“Il mio sogno è vedere Forza Italia, il mio partito di riferimento, con il Pd. E sì, sarei disposta a entrare in politica in prima persona”. Ce lo dice Francesca Pascale in una sala di Palazzo Trigona, a Noto, a latere del talk “Riflessioni sulla Transizione”, organizzato da Giulia Borghese per il Val di Noto Summer Pride. Ma andiamo con disordine. Io d’estate non esco. Esco solo se mi chiama Giulia Borghese, la regina delle notti noticiane (diffidate dalle imitazioni). Così, mentre mi sto facendo la doccia col tubo insieme ai cani e ai gatti, Giulia mi chiama e mi dice del suo talk, alle 18,30 e io penso 18,30 più Noto e inizio a sudare sotto il tubo. Sudano anche i cani e i gatti al solo pensiero. Ma sono un attivista eteropuppo e poi c’è l’aperitivo e poi la festa a mare e allora dico ai cani e ai gatti: “Io vado. Vi lascio qualcosa pronto nel frigo”. Mi vesto con i pantaloncini scoloriti, la maglietta coi buchi (io le magliette d’estate le strappo così circola l’aria), le flip flop e aspetto mio cugino Santi che dovrebbe venire a prendermi se si sveglia. Santi è alto come me, con la panza come me e al Pride sembreremmo una coppia di “bear”. Penso se sia il caso di mettermi l’ombretto. I gatti e i cani mi dicono: “Ma non sei etero?”. Rispondo: “A parte il fatto che d’estate sono asessuale e asessuato, io sono eteropuppo, cioè etero attivista Lgbtqa+/xy:E=mc2”. Le bestioline mi dicono: “Ma fai come minchia vuoi”. Poi arriva Santi e mi dice: “Ma come minchia sei vestito?”. Arriviamo a Noto. Mi sono cambiato e sembro in pigiama. Fa caldo. Non è una notizia ma mi piace lamentarmi. Giulia indossa una splendida longuette e ci sono altri ospiti e si fanno due chiacchiere e io incontro Antonio “la Peluche” Ferrarotto, una istituzione gaia a Catania, cresciuto politicamente dalle colonne del movimento Giovanni Caloggero e Dario De Felice. “L’anno scorso hai combinato un macello con il reportage da Marianelli (la spiaggia pupponudista con tendenza battuage). Abbiamo dovuto fare una direzione dell’Arcigay per difenderti”. Gli dico: “Non ci sono più i puppi di una volta”. Comunque quel reportage lo hanno letto tutti e a tutti è piaciuto e si sono divertiti a leggerlo però poi non lo dicono perché ancora il coming out della risata è visto male. Inizia il talk ed è interessante. Che le medicine per la transizione non le fornisca il servizio sanitario mi sembra uno scandalo. Così i poveri non possono transitare.
La solita vecchia storia: se sei ricco sei gay e hai la casa a Noto e fai l’aperitivo in via Rocco Pirri e tutti ti invitano, puoi transitare e i sindaci sono contenti, ma se sei povero sei un povero puppo, puoi sucarti il seltz limone e sale al chiosco e non ti puoi comprare le medicine. In prima fila c’è Francesca Pascale, che è la madrina di questo Summer Pride. Alla fine del talk prende la parola e sembra magnetica e dice le cose giuste e io penso: “La Schlein gliela può sucare”. Così a fine talk le chiedo una breve intervista e la domanda era sorta già spontanea come venere che esce dalle acque (non quella del Botticelli, che sorge da una cozza): “Alla luce delle dichiarazioni di Marina Berlusconi, che sui diritti civili ha detto di sentirsi più vicina alla sinistra, quando e se possiamo aspettarci un tuo impegno politico in prima persona?”. “Io sono sempre stata attenta alla politica. La mia storia personale parla da sola – ci dice Francesca – Quello che ha detto Marina Berlusconi è esattamente quello che penso io. Non sono di sinistra però sui temi civili e individuali combattiamo la stessa battaglia. Vedo una Destra miope, omofoba, stupida, che non ha il polso della situazione e del paese reale, persino di gran parte del suo stesso elettorato. Mi piacerebbe impegnarmi in prima persona”. Sorride e aggiunge: “Aspetto il partito giusto, che poi sarebbe Forza Italia, ma non questa Forza Italia”. “Alleata col Pd?” le chiedo. “È il mio sogno, se le forze democratiche di questo Paese si unissero non saremmo qui a parlare di razzismo e omofobia”. Poi saluta MOW con un sorriso e io mi ritrovo serio a pensare. L’idea di Forza Italia con il Pd è stata ventilata da Roberto D’Agostino (come dei rapporti tesi tra i Berlusconi e Antonio Tajani). Dalle smentite si fiutava che c’era qualcosa di vero. Questo qualcosa di vero sta diventando “molto”. Come si dice “tanta roba”. Che protagonista di questa alleanza possa essere proprio Francesca Pascale è un’idea che stuzzica molto. E piace parecchio.