I giovani youtuber "TheBorderline" si filmano dentro l'auto per una challenge sui social, ma il finale di questo “esperimento” è tragico. La sfida prevedeva di trascorrere 50 ore alla guida di una Lamborghini. Così il gruppo di 20enni, molto noti sui social per le loro sfide estreme, avevano deciso di noleggiare l'auto di lusso ma la loro corsa è terminata in via di Macchia Saponara, nel quartiere romano di Casal Palocco, nello scontro tra la supercar e un'altra vettura, una Smart, sulla quale viaggiava una donna con i due figli di 5 e 3 anni. Uno schianto fatale per Manuel, il bambino più grande, che ha perso la vita. E mentre le indagini sono in corso per comprendere l’esatta dinamica, l’Italia sembra schierarsi a grande maggioranza contro Vito Loiacono, Matteo Di Pietro, Marco Ciaffaroni e Giulia Giannandrea, i quattro volti dietro il canale Youtube da 600mila iscritti. Ma tra i pochi a chiedere di aspettare che sia fatta chiarezza ci sono gli Arcade Boyz – da anni tra gli youtuber più seguiti in ambito musicale – che ci hanno spiegato perché, come sempre accade in certi casi, è in corso la solita caccia alle streghe: “In prima tv vediamo Vittorio Brumotti andare a fare il pagliaccio davanti agli spacciatori, prendersi le botte ed è quasi un eroe nazionale. La censura che adesso invocate proibirebbe qualsiasi sport estremo. Adesso è Youtube, prima la trap, prima ancora il punk e l’heavy metal, lo Zoo di 105, i videogiochi violenti, i film horror”. E ricordano: “Pensate che fino agli anni ‘50 non esistevano tutte queste cose, eppure siamo riusciti lo stesso a fare le peggio nefandezze”.
Che idea vi siete fatti su quello che è successo a Roma e di come si sta trattando la vicenda?
Oggi l'attività principale di chi usa i social è la caccia al colpevole, lo scandalino del giorno, accusare gli altri e sentirsi allo stesso tempo giudici e persone migliori. Io provo compassione in primis per le vittime di questa tragedia, ma ricordiamo che le vite di questi ragazzi sono segnate per sempre. Ovviamente stiamo parlando di qualcuno di assolutamente indifendibile se verrà accertato che chi era alla guida non era nelle condizioni di guidare a causa, ad esempio, di alcol o sostanze stupefacenti.
Dopo questa tragedia molti puntano il dito sui social, che spingerebbe i giovani a gesti estremi pur di avere like e visualizzazioni.
Colpa dei social? Marco Simoncelli è morto in un incidente motociclistico. Colpa della MotoGp? Vogliamo vietare gli sport motoristici? A proposito, non ne ho sentito uno gridare al divieto alle supercar o ai Suv. Perché il “super suv Lamborghini” se lo vorrebbero guidare anche gli indignati del web. Ci sembra si stia criticando qualcosa che non sanno usare e capire.
Simoncelli correva nell'ambito di una competizione agonistica su pista ed essendo un pilota professionista con una grande preparazione. Ora in molti chiedono che Youtube si prenda più responsabilità e di agire in modo da contenere episodi del genere…
Youtube dovrebbe censurare situazioni pericolose? Eppure in prima tv vediamo Vittorio Brumotti andare a fare il pagliaccio davanti agli spacciatori, prendersi le botte ed è quasi un eroe nazionale! La censura che adesso invocate proibirebbe qualsiasi sport estremo, corse su ruote, tiro a segno, qualsiasi cosa che lontanamente emulabile possa sfociare in tragedia. Ma non è “Melevisione “ ragazzi! E poi basta con la caccia alle streghe. Adesso è Youtube, prima la trap, prima ancora il punk e l’heavy metal, lo Zoo di 105, i videogiochi violenti, i film horror. Pensate che fino agli anni ‘50 non esistevano tutte queste cose eppure siamo riusciti lo stesso a fare le peggio nefandezze.
Ma si può rischiare di uccidere qualcuno per una challenge?
I giornaletti del web hanno fatto passare che questi ragazzi come dei parassiti della società, disposti a tutto per like e follower, come con queste challenge pericolosissime per gli altri. Non è affatto cosi. Abbiamo visto oggi il loro canale, facevano video family friendly, anche interessanti e con spunti intelligenti. Tra questi i video con le auto, perché l'Italia è un paese che ama i motori e soprattutto le auto costose. Abbiamo visto il loro “50 ore su una Tesla” proprio come volevano fare con questa Lamborghini. Niente corse sfrenate, niente infrazioni stradali, niente di lontanamente associabile all'istigazione a delinquere di qualsiasi tipo.
C’è un colpevole in questa vicenda?
Ancora una volta si cerca il colpevole, ma le disgrazie succedono. È triste ma è così. Noi da youtuber abbiamo la responsabilità di quello che diciamo, ma quello che diciamo restano parole in una webcam. Insegnate ai vostri figli a non guidare ubriachi o fatti di qualche sostanza, a non violentare ragazze ubriache in discoteca, a non avere idoli mafiosi. Troppo facile dare la colpa alla società. Le dinamiche dell'incidente sono ancora da chiarire, abbiamo letto che chi guidava forse era positivo alla cannabis, ma non sappiamo se guidava sotto l'effetto o se aveva consumato nei giorni precedenti. Questo per tornare sul discorso del sensazionalismo di certe testate che campano sulla cronaca nera ma che definiscono i content creator gente che per le views farebbe di tutto.
Però in una challenge del genere avrà influito la stanchezza o il luogo non ideale per andare ad alta velocità, o no?
Si aspettano i dettagli, anche del sospetto che guidassero in stato di alterazione, che ribadisco, se confermato li renderebbe ancora più colpevoli e irresponsabili. Detto ciò crocifiggeteli questi youtuber, che fino a ieri erano dei bravi ragazzi intelligenti e che oggi hanno sbagliato. L'aver ucciso per errore un bambino non basta, serve tutto il vostro disprezzo. Il disprezzo di chi ha sempre sbagliato, ma gli è sempre andata bene. E quindi può giudicare. Di ora in ora ci sono nuovi sviluppi, e anche se restiamo dell'idea che l'80% dei "giornalisti" siano degli sciacalli che accusano gli youtuber di far qualsiasi nefandezza per i like, loro non sono da meno. Prendiamo per esempio i titoli clickbait che usano, dalla cronaca nera a quella rosa. Detto ciò, se all'inizio pensamo che questa tragedia fosse accaduta a causa di una sottovalutazione del pericolo da parte dei ragazzi in questione, apprendiamo con rammarico che le loro prime reazioni all'incidente sono state veramente puerili...a quanto viene riportato dalla stampa filmavano e ridevano subito dopo lo schianto... Triste constatare che ancora una volta gli stereotipi sugli youtuber che non hanno idea di cosa sia la vita reale e che vivono in funzione del content siano drammaticamente veri".