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Il successo di Fabio Fazio sul Nove è puro gaslighting (ovvero tafazzismo). La Rai rosicherà per “Che tempo che fa”, ma…

  • di Grazia Sambruna Grazia Sambruna

16 ottobre 2023

Il successo di Fabio Fazio sul Nove è puro gaslighting (ovvero tafazzismo). La Rai rosicherà per “Che tempo che fa”, ma…
Oltre due milioni di telespettatori per il battesimo di Fabio Fazio sul canale Nove. Un successo incredibile e, da molti punti di vista, pure inspiegabile. La Rai starà rosicando (e fa bene) per essersi lasciata scappare la corazzata di Che Tempo Che Fa. Il trionfo Auditel, però, non toglie quella che è la verità: la puntata è stata noiosissima e chi se ne entusiasma sui social lo fa per puro tafazzismo. E per non rischiare di passare da imbecille agli occhi di quelli che ben twittano

di Grazia Sambruna Grazia Sambruna

Quelli che ben tempano. La prima puntata di Che Tempo Che Fa su Nove ha sbancato l'Auditel, superando i due milioni di telespettatori. Ed eccoci, quindi, tutti pronti a elogiare il "martire" Fabio Fazio, per mera narrazione "epurato" dalla Rai in quanto giornalista scomodo. Come se fosse vero. Il conduttore, insieme alla sua "Lucianina" Littizzetto, al Walter e alla Iolanda, ha semplicemente traslocato, accettando un'offerta economica ancor più redditizia rispetto a quella che il Servizio Pubblico gli poteva garantire. E buon per lui, buon per loro. Ma la storia del milionario che cambia lavoro per andare a prendere ancora più soldi, a quanto pare ha commosso il web per l'estate intera. Anche perché non è stata raccontata esattamente così. Pazienza. Ora, di fronte alla ripartenza della corazzata (Potemkin) nella nuova location, si sprecano elogi e "Osanna eh" a social unificati. Da parte di gente che, come noi tutti, questa prima puntata più che averla vista, l'ha subita. Di un tedio infernale e infestante, risulta però impossibile muovere critiche alla trasmissione. Perché il rischio è quello di passare per salviniani (cosa c'entra?!) o peggio, per imbecilli che si meritano una vita di reality trash in tv. Questo mentre Fabio Fazio su Nove continua a fare ciò che gli riesce meglio: gaslighting. Ossia fa credere di essere impegnato, dalla parte giusta della storia, anche culturalmente altissimo. E il telespettatore deve starci, altrimenti problema suo: non è abbastanza intelligente per capire la levatura del menù offerto. Quindi, per non fare figure, finisce digi-involversi in Tafazzi. Pure felice, lietissimo di smaronarsi dalle 19.30 a mezzanotte. Perché così fan tutti. Umilmente, ci opponiamo.

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La prima parte del programma (un'ora e mezza buona), si concentra sul conflitto tra Israele e Palestina. Scelta doverosa, peccato solo che gli ospiti siano troppo presi parlare da soli, senza spiegare alcunché sulla drammatica situazione in corso. Giovanni Floris, del resto, ha la premura di smarchettare il suo nuovo libro fresco di stampa, mentre  la vicedirettrice del Corriere della Sera Fiorenza Sarzanini e l’editorialista di Repubblica Massimo Giannini, quella di appairire intelligenti, acuti. E ce la fanno, ma da casa cala la palpebra e, quel che è peggio, non si capisce alcunché. Solo che non si può dire, sia mai passare da imbecilli visto che tutti sui social sembrano estasiati da cotanta brillantezza di contenutin (che, però, nei fatti non c'è, non sussiste). Un cane che si morde la coda, autoalimentandosi: più la gente si mostra entusiasta, sospettiamo comunque senza comprendere nulla, più pure il resto della ciurma di telespettatori si esprime elogiando Fazio e la sua combriccola di intellettuali. Ma solo per non passare da scemi di guerra. Gaslighting purissimo. 

