Tariffe verso l’alto, è il segno dei tempi. Benzina, gas e naturalmente anche per l’energia elettrica, con effetti inevitabili anche sulla competitività della mobilità green, dal momento che sono diversi i gestori delle reti che hanno deciso di innalzare i costi alla colonnina. Non in tutti i casi e non per tutti i servizi, ma la tendenza è piuttosto chiara, e l’ultimo operatore a cambiare, almeno in parte, il suo piano tariffario è Enel X Way, con aumenti che riguardano le colonnine di ricarica veloce (per le quali, sui costi, indice molto l’ammortamento dell'impianto, ancor più che il prezzo dell’energia) e che entreranno in vigore dall’8 ottobre. La ridefinizione del piano di Enel X Way parte dalla divisione in AC (corrente alternata), DC (corrente continua) fino a 150 kW Italia, DC fino a 150 kW Europa, e DC oltre 150 kW in Italia e in Europa, e sono le colonnine più potenti, in modalità pay per use, ad aumentare: dall’8 ottobre le tariffe saranno di 0.70 euro per kWh in Pay Per Use AC in Europa; 0.89 eurp in Pay Per Use DC fino a 150 kW in Italia; 0.95 euro in Pay Per Use DC fino a 150 kW in Europa e 0.99 euro per kWh in Pay Per Use HPC oltre 150 kW in Italia e in Europa.
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Ora, quello di 0.99 destinato alle colonnine che si trovano sulle autostrade è una tariffa a un passo dalla soglia psicologica di un euro e aumenta significativamente il costo di una ricarica standard, quasi ai livelli di un’auto termica, ma va rilevato che Enel X Way ha mantenuto invariati i prezzi degli abbonamenti Flat Small e Flat Large, quelli che garantiscono rispettivamente 70 o 145 kWh al mese, e allo stesso modo è rimasta invariata anche la tariffa di ricarica in AC in Italia. Si tratta insomma di una strategia che mira alla sottoscrizione degli abbonamenti a pacchetto, per i quali di fatto gli aumenti non hanno effetto e con i quali la convenienza della ricarica è ancora assicurata. Il Corriere della sera riporta l’esperienza di un tassista: “Spenderei 80 euro per un pieno. Praticamente uguale alla benzina. Ma col pacchetto il costo è bloccato a 31 centesimi per ogni tipologia di colonnina».
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Ha aumentato anche Tesla, che ha comunicato ai clienti europei l’aumento delle tariffe di rifornimento presso le sue colonnine proprietarie, le Supercharger, approntate appunto solo per coloro che possiedono una Tesla: il costo viene alzato da 0,49 a 0,66 euro al kWh. considerando che la tariffa ultra fast standard di Ionity, aumentata nel 2020, resta di 0.79 (che scende a 0.35 al kWh è con un abbonamento mensile da 17.99), resta da segnalare che il male è comune in tutto il continente, anche per chi non fa più parte dell’Unione Europea. Nel Regno Unito, a titolo di esempio, Osprey Charging, uno dei principali operatori britannici, ha annunciato il rincaro per le sue colonnine di ricarica veloce a una sterlina al kWh: al cambio attuale, sono oltre 1.10 euro. E gli operatori, oltre una ventina, stanno chiedendo al governo la riduzione dell’Iva sui costi di ricarica pubblica, ora ferma al 20%. Tornando in Italia, si segnalano i comuni in cui si è deciso di stoppare la ricarica gratuita, servizio apprezzato anche da chi proveniva da fuori: lo scorso febbraio era toccato a Rivolta d’Adda, nel Cremonese, ora l’annuncio arriva da Verona, dove Agsm Aim ha comunicato che la ricarica nelle 52 colonnine cittadine costerà ora 0.56 euro al kWh.