C’è la guerra che vediamo tutti i giorni sui mezzi di informazione, fatta di attacchi missilistici, bombe e proiettili. Allo stesso tempo, quasi sempre invisibile, esiste molto spesso un conflitto parallelo che si svolge in altissima quota, ben lontano dai tradizionali campi di battaglia. Un conflitto che chiama in causa i satelliti civili e militari delle grandi potenze (e non solo quelle) coinvolte in tensioni geopolitiche globali. Nel suo ultimo libro, Operazione Satellite, appena uscito per conto di Paesi Edizioni, il giornalista Frediano Finucci, capo della redazione economia ed Esteri del Tg de La7, rete dove conduce la trasmissione Omnibus, ha acceso i riflettori su un tema poco noto approfondendo i “conflitti invisibili” andati in scena dai tempi della Guerra Fredda al recente scontro russo-ucraino. In un’inchiesta documentata, con fonti inedite e interviste, Finucci ha ricostruito le sconosciute schermaglie tra Stati Uniti, Cina e Russia a centinaia di chilometri di distanza dalla Terra. In un volume rivolto ad un pubblico generalista, e dunque non solo agli addetti ai lavori, l’autore, che abbiamo intervistato, ha raccontato molteplici vicende misteriose. Come, ad esempio, il blackout del Gps russo in dotazione alle forze armate di Mosca, avvenuto 14 giorni dopo il referendum sulla Crimea del 2014. Oppure l’attacco informatico russo alle infrastrutture satellitari ucraine, con conseguenze anche alle infrastrutture civili di molti Paesi civili occidentali (Italia compresa), poco prima dell’offensiva del Cremlino contro Kiev nel febbraio 2022. E ancora, Finucci dedica ampio spazio al ruolo di Elon Musk e dei suoi satelliti Starlink nella disputa tra Russia e Ucraina, ai satelliti fantasma utilizzati dai russi negli anni passati per intercettare e disturbare le comunicazioni satellitari occidentali, ai palloni cinesi apparsi nei cieli Usa nel gennaio 2023 e agli esperimenti satellitari sino-russi. Ogni grande potenza, Stati Uniti compresi, ha i propri jolly da giocare. E i satelliti sono solo l’ultima frontiera dei conflitti.
Ma perché parlare di satelliti? Qual è, oggi, la grande importanza di questa tematica?
Ho deciso di scrivere un libro sui satelliti perché ritengo questa essere una tecnologia ormai diventata pervasiva nella vita quotidiana di imprese, Stati Sovrani ma anche per l'uomo comune che ogni giorno maneggia uno smartphone; al tempo stesso, essendo una materia dannatamente complicata ed ostica, il cittadino medio non ne sa nulla, non sa cosa siano e neppure cosa siano in grado di fare i satelliti, salvo un recente interesse dovuto all'uso di Starlink nella guerra in Ucraina. Spero che dopo aver letto Operazione Satellite sia più chiaro comprendere perché i politici ed anche l'opinione pubblica debbano interessarsi ai giochi di potere che sovrintendono queste tecnologie che ormai hanno la stessa importanza di Internet.
Nel suo libro racconta un episodio inedito: l’improvviso blackout dell’intera costellazione Glonass, il Gps russo in dotazione alle forze armate di Mosca, avvenuto nel 2014, pochi giorni dopo il referendum sulla stessa Crimea. Che cosa è successo in quei giorni?
Alle 10.30 della sera moscovita del primo aprile 2014 avviene il più grave malfunzionamento mai avvenuto ad un'infrastruttura satellitare: improvvisamente i 24 satelliti della costellazione russa Glonass vanno fuori uso per 13 lunghissime ore nelle quali la Marina, l'Aviazione e l'Esercito del Cremlino diventano di fatto "ciechi", privi del proprio sistema di navigazione che tra l'altro guida anche i missili. I russi inizialmente si trincerano nel silenzio per poi parlare, settimane dopo, di un errore matematico nel software, aggiungendo "niente di grave" (!). Eventi immediatamente precedenti, evidenze tecniche sulle modalità di spegnimento (progressivo, un satellite dopo l'altro e non un blackout improvviso di tutto il sistema) una serie di pareri di esperti da me raccolti ed una ricerca sui media occidentali e russi condotta anche con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, consentono invece di formulare la concreta ipotesi che si sia trattato di un attacco sferrato dagli Stati Uniti, probabilmente - ma è solo una delle ipotesi - per rappresaglia ad un attacco di hacker russi ad alcune banche americane.