Segue l'intervento di Liliana Segre, anche qui tutto un brio, più l'irruzione di Ornella Vanoni che entra in studio con in mano un pesce rosso e quello che dovrebbe essere il suo diario personale. Ne leggerà una pagina ogni puntata, ospite fissa. Inaugura la rubrica elencando i malanni che tiene. Per poi chiudere finendo per dire in diretta, strano nessuno se ne sia accorto, che lei un diario personale non lo ha mai scritto in vita sua. Nel frattempo, rischia comunque di fare danni: mentre legge di quando si è rotta il femore cadendo in una buca sul marciapiedi di Milano, le scappa un "Maledetto Beppe Sala!", fuori copione. Fazio interviene tempestivamente: "Chiediamo scusa. Il compito del sindaco non è mica quello di sistemare le buche per strada!". E lo dice così, senza ironia, totalmente genuflesso e terrorizzato dal possibile scivolone. Sia mai che il primo cittadino, poi, si rifiuti di presenziare alla sua corte, nel prossimo futuro. 

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Interessantissimo anche l'intervento di Roberto Burioni che, tanto per cambiare, parla di Covid. Cristallizzato al 2020 e pure lui, delizia delle delizie, con un libro di prossima uscita da smarchettare. Fazio precisa: "Ve lo facciamo vedere in anteprima così settimana prossima, quando tornerà il nostro ospite, lo avrete già letto e ne potremo parlare meglio insieme". Accattatevillo. Per seguire Che Tempo Che Fa bisogna studiare, il blocco leggero del tavolo, unico davvero ben fatto, uno se lo deve guadagnare. Altrimenti, il programma non gli parla, lo esclude, minaccia di farlo, pur sorridendo. Anzi, lo dichiara candidamente. E noi zitti e mosca a eseguire, tutti Tafazzi, ribadiamo. 

Verso le 21.30 si conclude il narcisistico approfondimento su guerra, Covid e altre sciagure. Così, può partire il cabaret: la già citata Ornella Vanoni (che sarebbe molto meglio, la storia lo insegna, lasciar parlare a braccio), la solita stucchevole letterina di Luciana Littizzetto al canale Nove con le cose più strambe viste sul web questa estate, Salvini in primis. La comica, avanguardia pura, tiene a precisare di voler dire "il cazz0 che le pare", parolacce comprese. Segue slide sul tizio che si è incastrato un testicolo in uno sgabello Ikea. E questo sì che romperà i maroni a Giorgia Meloni. 

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Poi finalmente il tavolo. Animato in primis da quel genio che è Ubaldo Pantani, qui nei panni di Lapo Elkann con battute folgoranti. In compagnia, tra gli altri, del sempre ottimo Mago Forest, dei due Gialappi superstiti Marco Santin e Giorgio Gherarducci, di Stash dei Kolors e di Simona Ventura che gli strazia ItaloDisco in faccia. Questa non è Ibiza, ma resta comunque l'unica parte dello show che abbia senso seguire senza doversi guarnire di ciclicio la coscia destra. E, soprattutto, quella sinistra. 

Gli ascolti dimostrano solo una cosa: l'operazione "Io, martire" che Fabio Fazio ha portato avanti per tutta l'estate, agosto escluso che mica si può sempre lavorare, ha funzionato alla grande. Non che ci volesse granché a subodorarlo: messi siamo come messi, oramai ci sta simpatica perfino Barbara d'Urso. E per la stessa ragione. Solo che lei è stata davvero epurata, con somma infamia, da Mediaset. Fazio ha semplicemente traslocato, volendo però poi raccontarla in modo più vittimistico per garantirsi l'empatia del pubblico e, dunque, lo share. Che, come da piani, è arrivato copioso. Urrà. 

Restare svegli, o quantomeno vigili, per tutte e cinque le ore di Che Tempo Che Fa è missione impossibile. Ma questo nessuno lo scriverà, nemmeno a titolo personale sui social, per non passare da ignobile ignorante salviniano all'ultimo stadio. E allora continuiamo così, facciamoci del male. Fabio Fazio è giornalista scomodo, la sua trasmissione punta di diamante della televisione italiana e chi dissente vota Meloni. Anzi, è proprio un nostalgico di "quando c'era LVI". Qui per scommettere invece che, a prescindere dal colore politico, si possa e probabilmente pure debba affermare che Che Tempo Che Fa sia una gigantesca rottura di maroni che si parla addosso per ore spacciandosi per televisione gourmet, inducendo a credere che lo sia. E allora "Ciao belli!", tafazziati e contenti. 

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