L’ultimo regalo di Silvio Berlusconi è ai giornali di tutta Italia. Un regalo complessivo da diverse decine di migliaia di euro, sotto forma di necrologie, tutte a pagamento, nel puro spirito del capitalismo. Il Corriere della Sera, per dire, già alle 10 di mattina di martedì era sold out, al punto da annunciare che “sono oltre 300 i messaggi che sono arrivati al nostro giornale per essere pubblicati nelle pagine. E non sono stati pubblicati tutti, dato il grande afflusso fino a tarda ora: i necrologi che mancano saranno pubblicati sul giornale di domani”. Considerando che queste sono le tariffe, fate i vostri conti, e dite allora se non corrisponde al vero la definizione che tanti santificatori di Berlusconi hanno dato di lui nei necrologi, quella di uomo “buono e generoso”. Sarà che i necrologi si fanno affinché li possa vedere chi ancora conta (va da sé, a chi è morto servono a poco), perché rappresentano a tutti gli effetti un rito sociale, un po’ come la presenza ai funerali: sia come sia, abbastanza inevitabilmente la morte di Silvio Berlusconi ha portato uno tsunami di richieste di pubblicazione un po’ ovunque. Quelli del Corriere si trovano tutti anche online.
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“Sei stato un grande uomo e uno straordinario papà per i nostri figli. Ricorderò per sempre la bellezza degli anni trascorsi insieme”, è il primo necrologio comparso sul Corriere, firmato da Carla Elvira Dall’Oglio, prima moglie di Berlusconi, figura lontanissima da qualsiasi tipo di esposizione mediatica, una delle persone che lo ha meglio conosciuto, che lo ha amato. Non si può che partire da lì, anche perché il resto racconta un’intera corte, un mondo: il suo. Sul Corriere, Cairo lo ricorda in quattro necrologi diversi: uno come Cairo Communication e La 7, uno come presidente del Torino e un altro quale presidente di RCS Media Group, in tutti partecipando “sentitamente al dolore della famiglia Berlusconi”, ma lascia da parte le formalità nel necrologio che firma solamente Urbano. Questo: “Silvio, per la prima volta ti do del tu.- Sei stato un grande maestro per me.- Fare il tuo assistente è stata un’esperienza unica, magica.- Ho dei ricordi bellissimi di quegli anni che porterò sempre nel mio cuore.- Un abbraccio forte ai tuoi cinque figli e alla tua grande famiglia.- Ti voglio bene.- Mi mancherai.- Urbano”. Con lui, l’imprenditoria si schiera compatta, formale ma empatica, dal presidente di Confindustria Bonomi in giù, a raccontarne il ruolo di visionario: Leonardo, Mediobanca, Enel, Eni, Benetton, Barilla, la pagina comprata dalla Armando Testa, la Rai e i suoi dirigenti apicali; si potrebbe andare avanti a lungo, anche perché non è ancora finita. Giorgio Armani lo ricorda come “imprenditore di raro acume e coraggio, politico di fine intelletto, comunicatore dal fascino assoluto.- Sarà difficile immaginare la vita istituzionale di questo Paese senza la sua presenza, sempre così tangibile e costante.- L’industria e l’editoria italiane perdono un innovatore”.
Poi politici di rango, peones, giornalisti, comunicatori: c’è di tutto. Si va da Afef a Vittorio Dotti, da Gabriella Golia a Stefania Craxi, da Federica Panicucci a Flavio Briatore. Il Monza, il Milan, Steven Zhang, alcuni suoi storici collaboratori, anche gente comune. Vittorio Feltri su Libero ricorda “un amico e un uomo geniale”, e sono quasi elenchi di virtù prodromici alla beatificazione, i necrologi: chi lo ha adorato e chi lo ha detestato (ma oggi cede al revisionismo storico) – e non sono mancati né gli uni né gli altri – si uniscono nel declamarne le virtù, vere e presunte. Clienti fedeli di certe pagine e cultori del genere, Luca Guadagnino e Carlo Antonelli – dopo quelli già memorabili per Raffaella Carrà e per la regina Elisabetta II – hanno pubblicato sul Corriere la prima parte di quello che hanno ideato per Berlusconi, troppo pungente per essere capito da chi non possiede una certa dose di ironia : “Abbiamo passeggiato tutto il pomeriggio per Milano 2, ripensandoti.- Le villette color mattone, i ponticelli, la vecchia sede di molti uffici tuoi, il lago dei cigni che ogni tanto gettavano per te l’ultimo canto.- Poi, ai margini, i bagliori dei ceri dietro le finestre di case regalate.- E dappertutto, nelle strade vuote, l’eco delle tue risate.- Quante risate…- Troppe”.
Tra i necrologi più genuini c’è quello di alcuni amici che il Corriere ha anche intervistato, colpito dalla spontaneità, e non c’è dubbio che Berlusconi lo avrebbe apprezzato come pochi altri. “I ragazzi rossoneri di via Bognetti 9 ricordano con viva riconoscenza il Presidente Silvio Berlusconi senza il quale non avrebbero vissuto l’infanzia calcistica più bella di sempre”. Come dargli torto?