Brutte nuove per la Volkswagen. Dopo il diesel-gate, un’altra tegola si è abbattuta sulla testa del colosso tedesco. Nulla a che fare con l’illegalità, questa volta, bensì con un clamoroso colpo di sfortuna. La nave Felicity Ace è affondata a circa 220 miglia nautiche dalla costa delle Azzorre, Portogallo, e con lei 3965 auto prodotte nei diversi stabilimenti del Gruppo.
L’imbarcazione era stata colpita da un violento incendio lo scorso 16 febbraio e dopo due settimane di agonia, il mare e la sua forza hanno preso il soppravvento.
Secondo i dettagli forniti dal capitano del porto dell’Isola di Faial Joao Mendes Cabecas all’agenzia di stampa Reuters, la nave con bandiera di Panama, è sfuggita al controllo del personale che stava tentando di rimorchiarla a causa degli importanti danni strutturali provocati dalle fiamme e dalle onde.
“Quando abbiamo cominciato a trainarla, l’acqua ha iniziato ad entrare. A quel punto ha perso stabilità ed è andata a fondo”, la sua testimonianza.
Per adesso non sembra esserci alcun allarme ambientale per quanto riguarda quel tratto dell’Atlantico. Non sono state segnalate perdite d’olio e neppure i serbatoi dovrebbero essere stati compromessi da permettere la fuoriuscita del carburante.
Di certo c’è che a bordo vi erano 1100 Porsche, 189 Bentley, numerose Lamborghini, Audi, Bugatti e qualche Volkswagen. Dalle prime stime effettuate, le perdite ammonterebbero a 155 milioni di dollari. Una cifra molto alta in una fase parecchio delicata per l’automotive a seguito delle minori vendite dovute alla pandemia.
I mezzi, molti dei quali, come detto, di pregio, erano partiti dalla Germania per approdare negli Stati Uniti. Purtroppo non ci sono arrivati.
L’unico aspetto positivo della vicenda è che tutti i 22 membri dell’equipaggio sono stati tratti in salvo senza problemi il giorno stesso dell’incidente dalla marina portoghese.