I soldi vanno e vengono, dice il proverbio. Vanno, nel caso di Chiara Ferragni, vengono nel caso di Fedez. La sperequazione tra gli ex coniugi Ferragnez è eclatante, tanto che Open, che ha rilanciato la notizia, titola così: “Fedez oggi vale il doppio di Chiara Ferragni”. Parliamo di aziende, non di persone. Nel caso, di persone trasformate in aziende. A leggerla così, sembra quasi che il rapper influencer trendsetter e podcaster abbia cannibalizzato l'ex moglie e madre dei suoi bambini. Lei finita non in miseria, per carità, ma in crisi nerissima. Lui che fattura come se non ci fosse un domani. Seguendo la linea editoriale da soap opera della coppia ormai scoppiata, la narrazione sfociata perfino in una serie televisiva, lui sembra diventato il gran cattivo, l'antagonista, lei la protagonista caduta in disgrazia. Gli elementi della tragedia ci sono tutti. Il grande amore, le serenate in riva al Lago di Como, la famiglia perfetta, i bambini, il cane, la malattia di lui con lei che se ne prende cura. Poi l'evento drammatico: lo scandalo dei pandori. Lei cade in disgrazia, lui la abbandona. Il divorzio, poi il baratro del gossip, con la tempesta Fabrizio Corona che spazza via ogni residuo di maceria coniugale. Fin qui, lo storytelling, ma cosa ci racconta davvero tutto questo melodramma?

Partiamo dai numeri, o dai rapporti economici, che secondo Marx sono in grado di spiegare tutto, e meglio di ogni altro esplicativo. Fino a dicembre 2023, prima che scoppiasse lo scandalo del “Pandoro-gate”, Chiara Ferragni dominava il panorama imprenditoriale con un impero economico dal valore più che doppio rispetto a quello del marito Federico Lucia, noto al pubblico come Fedez. Oggi, però, i rapporti di forza si sono invertiti completamente: è il rapper milanese a valere più del doppio della sua ormai ex moglie, con cui ha da poco formalizzato il divorzio. Il cambio di scenario è certificato dai numeri: le due principali società riconducibili alla Ferragni, Fenice Srl e Tbs Crew Srl, non raggiungono complessivamente i 4 milioni di euro di ricavi, costringendo l'influencer a tagliare due dipendenti e a dimezzarsi lo stipendio. Nel frattempo, Dream of Ordinary Madness Entertainment Srl (acronimo Doom), la holding che rappresenta il fulcro delle attività imprenditoriali di Fedez, ha chiuso l’anno con oltre 10 milioni di euro di fatturato. Ma non è tutto: se da un lato le aziende di Ferragni hanno accumulato perdite per 5,7 milioni di euro nel 2024, la Doom ha registrato un utile netto pari a 1,135 milioni.

Finito di contare i soldi, è ora di tirare le somme. Non si tratta di incolpare Fedez se ha doppiato i ricavi di Chiara Ferragni, anzi. Il problema è che, per molti anni, siamo stati abituati a pensare all'insalata bionda come a un genio del marketing, con tanto di analisi sociologiche, libri, saggi e documentari, quando invece era una bolla, che adesso è scoppiata. La carriera, costruita sui selfie e sugli abbinamenti di vestiti, sulle foto in vacanza o in cabina armadio, è in crollo. La formula che ha garantito alla bionda cremasca di diventare la numero uno dell'influencer marketing, semplicemente, non funziona più. Principio di realtà, come lo chiamava Freud.
L'immagine fatata ed evanescente della principessa della moda si è scontrata con la dura materia di cui sono fatti i magistrati, le inchieste, le notizie, le condanne. E se Fedez se n'è andato a guadagnare altrove, non è colpa sua. I motivi veri li conoscono loro due soltanto. La verità è che Chiara è stata tradita, in prima istanza, da ciò che l'aveva resa grande: il marketing. Si è bruciata l'immagine giocando con la beneficenza. Proprio lei, il cui fatturato era solo, e soltanto, immagine. Si capisce che il meccanismo è automatico: un influencer non è altro che un'immagine di sé stessa, e tolta quella non c'è altro che il declino. E forse, togliendo il forse, non era tutto questo genio del marketing.
