Uomini di mezza età che si battono il petto per l’Ucraina, donne immerse in un’ipocrisia senza limiti e in un buonismo di facciata. Madri con figli che vanno a scuola o che passano le giornate disoccupati davanti alla PlayStation, ma che non esitano a scendere in piazza con le bandierine dell’Ucraina o a scagliarsi incattiviti sui social per offendere chi chiede la pace. Sono gli stessi invasati che si arrogavano il diritto di controllare il Green Pass nei bar o ti rimproveravano se non indossavi la mascherina, privi di qualsiasi autorità, e oggi si sentono eroi solo perché, tra parole vuote, dichiarano il loro sostegno all’Ucraina. Come se chiunque avesse un pensiero critico fosse automaticamente contro il popolo ucraino, come se persone come me non provassero empatia per una nazione devastata.
Empatia ne ho eccome, soprattutto per un popolo tradito più volte. La prima, quando è stato disarmato delle sue armi nucleari; la seconda, con la Rivoluzione Arancione, finanziata da USAID per servire gli interessi del governo americano dell’epoca; e la terza, quando tre anni fa Europa e Stati Uniti promettevano un sostegno incondizionato, solo per poi lasciarlo morire e spazzare via un’intera generazione di giovani ucraini.
Se fossi ucraina, non proverei né gratitudine né commozione per questo finto supporto. L’umiliazione di aver creduto alle vostre promesse mi spingerebbe a odiarvi tutti per avermi ingannata con le vostre menzogne.
Sono queste persone e i loro leader i veri responsabili di migliaia di morti. Diranno che Putin è l’aggressore, ripetendolo come un mantra, disposti perfino a preferire la terza guerra mondiale alla ricerca di una soluzione pacifica.
Non hanno perso nulla. Non hanno imbracciato le armi, non hanno visto la propria casa distrutta, eppure continuano imperterriti ad attaccare Trump, sperando di ostacolare chi, dopo tre anni di caos, prova a rimettere ordine.

Per tre anni hanno taciuto mentre alcuni signori della guerra e politici corrotti si arricchivano. Proprio pochi giorni fa è scoppiato uno scandalo di corruzione legato alla guerra in Ucraina. Quasi nessuno ne ha parlato, ovviamente. Le autorità francesi rivelano che i fondi per la difesa rubati ammontano ad almeno 46 milioni di dollari, riciclati in ville di lusso, vigneti e terreni. Funzionari ucraini avevano dirottato denaro destinato alle munizioni per la guerra, con un sospetto catturato mentre cercava di fuggire.
Elon Musk ha criticato Kyiv, definendo la situazione “solo la punta dell’iceberg”, mentre il primo ministro slovacco Fico ha accusato Zelensky di usare la guerra per sfuggire alle proprie responsabilità. Mentre le indagini continuano, cresce la preoccupazione per il cattivo utilizzo degli aiuti occidentali da parte dell’Ucraina.
Piccola parentesi storica: è importante anche ricordare che la famiglia Biden era già ben inserita in Ucraina fin dal 2014. Hunter Biden si unì al consiglio di amministrazione di Burisma nel maggio dello stesso anno, meno di tre mesi dopo la destituzione del presidente ucraino Viktor Yanukovych e la sua fuga in Russia, a seguito delle imponenti proteste di Euromaidan contro la corruzione e la sua decisione di abbandonare i piani per un accordo commerciale con l’Unione Europea, preferendo invece legami più stretti con Mosca.
Tutti questi giochi di potere, passati e presenti, in un paese ormai ridotto a una terra violentata da tutti, sono stati nascosti dietro un falso sostegno morale, una menzogna venduta agli ingenui. Ora che il mondo invoca la pace, questi stessi ipocriti si rivelano insaziabili, come bambini capricciosi che, dopo aver giocato col fuoco, continuano ad avanzare pretese.
Donald Trump incarna il vero spirito americano, con modi di fare che riflettono la mentalità degli Stati Uniti. Chi non ha vissuto o lavorato con gli americani potrebbe non comprenderlo appieno. Il suo messaggio è stato diretto: è arrivato il momento di fare un passo indietro. Senza il sostegno finanziario degli Stati Uniti e degli alleati europei, la vittoria appare impossibile.
Chissà quali altre promesse gli alleati europei hanno raccontato a Zelensky per farlo cadere così sconfitto e mortificato anche dai suoi stessi cittadini, che vorrebbero le elezioni e a cui lui non le ha concesse con la scusa della legge marziale.
Trump ha sottolineato anche il costo economico di questa guerra, che ha avuto un impatto significativo sulle aziende occidentali, penalizzate da un clima di incertezza che frena gli investimenti e spaventa i mercati. Comprendere le ragioni umane di questa crisi è doveroso, ma resta il fatto che il mondo sta pagando un prezzo troppo elevato e non possiamo permetterci di giocare d’azzardo con un’eventuale terza guerra mondiale.
È arrivato il momento di chiudere questo capitolo, per il bene dei nostri figli, per il bene dell’Occidente.
