Federico Bacci ha 63 anni ed è un imprenditore torinese. Cosa rischia? Oltre 10 mila euro di multa. Tutti inizia nel 2020 con i primi verbali: “La prima multa l’ho pagata, l’importo era lo stesso che sarebbe servito per presentare un ricorso. Poi nel giro di un paio di giorni ne sono arrivate una seconda ed ancora una terza. Ho pagato anche quelle, ma a quel punto ho deciso di chiedere informazioni e – dopo un controllo al computer – mi è stato detto che risultavano ventuno multe a mio carico. Volevo la lista completa per presentare un ricorso, mi hanno fatto sapere che avrei dovuto aspettare ogni singola notifica per procedere». I tempi del settore pubblico. Così ha atteso le ventuno mazzate prima di andare dal giudice di pace, ma anche qui i tempi sono stati abbastanza lunghi da far finire Bacci chissà sotto quale pila di atti. “Ho messo insieme cinque o sei multe e tantissima documentazione, ma per mesi non ho più saputo nulla. Quando ho chiesto notizie mi è stato detto che mi avevano convocato e non mi ero presentato, ma non ho mai ricevuto alcuna comunicazione, probabilmente perché in quel periodo la gestione della pandemia aveva complicato la situazione. Ho provato allora a rivolgermi al Comune di Torino, ma non è cambiato niente. Due settimane fa ho deciso di scrivere anche al prefetto”.
Le immagini al T-Red lo avrebbero immortalato in corso Potenza, corso Legge e corso Trapani alla guida della propria auto sulla corsia sbagliata, ma Bacci ritiene che i segnali fossero poco chiari: “Delle 94mila contravvenzioni rilevate dai T-Red, solo 14mila sono legate ad effettivi attraversamenti con il semaforo rosso. Tutte le altre, la stragrande maggioranza, riguardano stop oltre la linea di arresto o utilizzo della corsia per svoltare, proprio come accaduto a me. L’indicazione non è chiara, perché diversi cartelli indicano chiaramente che la corsia di sinistra si può utilizzare anche per proseguire dritto”. Ora a Bacci è arrivata la prima ingiunzione di pagamento che supera i 3 mila euro, e dovrebbe essere solo la prima parte di una somma ben più grande. Questo sollecito, infatti, “Riguarda solamente quattro multe. Se ognuna mi viene a costare settecento euro, moltiplicando per ventuno si fa in fretta ad arrivare a quattordicimila euro. Per questa infrazione è prevista anche la rimozione di due punti dalla patente, per ogni notifica avrei dovuto compilare anche un foglio in cui comunicavo di essere io alla guida. All’ammenda per il passaggio con il rosso si è dunque aggiunta quella per la mancata comunicazione”.
Ma Bacci è deciso a non pagare: “Piuttosto mi mandino in carcere o mi facciano lavorare due anni gratis per il Comune”. A peggiorare le cose sarebbero poi i tempi dilatati delle notifiche delle multe, che avrebbero fatto sì che Bacci continuasse per molto tempo ad avere il solito atteggiamento, rivelatosi poi sbagliato: “La prima multa, per un fatto di giugno, è arrivata soltanto a dicembre. E così io per mesi ho continuato a fare quello che avevo sempre fatto. In pochi minuti riesco a comunicare con i miei figli che sono all’estero, mi sembra incredibile che avendo a disposizione pec, mail e telefoni ci vogliano sei mesi per scoprire di aver commesso un’infrazione. Questo porta ad una situazione in cui si vive e lavora male, perché c’è una spada di Damocle che pende sopra la propria testa”.