Ennesimo depistaggio sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. O meglio, ancora una volta le parole del fratello Pietro, che da quarant’anni si spende per arrivare alla verità, sono state travisate per creare titoli sensazionalistici. “I resti di Emanuela si trovano nella Basilica di Santa Maria Maggiore”. No, questa frase non è mai stata pronunciata, come ha sottolineato lo stesso Pietro: “Leggo molti articoli in riferimento alla questione di Santa Maria Maggiore secondo cui la mia ipotesi è che i resti di Emanuela si troverebbero lì. Non l’ho mai detto, ho parlato di una cassa che potrebbe contenere materiale relativo ad Emanuela (documenti, prove), che sarebbe stata portata a Santa Maria Maggiore secondo alcuni testimoni, dei quali sollecito la convocazione da parte del promotore Diddi”. Ma facciamo un passo indietro. Per ricordare il cinquantaseiesimo compleanno di Emanuela, che nella nostra memoria è rimasta intrappolata nell’immagine di lei quindicenne con la fascetta nei capelli, Pietro ha organizzato un sit-in a cui hanno partecipato tantissime persone provenienti da tutta Italia. Anche noi di MOW eravamo presenti. Durante il sit-in ha parlato della questione di Santa Maria Maggiore, facendo riferimento al cardinale Santos Abril y Castello, ex arciprete di Santa Maria Maggiore, e all'ex ministro della Cultura Dario Franceschini: “Il Cardinale Abril era a conoscenza di questa situazione. Sono stati fatti dei lavori al campo Santo teutonico e dai messaggi Whatsapp che noi possediamo, tra due funzionari vaticani vicini a Papa Francesco, nel 2014 emerge che avevano fatto delle indagini e che avevano scoperto qualcosa sotto le tombe, ‘non sappiamo che cosa c'era dentro, c'era qualcosa in quella cassa e quella cassa mi è stata consegnata e io l'ho portata a Santa Maria Maggiore. Se vuoi la conferma devi chiedere all'epoca ministro dei Beni Culturali Franceschini, perché sono andati insieme da lui’. Magari Franceschini è al di fuori di tutto però è informato su questi fatti".
E continua: “Convocassero la persona che ha detto di essere andata con Franceschini nel 2014 a Santa Maria Maggiore. È quello che chiedo da tempo a chi è preposto ad indagare. Mi spiace quando a volte le frasi dette vengono mal interpretate. Diventa inconsapevolmente un depistaggio, e chi lo legge in malafede la vedrà come l’ennesima sparata del fratello". La replica di Franceschini non si è fatta attendere: “Non so proprio niente di tutta questa storia, anzi ricordo che Santa Maria Maggiore è extraterritoriale, e che quindi Ministero e Soprintendenza non hanno alcuna competenza in materia di tutela e di autorizzazione di lavori”. Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi, ha pubblicato un comunicato stampa per ribadire che non è stata avanzata nessuna accusa nei confronti di Franceschini, ma solamente una richiesta di verifica: “In relazione a un coinvolgimento della Basilica di Santa Maria Maggiore con il rapimento di Emanuela Orlandi e al fatto che presso tale Basilica vi sia stato un intervento del Ministero dei beni culturali mentre era ministro Franceschini, che l'avrebbe autorizzato, presumibilmente negli anni 2013-2014, la famiglia Orlandi precisa che nessuna responsabilità è stata imputata in capo al ministro stesso, ma chiede che venga verificata quanto prima questa circostanza, così come rappresentato agli inquirenti. L'auspicio della famiglia è quello della massima collaborazione, nell'interesse della verità, attesa da più di quarant’anni”.