Non so perché ma mi immagino Elisabetta Sgarbi (boss del “La nave di Teseo” che ha pubblicato il libro di Zaki, del quale manco mi ricordo il titolo) in tenuta fetish di pelle e gatto a nove code che frusta il culetto di Patrick Zaki per educarlo alla diretta con Fabio Fazio a Che tempo che fa. E niente, a me lo Zaki tafaziato e attapiroettato da Fazio mi ha fatto quasi tenerezza e quasi pena (quasi). Perché è così che succede quando pensi di essere un uomo con la schiena dritta, scrivi i tuoi tweet che pensi integerrimi e te ne impippi delle critiche, e poi ti scontri con la dura realtà dei soldi che ti possono entrare in saccoccia, ti trovi davanti l’editrice, Elisabetta Sgarbi, che il tuo libro vuole venderlo e che sa come un passaggio da Fazio significa che hai svoltato, e che se ti permetti ancora di dire intemerate non filtrate innanzitutto da te stesso finisce che il libro poi non se lo comprano e ciao!
Nelle stesse ore, per parlare di giornalismo, girava il video di quello splendore di Rasha Nabil, che sull’emittente Al-Arabiya intervistava uno dei leader di Hamas, Khaled Mashal, mettendolo con le spalle al muro, facendolo balbettare, costringendolo a delle supercazzole imbarazzanti, e formulando la domanda delle domande: “Avete consultato qualcuno, il popolo palestinese, le autorità palestinesi, prima di compiere un massacro tra i civili israeliani?”.
Perché questo dovrebbe essere il capello da spaccare in quattro (non una minchia di libro di Zaki, la rete dei venditori, la promozione televisiva): Netanyahu è un capo di stato eletto democraticamente ed è criticato, legittimamente, anche da gran parte degli israeliani, mentre lo stato palestinese non ha ancora un riconoscimento unanime ed è falso dire che Israele ha occupato lo stato palestinese: prima dello stato d’Israele c’era un mandato britannico. Zaki continua a dire che bisogna anche conoscere la storia di quella zona, ma non sembra così informato, motivo per cui non leggerò quel libro.
E invece da Fazio, accolto con abbracci, con baciamano alla moglie – si è appena sposato, “Esticazzi” direbbe la bravissima Fagnani – Zaki è diventato un ultrapacifista, preoccupato della sorte degli ostaggi israeliani, mentre Fazio gli faceva le domande imbeccandogli al contempo le risposte, come si farebbe con un bambino.
Attenzione: la mia non è una critica a Fabio Fazio, che fa benissimo il suo lavoro e i contratti e gli ascolti lo testimoniano. È una osservazione di come pubblicare un libro e avere la possibilità di guadagnare spezzi come fuscelli anche le schiene che si vorrebbero più dritte.
Questo per dire che mentre Rasha Nabil strapazzava per benino un leader di Hamas, uno che se si incazza, a Nabil, gli ammazza la famiglia, noi abbiamo assistito a un gentile balletto con Zaki, che in fondo è come un cazzo di due di coppe.