Sembra di capire che, mentre in Ucraina si sta combattendo una guerra tradizionale a terra, ve ne sia una parallela nello Spazio (con più attori coinvolti): come procede quest'ultima?
Difficile dirlo. Da una parte c'è la nota questione Starlink, i satelliti di Elon Musk che forniscono internet alle forze armate ucraine, le cui vicende sono sui giornali in queste settimane. Dall'altra c'è sicuramente l'aiuto dato dai satelliti militari dei paesi della Nato che consentono di vedere in tempo reale cosa accade sul terreno. Ma quello che mi preme evidenziare è che qua non si parla solo di satelliti militari. Per la prima volta nella storia ci sono anche satelliti di privati (oltre a Starlink) che danno una mano agli ucraini, non a caso il ministro della difesa russo Shoigu lo scorso dicembre ha dichiarato: “Oltre 500 satelliti statunitensi e della Nato operano nell’interesse delle forze armate ucraine, 70 dei quali militari, mentre il resto è a duplice scopo”. Non a caso la Russia ha dichiarato alle Nazioni Unite che considera nemico qualsiasi satellite civile dia aiuto agli ucraini, ritenendosi libera di colpirlo, cosa che sino ad ora però - e per fortuna - non è avvenuta.
Che ruolo ricopre Elon Musk nella partita dei satelliti?
Un ruolo storico, indispensabile, cruciale ma a volte anche incredibilmente ambiguo. Nel libro racconto come già mesi prima dello scoppio della guerra Musk stesse attivamente lavorando per offrire i servizi di Starlink agli Ucraini; ha fatto tantissimo per aiutare il popolo attaccato ma al tempo stesso è stato protagonista di episodi che hanno fatto infuriare Kiev: oltre al distacco di Starlink in determinati momenti cruciali della guerra, ricordiamo una strana ed estemporanea proposta di pace rivolta a Putin, quasi Musk si proponesse come mediatore.
Nello Spazio si sta combattendo una “guerra invisibile”. Come si svolge?
É una guerra che possono vedere soltanto un migliaio di persone, ossia gli addetti alle forze spaziali degli Stati che hanno satelliti in orbita e che dispongono degli strumenti tecnici sofisticati per monitorare lo Spazio. Direi che quello che accade in orbita è una sorta di quotidiano gioco del gatto col topo, con satelliti spia che si avvicinano ad altri per captare le comunicazioni o disturbarle, satelliti mascherati da detriti spaziali che appaiono e scompaiono, altri che improvvisamente esplodono, strani esperimenti per testare nuove tecnologie che destano l'attenzione appunto perché certi satelliti si comportano in modo strano e inusuale non compatibile con la missione dichiarata da chi li ha lanciati.
A che punto è la Cina per quanto riguarda l'impiego di satelliti, sia ad uso civile che militare?
La Cina è molto avanti, sia dal punto di vista civile che militare ed usa i satelliti per tutta una serie di esperimenti su tecnologie molto avanzate che riguardano le energie alternative, l'internet quantistico e innovativi sistemi di propulsione. Direi che in questo momento gli Stati Uniti sono più in competizione in questo campo con la Cina che con la Russia, sicuramente distratta dalla guerra e alle prese con difficoltà di approvvigionamento di materiali e tecnologia per le attività non solo militari ma anche spaziali.
Al netto di Usa, Cina e Stati Uniti, ci sono altri Paesi o potenze satellitari da monitorare? Dove può essere collocata l'Unione Europea?
Ci sono Stati come la Corea del Nord che ambiscono a diventare potenze spaziali ma ancora non ci riescono; non a caso il presidente Kim nel recente incontro con Putin ha chiesto aiuto proprio per lo sviluppo di tecnologie satellitari (satelliti spia). L'India è molto avanti nella ricerca e molto ambiziosa ma per ora non ha massa critica. Noi Europei siamo all'avanguardia ma se ci consideriamo complessivamente, come unione di un gruppo di Stati depositari di tecnologie e know-how: soprattutto Francia, Italia, Germania. La Commissione Europea e l'Agenzia Spaziale Europea sono i due grandi ombrelli sotto i quali vengono svolti tutti programmi, soprattutto civili, all'avanguardia, tipo Copernicus e Galileo ossia il Gps europeo.