza, che subito dopo il voto regalano all'indefessa Giorgia Soleri la sua prima copertina su Vanity Fair. Chiamale fesse. Quindi ci hanno trombato ancora, come dimostra la bufera social a danno di Giulia Torelli, aka RockandFiocc (dall'omonimo blog di moda, beauty e lifestyle) che come le altre della sinistra radical chic e giù di lì manifesta il suo malcontento per l'esito delle votazioni. Basta che se ne parli, nevvero?
Allora per riassumere, la seguitissima (oltre 200 mila follower) amata dalla Milano bene e da Vanity Fair (guarda la combinazione) se la prende con gli anziani, che a suo dire hanno consegnato il Paese a Giorgia Meloni. “Perché i vecchi hanno diritto di voto? Perché? L’hanno già esercitato nella loro lunga, lunghissima vita. Basta, basta a votare. Basta, non sanno niente, non hanno idea. Quello che sanno lo vedono al Tg, non sanno neanche loro cosa stanno facendo. E poi succedono queste cose. No. I vecchi non devono fare niente, tantomeno votare. In casa devono stare, fermi, fermi immobili con quelle mani...”. Un'invettiva mostrata nelle sue story Ig, a suon di fiorellini che le incorniciano il volto, come da prassi, ripresa immantinente da Selvaggia Lucarelli, che le favorisce la gloria ma anche la gogna eterna, con una shitsorm che dura da 24 ore, ora più ora meno.
Ma prima di approfondire la sua orazione, nel perfetto stile da maestrina che la contraddistingue, e messa giù decisamente male, ma forse male volutamente (che sia una provocazione?), il fatto che sia in tendenza da oltre 24 ore (ricordate la gloria e la gogna di cui sopra?) dopo che mezzo mondo social ha condiviso il meme sullo stare in casa (nel lockdown) per salvare il culo ai vecchi che poi votano Meloni e Salvini dimostra intonso il voltafaccia del web. Quindi un giorno è un concetto sacrosanto, l'altro, solo perché lo monta siora Lucarelli e affini è un pensiero schifoso e da ripugnare, anche se è il medesimo ragionamento.
Allora torniamo alla creator digitale, di professione "riordino armadi", come riassume pungente la rete, che se c'è da sputare veleno (augurandole perfino la morte) non si tira mai indietro, per quella vecchia legge del taglione seguita per filo e per segno: ma siamo proprio sicuri che le sue parole siano una cazzata senza alcun fondamento?
Parliamoci chiaro, al di là delle frasi colorite della blogger-influencer e messe subito al bando dal politically correct a cui non sfugge mai niente, ci sono dei dati sul post elezioni su cui tocca riflettere. A cominciare dalla fascia astensionismo, che subito dopo i giovani dai 18-24 anni interessa proprio gli over 65: il 38% di loro non ha votato. Di più gli anziani, non ce ne vogliano, sono sì la memoria del Paese, ma sono anche in quella fase d'età in cui la lucidità perde qualche colpo. Lo conferma, tra le altre, il semplice rinnovo della patente, la cui scadenza cambia a seconda dell'età del patentato. Inoltre, anche poco padroni dei nuovi canali d’informazione, non mettono su un'analisi precisamente approfondita. Diciamolo quindi apertamente, a una certa età si vota più per simpatia e ideali che per reale conoscenza, e quindi se esiste un limite in partenza scandito dalla maggiore età, perché non può esistere alcun ridimensionamento a seconda degli anni che passano? Una considerazione che sta perfettamente in piedi, se ci pensate bene, prima di fustigatore in coro la figlia dei fiori, che tra le altre è stata tirata in ballo anche per questioni passate, giusto per rinfocolare l'odio sul nemico di turno.
Come pescare una sua replica indirizzata a una giovane laureata, che lamentava di guadagnare solo 400 euro al mese col suo stage, al netto delle due lauree. Ma la Torelli, ben lungi dal consolarla la rimbeccava perfino: “È il tuo primo lavoro, non sai fare niente e non importa che cosa tu abbia studiato. Ho notato che le nuove generazioni sono tutte speciali, hanno poca voglia di farsi il culo. A regà, ci siamo passati tutti: andare, lavorare a testa bassa”. Insomma, la poca esperienza si paga, e per quanto bruci sentirselo dire, è così che funziona.
Quindi, tirando le somme, la Jimmy Carr in gonnella non è così fuori fuoco, neanche quando paventa il suo ideale di perfezione: magro e giovane. Ma seppur discostandoci degli estremi (quanto mette in mezzo i disturbi alimentari, per intenderci), possiamo davvero darle torto? Non è forse quello il modello a cui ci ispiriamo un po' tutti, sempre in corsa tra diete, palestra, lifting e trattamenti vari per toglierci gli anni di dosso? Quant'è bella l'ipocrisia social...