Manuel Proietti è morto. 5 anni, la sorellina e la madre erano state trasportate d’urgenza in ospedale. Per lui, invece, niente da fare. La sua morte ha reso la tragedia ancora più insopportabile. Le accuse rivolte ai cinque Youtuber del gruppo TheBorderline sono al vaglio della magistratura. Gli indagati, infatti, rischiano un processo per omicidio stradale e per concorso in omicidio. Il ragazzo alla guida, 20 anni, ha rischiato anche di essere aggredito dal padre di Manuel, accorso sul posto dell’incidente e fermato tempestivamente dalle forze dell’ordine. Mentre iniziano a emergere dettagli sconcertanti sul caso, dalle dichiarazioni dei genitori (è stata una bravata) ai video del padre di uno di loro a bordo di una Ferrari per partecipare a uno dei contenuti al limite creati dai TheBorderline, la legge dovrà occuparsi di un caso di omicidio stradale che si sarebbe potuto evitare, provocato da una challenge a bordo di un suv Lamborghini Urus: 50 ore ininterrotte alla guida. Mentre si stanno stabilendo cause e concause (i magistrati dovranno stabilire se i messaggi e i video nei cellulari potranno avere un ruolo nelle indagini), anche i ragazzi accanto al guidatore potrebbero essere accusati di concorso in omicidio per aver disturbato il ragazzo alla guida.
Le testimonianze di chi era sul posto parlano di un’auto che stava viaggiando a velocità elevata da molto tempo in quella zona, fino a quando “il suv ha preso la Smart da tutte e due le parti e l’ha trascinata”. C’è anche chi sostiene, come un amico della famiglia Proietti, che alcuni youtuber avrebbero continuato a riprendere la scena anche dopo l’incidente. La “TheBorderline srl” ha un fatturato annuo, nel 2022, pari a 188mila euro e un utile di oltre 46mila euro. Sfide al limite della ragionevolezza che generano grandi profitti e raccolgono anche per questo sempre più consensi. Secondo un report dell’osservatorio “Generazione Proteso” dell’Università Link, tra i 16 e i 19 anni, “un giovane su quattro non esclude di fare o farsi del male pur di partecipare” a una di queste sfide. Intanto, chi era alla guida potrebbe rischiare fino a 10 anni di carcere poiché risultato positivo alla cannabis.