“Tutti gli assassini sono premeditati. Un pensiero che dovrebbe condividere anche il gip”, donna per giunta. Lo psichiatra Paolo Crepet analizza lucidamente l'ennesimo femminicidio che occupa da giorni le pagine di cronaca nera. Il caso di Alessandro Impagnatiello, barman 30enne che ha confessato di aver ucciso la compagna incinta (di 7 mesi), Giulia Tramontano, e di aver cercato di bruciare il cadavere. Aveva un'altra, una giovane cameriera italo-inglese, che per prima ha sospettato di lui. “Mio figlio è un mostro, lo so”, commenta intanto la mamma alle telecamere de La vita in diretta. “Come fai a perdonare? Ha rovinato la vita a tutti...”
Come definirebbe Alessandro Impagnatiello: un narcisista-manipolatore?
“Il narcisismo non è una malattia, anche se può diventarlo, come altre. Manipolatore sicuramente”.
E come commenta l'esclusa aggravante di premeditazione?
“Capisco la questione dal punto di vista giuridico, ma dal mio tutti gli assassini sono premeditati. Non ti svegli la mattina e diventi una canaglia, non funziona così”.
Parla di avvisaglie impossibili da non riconoscere.
“Un pensiero che dovrebbe condividere anche il gip”.
Donna, per giunta, un'aggravante?
“È una riflessione legittima, le donne si sentono giustamente vittime in certe situazioni, ma al potere applicano una legge squisitamente maschile. Guarda caso, sempre in difesa di chi ha commesso quel delitto”.
Il trentenne sostiene che l'unica forma di pentimento è il suicidio. Un'altra attenuante?
“Non sono nato ieri, capisco che scattano delle strategie di difesa”.
Tra l'altro le aveva già messe a punto dal primo istante, depistando le indagini.
“Appunto. Un manipolatore lo è sempre, non solo con le donne”.
Impagnatiello è una figura controversa, ha anche un figlio (abbandonato) di sei anni.
“Questa sì che è un'aggravante per le donne. Se al primo appuntamento scopri qualcosa del genere, due domande te le fai”.
Doveva metterle in allarme.
“Evidentemente no. E sa perché? Ci sono donne a cui piace questa tipologia d’uomo.
Mi conceda, però, esiste un confine tra lo stronzo di cui ci siamo innamorate tutte (almeno una volta nella vita) e un uomo violento. Vedi anche altro caso recentissimo, la poliziotta (Pierpaola Romano) uccisa dal collega.
“Non ha mai sentito di scazzottate davanti alla discoteca mosse dalla ragazza che fa ingelosire il suo lui? Vuol dire che ad alcune piace chi reagisce con scatti d'ira. E sa perché? Magari i genitori hanno inculcato l'idea che chi alza le mani ti vuole bene. Siamo il popolo delle fiaccolata, non della prevenzione”.
Quindi nei femminicidi la responsabilità è delle famiglie?
“Perché si insegna il rispetto nelle scuole o nelle famiglie? L'educazione è tutto. Manca quello, non i soldi, quel barman era anche un signore che guadagnava bene”.
Crede alla mamma che piange a favor di telecamera?
“Ma sì, sarà disperata, convive con inevitabili sensi di colpa”.