Credo che nessuno di noi abbia mai sentito parlare di Contamirl. E’ una serie tv Netflix russa, parla di zombie, di ammazzamenti con topic la guerra e la prima stagione la stanno filmando in questi giorni. In poche parole, uno zombie movie. O almeno così lo ha descritto, in un video di TikTok, la produttrice cinematografica Daria Driuchenko. Il cui video è stato preso, modificato, e spreaddato in giro per il web dai cospirazioni russi, italiani e di tanti altri paesi con un solo (idiota) messaggio: la guerra non esiste, è una farsa degli ucraini. Praticamente sono stati presi frame e immagini dei video, o anche filmati interi, delle scene o del backstage della serie tv. Foto in cui si vedevano militari (quelli finti, attori della serie) prestati al make up degli addetti o in momenti di prova in cui si vedevano che, pur vestiti come in uno scenario di guerra o apocalittico che si vuole, ridevano. Quei frame sono stati depauperati della benedetta frase “zombie movie” della Driuchenko e pubblicati con nuovi slogan complottisti - e già, in molti di voi, inizieranno ad apparire familiari questi concetti. Frasi del tipo “I morti ucraini tornano a essere defunti sui social media”, o “vi bevete da 8 anni le bugie ucraine”. Ma il prodotto Netflix è la famosa punta dell’iceberg del cospirazionismo dei social media.
Un vecchio video di una tv austriaca in cui un giornalista parlava della guerra in Ucraina - con tanto di slider sotto che scorrevano con il numero dei morti civili negli attacchi - ha avuto la colpa di avere come sfondo la manifestazione per il climate change della divisione locale dei Fridays for future, i cui manifestanti si erano finti morti dentro dei sacchi neri. Solo che ogni tanto qualcuno si muove e perfino esce dall’involucro (un perfetto zombie, si direbbe). Invece no, sono tutti umani, vivi e vegeti, che anzi manifestavano proprio per una di quelle cause cui il complottismo è ufficialmente il vero nemico dopo la responsabilità umana. Ebbene, anche qui, dopo i no vax di turno, sono arrivati anche i pro-Putin che hanno condiviso il video alludendo a come i servizi dei telegiornali in merito alla guerra ucraina fossero fasulli. “Come potete vedere, alcuni morti hanno la mascherina e si muovono pure”, scrive un utente su Facebook - definitivamente il vero place to be per i conspiracy friendly.
Ovviamente, non potevano non essere bersaglio le foto degli addestramenti dei civili ucraine con le armi finte. Quelle che tutti abbiamo visto qualche settimana fa quando il conflitto sembrava vicino ma non così tanto realizzabile: donne e ragazzi sul ciglio di una foresta intenti a prendere lezioni di mitragliatrici con delle armi in legno. E anche quì grosse battute e scherno verso chi non crede alla farsa ucraina. Non solo, perché su Twitter circolano anche le foto che mostrerebbero come l'attore statunitense Steven Seagal, in possesso del doppio passaporto russo-americano, si trovi "tra le forze speciali russe" vicino alla capitale ucraina di Kiev combattendo per l'esercito di Putin. Alcune di queste ricostruzioni sono state fate in modo da sembrare condivise dalla Cnn. L'attore, 69 anni, ha poi detto a Fox News che si trattava di un fake e che considerava entrambi i Paesi come "una famiglia" sperando in una "risoluzione positiva e pacifica" della guerra.
Le modalità di narrazione scelte dai complottisti e i creatori di fake news combaciano in tutti i settori. Covid e novax, Ucraina in guerra, cambiamento climatico. Gli utenti selezionano le storie più anonime e prive di particolare attenzione e le strafalciano a piacimento. Nomi di giornalisti o di testimoni omessi, colori alterati, ingombri tagliati, foto ritoccate. Notizie false che poi finiscono su Reddit, su Twitter, e l’echo chamber dell’odio e del complotto si ricrea attorno a una cosa che non esiste. Ne abbiamo viste di ogni in questi ultimi dieci anni. Come ha detto Toomas Hendrik Ive, “le fake news sono poco costose da scrivere”. Purtroppo, ce ne siamo accorti.